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Storia di un giovane aspirante artista
Romanzo semiautobiografico noto in italiano anche con la traduzione del suo titolo originale cioè "Ritratto di un artista da giovane", il libro accompagna il giovane Stephen Dedalus, successivo Telemaco adottivo di Leopold Bloom in "Ulisse" dalla sua primissima infanzia fino ai venti anni quando cioè grazie a un'epifania ( episodio apparentemente banale che però riveste grande importanza rivelativa in chi lo vive) il giovane prende coscienza della sua volontà di diventare artista o meglio scrittore.
La lingua segue l'evoluzione del suo personaggio che all'inizio si esprime in maniera infantile e vive delle esperienze sensoriali (la mamma aveva un bel profumo, il papà aveva la barba si legge nelle prime pagine) per poi evolversi via via nei capitoli successivi fino a toccare le conversazioni filosofiche sulle teorie di san Tomaso d'Aquino fatte tra Stephen e i suoi compagni alla teorie letterarie: l'artista ( per dirla col Flaubert) è come il Dio della creazione che dopo aver creato l'uomo sta a guardare rimirandosi i pollici.
Nome del protagonista fortemente allegorico: Stephen è il protomartire, Dedalus colui che volle volare nella mitologia greca, intriso delle conoscenze "forti" dello scrittore: letteratura europea, filosofia, mitologia e religione, il romanzo è l'evoluzione più diretta e più proiettata verso il futuro della scrittura di Joyce, meno legato al realismo come avviene in Gente di Dublino e più sperimentale per uso di linguaggio e punteggiatura.Imperdibile.
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