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I fantasmi ritornano....
E' un'ironia tagliente quella di Dumas, un'ambiguità di giudizio che trapela dalle picaresche avventure dei quattro moschettieri. E' una critica storica mascherata da duelli, complotti, stratagemmi, rivolte in piazza, disamina sociale che non risparmia le sale del potere.
Leggere il secondo capitolo dei moschettieri è come afferrare le redini e sferzare i cavalli sfuggendo ad agguati, salvando regnanti, scoprendo tradimenti, cercando gli amici, riscoprendo passioni e desideri che seppur vincolati dall'amicizia iniziano a divergere.
Lo stile incalzante di Dumas pervade ogni capitolo, mai si crogiola nella stasi e tesse con l'incanto dell'inchiostro una trama di eventi storici e fantastici indistricabili e filati dal pungente sarcasmo di una critica acuta. L'abilità che traspare da quest'opera, ancor più che dalla precedente, è la mirabile capacità di costruire un'ambientazione vivace, dove eventuali imprecisioni o anacronismi sfuggono alla mente del lettore e lasciano soltanto l'ombra di un riferimento coevo alla scrittura.
Avvincente ed affascinante, crogiolo frizzante di lealtà, dolori, guerre e distruzioni. Ma c'è qualcosa che manca, un vuoto che si fa pesante. E' lei Milady, la "cattiva" più affascinante di cui io abbia mai letto, il vero fulcro della prima opera. donna capace di crudeli tranelli, di una doppiezza che sfrutta le armi della seduzione, del potere e del denaro. E' un personaggio estremamente affascinante, il cui fantasma offusca questo secondo capitolo, ma non così tanto da rendere l'ombra vivida.
Anche Richelieu scompare, nei giochi interviene Mazzarino, ma manca quell'ingegno sottile, machiavellico che aveva reso le peregrinazioni del primo volume indimenticabili.
Più avvincente, più storico, più aperto agli scenari di altri paesi, più eterogeneo: queste le differenze che caratterizzano Vent'anni dopo, ma il ricordo di Milady e Richelieu diviene un piccolo buco nero che disintegra in sé un po' dell’empatia per i personaggi. Ma come tutti i buchi neri attira inesorabilmente, anche il lettore, che precipita a poco a poco nelle mirabolanti avventure di Athos, Porthos e Arami e D'Artagnan.
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Commenti
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Credo che dovrò continuare la lettura del Visconte di Bragelonne, ma tutte quelle pagine mi scoraggiano solo a vederle!!!!!
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