Dettagli Recensione
Una tragedia realistica della virtù
“Sono stato sepolto in mezzo ai morti, ma oggi sono sepolto in mezzo ai vivi, sepolto da atti, circostanze, dall'intera società che vuole rispedirmi sottoterra!”
( Colonnello Chabert)
Con queste amare parole del protagonista, possiamo condensare l'intera tragedia, oggetto del romanzo composto nel febbraio-marzo del 1832 da Honoré de Balzac (1799-1850): Le colonel Chabert.
Piccola tessera del titanico, magnifico, immenso mosaico, purtroppo rimasto incompleto, della Commedia Umana nata per dare un quadro totale e per la prima volta realistico della società francese dalla Restaurazione al regno di Luigi Filippo (1830-1848), Il colonnello Chabert rappresenta una degli esempi più riusciti e meno conosciuti della bravura del suo ambizioso autore.
Ambientata in una Parigi lungi dai grandi boulevard alla Haussmann e dove sono ammessi solo gli estremi, ovvero il lusso più sfrenato e la più terribile miseria, l'opera ripercorre in un ampio asso di tempo (primi decenni del XIX secolo-1840) la tragedia di Hyacinthe, conosciuto meglio come colonnello Chabert, conte dell'Impero, grand'ufficiale della Legione d'onore, intimo amico di Napoleone e uno dei più ricchi e famosi uomini della Francia imperiale.
Rimasto colpito durante la battaglia a Eylau, in Russia, del 1807, egli viene considerato morto e buttato in una fossa comune, ma per una curiosa intercessione del fato, rimane in vita e, dopo aver ricordato chi fosse, dopo molte peripezie e problemi, riesce ad arrivare accattone e misero in una Parigi totalmente mutata. Infatti l'aquila imperiale, dopo un ultimo estremo attacco, è caduta ed è stata sostituita dal fleur de lis borbonico e la Francia, grazie ad un congresso che “danza ma non cammina” e all'infido ministro Talleyrand definito dallo stesso Napoleone “merde dans un bas de soie”( m**** in una calza di seta), da grande impero è divenuta una nazione ridimensionata e messa “agli arresti domiciliari”. Ma non è cambiata solo la forma di governo, ma anche la società che sconvolge immensamente il nostro povero colonnello. Infatti l'élite sociale, oltre a essere costituito in parte dalla nobiltà del vecchio regime ormai spaventata e in decomposizione, è dominato da una nuova aristocrazia formata da persone anche di umilissimi origini che per mezzo dell'ambizione, dell'inganno e dell'avidità di denaro sono riuscite a ottenere un titolo e potere. In questa categoria è presente anche la intrigante e subdola contessa Ferraud, donna di bordello che sposò il colonnello per poi prendere alla sua “morte”, anche con l'inganno, i suoi beni e risposarsi con il conte Farraud, intimo del re allora governante Luigi XVIII e uomo influentissimo nella società post napoleonica. Il nostro Chabert cerca dalla contessa di riprendere i suoi beni ma....
Balzac, che ho letto per la prima volta, è riuscito a rendere egregiamente il realismo e la verosimiglianza che circonda il colonnello, infelice e sventurato “honnête homme”ritenuto inutile in un mondo dove comandano solamente il potere e il dio denaro, con un stile scorrevole, chiaro e travolgente sebbene a volte, soprattutto all'inizio, diventa troppo specialistico.
Il colonnello Chabert è un romanzo brevissimo ( forse anche troppo per i miei gusti) che consiglio vivamente a tutti, in particolare a coloro i quali per la prima volta si rapportano con un classico perché lo ritengo perfetto per un primo approccio. Buona lettura!
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PS grazie mille per il tuo commento!!!!
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