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La maschera e il volto
Scritto a fine Ottocento il romanzo contiene l'essenza dei principi propugnati dall'Estetismo incarnati sia nella bella figura di Dorian, il perfetto dandy che in quella di Basil e dell'ambiguo nobile che gli fa da mecenate. Il Decadentismo, altro movimento letterario del periodo è visibile nella languida compiacenza con cui Dorian si abbandona successivamente a un piacere non solamente dannunziano ma in cui non mancano elementi del decadimento e del Male.
Dorian, novello Faust,vende la sua anima per mantenere la beltà del suo viso che ammirazione e invaghimento aveva suscitato nel pittore Basil tanto da impedirgli di mettere in vendita il quadro che ritraeva Gray.
Il romanzo è anche un monito ( e qui Wilde, pur fautore dell'art pour l'art scevra da ogni intendimento moralistico ricade nell'intento didattico tipico degli scrittori a lui contemporanei) ma anche un feroce rimprovero verso la classe alto-borghese che mantenendo le apparenze nascondeva i suoi scheletri negli armadi. Cade inoltre l'adagio kalos kairos che vuol buono ciò che bello appare.
Scrittura scorrevole, in terza persona con uso di dialoghi e , com'è tipico in Wilde, molta ironia sottesa o evidenziata. Lo scrittore abbonda nelle descrizioni degli ambienti ( a sottolineare le sue conoscenze estetiche) dando al lettore la possibilità di "vedere", di "toccare" ma anche di "sentire" ( si pensi all'accurata descrizione del giardino attiguo allo studio di Basil al primo capitolo). Scrittura quindi "sensoriale" decisamente moderna e all'avanguardia.
Romanzo da leggere e conservare. Si consiglia ove possibile la lettura in lingua originale che è tuttavia poco ostica per non perdere l'origintà stilistica di Wilde.