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Orlando
 
Orlando 2012-05-07 17:29:32 Sara moncalieri
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    07 Mag, 2012
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prego, signore e signori, da questa parte…

... ecco, si, da questa parte.
State entrando in una galleria di quadri.
I primi, i più antichi, sono datati 1500 circa (ai critici non è stato possibile stabilire un anno preciso, ce ne scusiamo con i graditi visitatori). L'ultimo è datato giovedì, 11 ottobre 1928.
Potete ammirare la splendida campagna inglese; I verdi alberi rigogliosi, i parchi immensi, e le piante, dai colori vividi grazie alle continue piogge: si, la campagna inglese è un argomento caro ai nostri pittori, sì;
La Quercia, il simbolo della Poesia e della Letteratura, per noi; poi capirete il perché;
Londra: la grigia Londra, la fredda Londra, la gelida Londra, la Londra di quando gli uccelli morivano assiderati in volo, e giù cadevano, straniti della loro stessa morte, sul Tamigi trasformato in un unico lastrone di durissimo ghiaccio; Lo stesso ghiaccio su cui Orlando pattinava con Sasha, la splendida, traditrice, principessa russa (traditrice? parrebbe proprio di si, e lui la pensa così, per cui sarà senz'altro così); Una dimora da 365 stanze, una per ogni giorno dell'anno… e un intero borgo attorno ad essa, con annesso parco, come si conviene alla nobiltà del tempo.
Ma.. cosa vediamo nella sala in fondo? Altri paesaggi: oh, si! Siamo a Costantinopoli, dove Orlando si trova in qualità di ambasciatore; ecco la zona degli altipiani della Grecia, terra di nomadi, che nulla possiedono ma del mondo dispongono.
Vediamo anche un veliero in rotta verso l'Inghilterra; e sul ponte una donna che fa considerazioni sulle proprie gambe… strana donna… e che considerazioni ardite!
E un'altra nave che doppia Capo Horn in tempesta. Una tempesta da fare paura ai marinai più esperti.
Ed ecco la sala dei ritratti. Quasi tutti a figura intera.
Di un uomo, Orlando: oh, ma che bel giovane, il preferito della Regina, Elisabetta I. Vediamo anche lei, eccola, in quella specie di grande cammeo vicino alla finestra.
Altro ritratto, altra donna: Orlando. …Orlando? Ma si, sembra proprio lui… ma no, è una Lei… Ah (ringraziamo la nostra guida): è sempre Orlando, che dopo un lungo sonno si risveglia donna, ha cambiato sesso. Ora è tutto chiaro. Normale.

Passano i secoli, oltre tre in tutto. Ci si accorge del tempo che scorre dal paesaggio che cambia, dagli abiti che si fanno più cupi e tristi, dall'introduzione dei lampioni sulle strade, dalle primissime automobili.
E Orlando, l'uomo che diventa donna, continua a vivere. Sempre giovane, sempre circondata (circondato?) dai suoi amati levrieri, dal suo struggimento per la Poesia e la Letteratura, sempre intento nella stesura del suo poema "La Quercia", sempre immerso nei suoi pensieri. Orlando che pensa da uomo e pensa da donna contemporaneamente: un caos impensabile per quei tempi! E che si perde anche in lunghi pensieri oziosi (tipico dei nobili: si sa, non hanno altro da fare, devono pur occupare il loro tempo…). E sogna l'amore. E lo trova. Anzi, è l'Amore a trovare lei.

Un libro che assomiglia più a un album segreto; di fatto una dichiarazione d'amore scritta da una donna, la Woolf, per una donna (la nobile Vita Sackville-West, con la quale ebbe una relazione).
Un libro non facile da leggere, sia per la trama che scorre nel tempo senza preoccuparsi troppo di avvisare il lettore, sia per lo stile che ai giorni nostri risulta un po' superato: a meno che non vi si approcci con uno spirito "passato": visionario, ardimentoso, eroico, trasognato, a volte melanconico, e cercando di immedesimarsi in un umorismo leggermente diverso dal nostro.
Oppure leggendolo quasi esclusivamente per immagini.

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Commenti

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Bellissima recensione Sara, per un libro che non sono riuscita ad amare forse perché non riuscivo a percepire i sentimenti attraverso le parole. Ma mi accorgo che a te invece é successo ed hai saputo rendere l'emozione attraverso le tue parole
:-)
Grazie davvero Marghe!
Ma non è stato facile: ho davvero dovuto cercare una chiave di lettura diversa rispetto a tutti i libri letti finora. Alla fine però ne è valsa la pena.
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