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Amore VS Denaro: una battaglia persa o quasi...
“ Sono stanca, stanca di vedere uomini che vengono a chiedermi sempre la stessa cosa, che mi pagano, e credono di potersi permettere tutto. Se quelle che cominciano il nostro vergognoso mestiere sapessero di che si tratta, piuttosto farebbero le cameriere. Ma no, ci attrae la vanità: aver abiti, carrozze, gioielli, si crede a tutto quello che si sente dire, perché anche la prostituzione ha una fede, e piano piano ci si logora il cuore, il corpo e la bellezza. Siamo temute come paria, circondate da persone che prendono sempre più di quello che danno, e un bel giorno crepiamo come cani, dopo aver perduto gli altri, e noi stesse.”
( Marguerite Gautier)
Con queste amare parole, si nota la diversità di carattere e la volontà di redenzione dalla sua dissoluta vita della coprotagonista della magnifica opera di Alexandre Dumas fils: “La signora delle camelie”.
In una Parigi agli inizi del 1840, in pieno regno di Luigi Filippo (1830-1848), giunge un giovane ragazzo di provincia appartenente ad una famiglia di ceto medio, Armand Duval il quale, dopo essersi laureato in legge, si lascia andare alla splendida vita parigina fatta di feste, balli e opere teatrali, ma sempre con moderazione.
Un giorno passando davanti un negozio vede scendere da un calesse una bellissima giovane, alta, magra più del normale, con i capelli neri, occhi chiari e molto espressivi e con un bellissimo viso minuto e casto. É amore a prima vista. Dopo altri 2 incontri a teatro a distanza di diversi anni, scopre che quella angelica fanciulla è Marguerite Gautier, la più bella mantenuta di Parigi, la quale ha fatto perdere la testa ( e anche il patrimonio) a molti uomini ed è chiamata “la signora delle camelie” perché sul suo palco a teatro mostra per 25 giorni al mese una camelia bianca e per altri 5 giorni una camelia rossa.Pur essendo un po' ritroso verso la sua professione e i suoi modi, Armand non può fare a meno di lei, anche perché nota in quella donna esternamente sempre gaia e felice della sua capricciosa vita, una malinconia e anche una novità di sentimenti, assente in tutte le altre cortigiane. E non si sbaglia. La dissoluta Marguerite, odia il suo mestiere, la sua vita, vuole amare chi vuole senza pensare ai debiti che ha contratto, alle sue spese folli e vivere serenamente in campagna per ristabilire anche la sua malmessa salute. Così quando il fato permette l'incontro “decisivo”, Cupido scocca il suo dardo anche su Marguerite che si innamora pazzamente di Armand perché “ho capito che mi amate per me e non per voi, mentre gli altri mi hanno sempre amata per loro stessi”. Dopo primi incontri nascosti e prime gelosie da parte di Armand, i due giovani follemente innamorati si rifugiano nella amena campagna parigina dove passano una vita spensierata e pastorale. Tuttavia minaccia la loro felicità il padre di Armand, il quale rappresenta (in parte) il denaro, i pregiudizi e il pensiero malato della borghesia del Demi-Monde ( la società equivoca) ottocentesco e il quale .....
Alexandre Dumas fils, attraverso un inizio in medias res e poi un lungo e meraviglioso flashback narrato dallo stesso Armand, ci narra la vicenda di un amore impossibile che diventa lo specchio della società francese del XIX secolo la quale dietro magnifici lampadari di cristallo, tappezzerie ricercate e raffinate argenterie nasconde i vizi, la grettezza, l'ignoranza e i pregiudizi indirizzati verso il “diverso”, per il Demi-Monde quindi lo “sbagliato”, rappresentato nella vicenda da Marguerite, cortigiana piena di debiti che cerca la redenzione per le sue scelte sbagliate, dichiarando così guerra (quasi) persa alla società e alle sue incongruenze.
L'autore , per mezzo di uno stile scorrevole, fresco e soprattutto travolgente, che quando pubblicò la storia aveva circa 24 anni, prendendo come base vera la sua breve vicenda amorosa con Marie Duplessis, crea alla perfezione il personaggio di Marguerite Gautier che è diventata un mito a sé stante, con il quale si sono confrontate dive come Eleonora Duse( l'Ermione della “Pioggia nel Pineto ” di D'Annunzio), Greta Garbo, Sarah Bernhardet e, io avrei voluto, Vivien Leigh, la stupenda Rossella O'Hara di “Via col Vento”, che, con i suoi occhi chiari, il suo stupendo e puerile viso e i suoi setosi capelli neri, secondo me, è l'immagine perfetta di Marguerite.
In conclusione consiglio vivamente questo breve classico, dalla storia ben organizzata, ricca di valori morali e di personaggi presentati in modo sublime, dove ho riscontrato solamente un pecca: in certi punti vi sono numerose parentesi quadre anche piuttosto lunghe, le quali a volte sono azzeccate, perché descrivono particolari pensieri e impressioni dei personaggi, mentre a volte non c'entrano per niente. Sarà un problema della mia edizione?
Comunque, vi auguro una buona lettura!!!!!!!
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Anche la tua recensione mi è piaciuta molto!!!!! Esaustiva e poetica!!!!!!!
Tu prova e ragiona e di sicuro con la tua ampia razionalità ce la farai a trovare un posticino per quel capolavoro che è La signora delle Camelie!!
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