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Che bugiardo Signor Dumas!
Nell'immaginario colletivo I tre moschettieri godono di una posizione privilegiata: non solo si crogiolano nella fama dell'albo dei classici, ma coinvolgono intere generazioni, grazie ad una forza espressiva che è cifra inconfondibile di Dumas stesso. Quella della trilogia dei moschettieri, di cui questo tomo è la prima parte, è un'ascesa imperante ed imperitura, che trova forza nell'appassionante vicenda, e quindi, nella menzogna.
Sì, perchè Dumas è il mentitore perfetto e e nello stesso tempo il più intelligente menzognere. Diciamolo subito.
Questo non è un libro corretto, ti prende in giro per oltre seicento pagine. E' tuttp falso a partire dal titolo. I tre moschettieri, Athos, Porthos e Aramis. In realtà si parla soprattutto del querto, D'Artagnan, e già il lettore rimane interdetto.
Dumas non è leale. Tradisce la tua fiducia muovendo i personaggi come marionette cosicché compiono gesti che poche pagine prima aborrivano. E il lettore, che tenta di affidarsi ad un personaggio, diviene sospettose e dietro ogni frase si aspetta la sorpresa, un fatto che illumini il passato dei protagonisti.
Troppo facile. Dumas ti ricatta: domina la curiosità, altrimenti farai una brutta fine. Certo, non lo dice apertamente, ma leggendo ci si accorge che tutti i personaggi che cercano di accaparrarsi nuove informazioni, cadono in una fittissima rete d'intrighi, una rete appiccicosa, che sobbalza all'arrivo di un enorme ragno pronto per divorarti. Allora sei immobile, e cerchi di districarti. Ti agiti tra tele d'amore, di coraggio, di odio, di amicizia, di denaro, di tradimenti, di lealtà, di guerra, di dolore, di distruzione, di vendetta e di poca compassione. C'è una cosa che manca: la verità. E' sempre nascosta, celata, criptata tra lettere e segnali segreti. Forse completamente assente. E' una verità che forse non esiste, anzi, si fa desiderare. Ma d'altra parte cosa ci si aspetta da un furfante del calibro di Dumas. Certamente, e questo è un merito, non è ipocrita. Come mentono i personaggi, mente lui stesso. così, va il mondo, E non ci possiamo opporre. Forze più grandi ci obbligano a mentire.
Ed ecco che irrompono prepotentemente in scena le due forze che regolano la società francese del seicento: il potere di Luigi XIII, il cui potere sembra quasi esautorato, e il cardinale Richelieu, vero detentore dell'autorità. Si ripresenta dunque il tradizionale conflitto tra realisti e cardinalisti, una disputa accessa e infiammabile, ardente, che sembra alimentarsi dei sotterfugi di uomini potenti che tramano dietro la facciata apparente. Fuoco che sembra dover divampare inevitabilmente, infiammato da una sorta di cospirazione ancestrale che esige la sofferenza di alcuni, la vittoria di altri.
Ed è in ciò che s'identifica l'amara riflessione di Dumas, consapevole dell'impossibilità di raggiungere la verità, del necessario dolore di alcuni per la felicità degli altri.
Mai sai caro Dumas, a me non m'inganni perchè io ero preparato ai tuoi intrighi, ai tuoi sotterfugi, alle tue menzogne e sono stato all'erta come i moschettieri di notte, ho cercato di interpretare gli sguardi come la crudele Milady per la quale, lo ammeto, ho provato compassione, ho intuito come il cardinale e ho soppesato l'oro, come tutti i tuoi personaggi. E anche se scrivi bene, caro Dumas, non mi abbindoli e mi sono accorto delle tue incoerenze, dei tuoi errori, e forse non li avrò scoperti tutti, ma con me non l'hai avuta vinta. Ma ti pare che un marito per accorgersi che la moglie ha un marchio infamante sulla spalla debba aspettare che ella cada da cavallo? Ma perpiacere.
Suvvia, ti perodno questo e molto altro, perchè il tuo romanzo è stato più avvincente di un thriller, più entusiasmante ed intricato di un giallo, più vivido di una biografia. Ma più falso della storia. La tua è anacronistica, ma non te ne è importato nulla, ti sei affidato allo stile e sui dettagli d'altra parte chi si sofferma quando è costantemente in gioco la vita dei tuoi paladini? Con me sei cascato male, ma mi hai ugualmente intrigato ed emozionato. Mi hai fatto sorridere e rattristare, scandendo le emozioni con tipici sobbalzi al cuore. E per questo ti ringrazio.
