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Schnitzler: un indagatore della psiche umana
Comprato perché mi incuriosiva la trama e anche perché aveva ispirato Kubrick per il film Eyes wide shut che però non ho guardato (di questo regista ho visto solo Arancia meccanica, Shining e Full Metal Jacket ), questo libro inizialmente mi ha lasciato abbastanza indifferente e a tratti quasi deluso; poi, la nota di Giuseppe Farese me l’ha fatto valutare un po’ di più anche se il mio parere rimane sulla sufficienza. Ma partiamo con ordine:
• Parlando dello stile, trovo che sia semplice e al contempo abbastanza professionale con un buon uso della punteggiatura; non presenta particolari caratteristiche di struttura linguistica ma è un modo di scrivere corretto.
• Riguardo il contenuto, se non fosse stato per il commento finale di Farese, avrei capito poco di questo libro; tutto si muove su una sorta di psicoanalisi che lo stesso Arthur era riuscito a scoprire tramite “raffinata autopercezione” generando in contemporanea un contrasto con il “lavoro faticoso” che lo stesso Freud ha compiuto per parlare di tale tesi. Infatti, molte cose che ci sono nel libro e che possono risultare apparentemente inutili, sono essenziali per capire il tutto. Per questo motivo considero Doppio sogno più che un libro di narrativa, una pseudo-analisi della suddetta teoria psicologica (anche se l'autore mantenne sempre una notevole distanza critica nei riguardi di Freud e delle teorie psicoanalitiche). Senz’altro è interessante e sicuramente può anche meritare un 4 come voto, ma siccome non possiedo una conoscenza approfondita della psicoanalisi, non posso dire se tale esperimento sia corretto, seppur lo stesso Freud definisca Schnitzler una sorta di suo “sosia” che non voleva conoscere. Perciò metto 3 ma terrò per conto un mezzo punto in più.
• Sebbene la lettura sia fluida, non mi sono sentito troppo coinvolto perché l’intera storia, dal punto di vista narrativo, è raccontata con molte descrizioni vaghe e abbastanza riduttive. I pensieri di Fridolin, seppure vertono sui conflitti della sfera psichica, in certi punti mi sembrano noiosi ma mai quanto la storia della carriera di Nachtigall che ho trovato inutile ai fini della trama (sarebbe stato più giusto se le sue esperienze di musicista fossero state discusse nella conversazione tra lui e il protagonista). Per fortuna questi difetti non hanno reso la lettura poco scorrevole.
Una particolarità del libro, è il conflitto coniugale tra Albertine e Fridolin: mi ha un po’ ricordato i casi di divorzio che sono frequenti nella nuova generazione di sposi. Il conflitto interno tra i due coniugi viene risolto dalla reciproca comprensione come mezzo per “ripararsi dalle oscure forze dell’istinto e del destino”. Tale rapporto confessionale sostengo possa essere una soluzione per risolvere i turbamenti matrimoniali odierni anche se rimane significativo ciò che dice Albertine "Non si può ipotecare il futuro".
Indicazioni utili
- sì
- no