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Povertà morale e materiale dell’ uomo
Cèline ci guida in un viaggio travolgente ed altamente sarcastico nella precaria condizione morale e materiale dell’ uomo nei primi anni del ventesimo secolo. Protagonista del romanzo è Ferdinand Bardamu, giovane anarchico studente di medicina che si ritrova a vivere diverse esperienze in giro per il mondo. Dagli orrori della prima guerra mondiale vissuta al fronte in prima linea alla dura vita nelle colonie africane dove le nuove leve dell’ imprenditoria cercano di far soldi con i più squallidi e cinici mezzi; dall’ alienante esperienza lavorativa nelle fabbriche americane, simbolo di un capitalismo che in cambio di uno stipendio ti ruba anima e personalità, al ritorno in Francia dove, terminati gli studi e diventato medico, si ritroverà a lavorare nelle zone più povere e degradate, spesso gratis o comunque mal pagato, circondato da gente pronta a compiere le più impensabili bassezze. Bardamu vivrà queste esperienze con un distacco e un’ indifferenza sempre maggiori, restando sempre più disgustato da ciò che l’ uomo riesce a fare o ad essere e perdendo man mano la fiducia e la stima nella razza umana. Cèline usa uno stile che varia a seconda delle esigenze: per rendere più realistico il racconto durante la narrazione delle vicissitudini di Ferdinand e dei vari personaggi che lo accompagnano il linguaggio è gergale e sgrammaticato, scurrile e blasfemo. Ma spesso tra un fatto e l’ altro ci sono dei momenti di riflessione in cui vengono fuori veri e propri virtuosismi letterari. L’ autore inoltre è bravissimo nel riuscire a mischiare l’ ironia alla denuncia e nel condannare la condotta degli uomini senza moralismi né retorica, fornendo la precisa fotografia di un’ intera epoca che, confrontata con quella attuale, dimostra quanti pochi progressi abbia fatto l’ umanità in un intero secolo.
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