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La metamorfosi
Ho bellissimi ricordi di questo romanzo, che lessi a diciassette anni e che consacrò definitivamente il mio trasporto per la letteratura. Virginia Woolf ha una penna unica, uno stile che scavalca i confini tipologici tra prosa e poesia per creare uno stile ibrido, melodioso, leggiadro, pari all'essenza femminile di Orlando, ma anche determinato e omogeneo, come la sua parte d'uomo. Non a caso il romanzo ha cavalcato gli anni cruciali per la storia letteraria, anni che sperimentarono, dissacrarono, torturarono, modellarono la parola scritta creando, probabilmente, le cose migliori che il Novecento ci ha lasciato.
Orlando è una biografia romanzata di Vita Sackville West, personaggio poetico più che poeta, donna moderna e sfuggente, sulla cresta dell'onda nella moda del periodo: androgina, bisessuale, fumatrice accanita e intellettuale mascolino. Virginia ne uscirà benedetta dal loro incontro, invaghita della sua forza, del suo fascino, della sua couperose: era "una vera donna", una scrittrice mediocre e una madre sbrigativa, ma forte, "colorata come un pappagallo", con gambe lunghissime. Orlando camminerà proprio su quelle gambe, mentre percorrendo i secoli della modernità inglese, si trasformerà da uomo a donna. Virginia inserisce nella biografia tanti elementi e tante vicende vissute in compagnia della nobildonna, incomprensibili per un lettore ignaro, ma che diventano ironici e commoventi per chi ne coglie i rimandi.
La metamorfosi di Orlando, dalla lunghissima vita biblica, è storicamente sincronica e diacronica: sincronica nell'esistenza di Vita, che amava travestirsi da uomo, sincronica nella rinnovata condizione della donna di lettere, arrivata al punto di poter decidere tra l'assumere il ruolo di scrittrice tradizionale alla Austen o vestire una maschera intellettuale da uomo, alla Gertrude Stein o alla Simone de Beauvoir o alla Margaret Thatcher; diacronica nella storia culturale anglosassone, che nell'epoca della virilità di Shakespeare ed Elisabetta diventerà sempre più femminea con l'avvicinarsi all'impero di Vittoria.
Il capolavoro della Woolf meriterebbe parole su parole, tante sono le sfaccettature che il romanzo offre; ma a quel punto converrebbe solo rileggerlo e rileggerlo.
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