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indagine nell'interiorità di ciascuno
Tristezza, commozione: è ciò che si prova di fronte all'autobiografia dell'autrice - orfana da bambina, suicidatasi nell'acqua di un fiume... Leggendo Gita al faro, il pensiero non può non andare alla storia crudele della Woolf e cercare nel libro stesso l'accenno a quella depressione fatale di chi l'ha scritto.
Conosciuta per aver introdotto le tecniche stilistiche di indagine nell'interiorità dei personaggi, quali il flusso di coscienza e il monologo interiore, la Woolf mostra in quest'opera tutta il suo genio. Con un inconveniente: un'estrosità eccessiva, un continuo scrutamento dei pensieri di ciascuno che rompono la linearità della trama, rendendo impegnativa la sua comprensione. Il risultato è un procedere della narrazione inintelligibile a molti che, con poco tatto, potrebbe definire il romanzo "noioso".
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