Il tuo romanzo ha raggiunto l'albo dei classici perchè mente spudoratamente ed è questo che, andando oltre la trama, di per sè straordinaria ed avvincente, mi è rimasto: la menzogna, unita ad uno stile semplice ma efficace, conduce un libro alla vetta della popolarità. Ciò può sembrare inquietante. Vero, ma è la realtà.
Alla fin fine ti rimprovero solo una cosa: percchè i tuoi personaggi sono tutti topoi, perchè non ci spieghi il perchè di come sono diventati assassini, uomini potenti o altro? Forse non t'interessava, forse hai scritto solo per divertirti. E probabilmente,se non fosse così, il tuo romanzo, al confronto di altri classici, impallidirebbe. Invece, grazie alle tue menzogne, alle tue odiose agnizioni, si gonfia, tronfio e altezzoso. Così come D'Artagnan al cospetto dei potenti.
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Di letturine da ombrellone ne ho fatte, due thriller ultimamente, ma i tre moschettieri non sono pesantissimi... hai suggerimenti? Seguendo il tuo consiglio sono andato in piscina e non volevo più andare via, qui a Gubbio si muore, non ne posso più, vorrei vivere in Antartide, con gli orsi bianchi, i pinguini e le foche...... invece eccomi rilegato in una città medievale che traspira caldo da tutte le pietre, aiuto! ahahah
I tre moschettieri non saranno pesantissimi ma io di sti tempi non ce la fo... Tua padre (ihihihihhi), tutti quelli della sua epoca ed il caldo, per me sono inconciliabili. I classici vengono irrimediabilmente associati dal mio cervello all'inverno+caminetto che arde. Vecchie reminiscenze della mia infanzia scolastica :))
Sono alla ricerca di una lettura decente a mia volta :(... Appena la incrocio ti avviso. Intanto torno a ribadirti Pennac, iniziando ovviamente dal Paradiso degli Orchi.
1 si tratta di romanzi storici che hanno un fondo di verità che c'è( d'artagnan è veramente esistito anche se qua la sua vicenda è romanzata e ho le prove che sono Focus Storia e Storica) e che viene romanzata. Il fondamento del romanzo storico è il verosimile che Dumas ha reso perfettamente;
2 egli è uno degli esponenti maggiori del feuilleton( romanzo d'appendice) che, essendo destinato alle masse, deve essere entusiasmante e deve far sognare il lettore. Ergo egli da importanza alla aventure picaresca e non alla verità storica dei fatti, altrimenti Dumas sarebbe stato un saggista.. E anche in questo è riuscito
3 il titolo si chiama così perchè d'artagnan solo infine diventa moschettiere dopo molte peripezie con i suoi amici. Inoltre il 3 ha valore simbolica e rappresenta la perfezione
4 riguardo la scoperta del marchio sulla moglie di athos, centra sempre il romanzato e il feuilleton. Infatti vuole dare degli indizi velati per poi far suscitare un oh! di stupore ai suoi lettori
5 dare del bugiardo in senso benevole a Dumas e come dare del ridondante e del noioso in senso benevolo a Eco. Ci rimani un po' male...
Comunque concordo con te sui sentimenti che il romanzo suscita e sul messaggio di Dumas
PS rispetto le tesi altrui ed è bello e giusto dibatterci sopra quando si vuole dare una tesi differente dall'altro... Quindi non arrabbiarti come non mi sono arrabbiato io.. In fondo l'obbiettivo di qlibri è questo: confrontare le opinioni e discutere su esse!!! :-)
Sulla poca rivelando di Dumas nell'800 ti cito un commento di Hugo:
" Nessuno è più popolare di Dumas; i suoi successi sono poù che successi, sono trionfi, sono il clamore della fanfara. Il nome di Alexandre Dumas è più che francese, è europeo; è più che europeo, è universale."
Infine Dumas potrà essere cinico, astuto, furbo ma non un bugiardo, termine troppo offensivo e blasfemo come dare dell'ignorante ad Eco.
Touchè!!
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Mo ce la vogliamo fare una sana letturina da ombrellone, 40 gradi all'ombra e Caronte che infuria? ... :DDD!