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Il diavolo
 
Il diavolo 2012-03-19 16:23:14 Sara moncalieri
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    19 Marzo, 2012
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Maschio, caucasico, che si lava la coscienza

Sono ancora arrabbiata!
Di questo libro avrei apprezzato il tentativo, e sottolineo tentativo, di parlare dell'aspetto sessuale della vita in un'epoca in cui i tabù erano molti e non c'era la libertà di espressione di oggi.
Era il 1890 e Tolstoj "si era dedicato allo studio dei problemi dell'amore sessuale".
In realtà il tentativo non ci fu nemmeno poiché l'autore non volle pubblicare la novella e, cito testualmente, "preferì nasconderla ai suoi familiari per non ridestare una non sopita gelosia della moglie": E CI CREDO !!!
Infatti, cosa poteva fare uno scrittore per alleggerirsi la coscienza, tenuto conto che:
1 - era stato allevato da alcune zie molto religiose;
2 - aveva sostenuto che "Il Vangelo ha avuto un grande e benefico influsso sulla mia vita";
3 - qualche anno prima di sposarsi aveva avuto una relazione con una contadina / dalla quale aveva avuto un figlio / che lui non aveva voluto riconoscere / che in seguito avrebbe assunto come cocchiere???

E dunque, con questo scheletro nell'armadio, decide di esorcizzare il proprio senso di colpa scrivendo un racconto parzialmente autobiografico in cui scaricare tutte le colpe sulla contadina di cui sopra. Facile, no?!?
Siccome, guarda caso, a scrivere era lui, ed era sempre lui ad avere la penna dalla parte dell'impugnatura, già nelle prime pagine della novella si premunisce auto-assolvendosi e chiarendo che sì, il protagonista (lui) aveva cercato il sesso fine a se stesso, ma per pura motivazione scientifica: lo faceva per la salute. E cosa non si farebbe per la salute, dopotutto!
Per eliminare ogni ragionevole dubbio nei propri lettori, inoltre, spiega che: "Basta soltanto regolarsi in modo che nessuno lo sappia; d'altronde non è per vizio, ma soltanto per la salute". Ecco, lui è a posto. Che poi debba pagare Stepanida, la contadina, dopo ogni prestazione, poco importa: la salute viene sempre e comunque prima di tutto, come si diceva, le medicine hanno il loro prezzo, e il servizio sanitario, purtroppo, non gli fornisce certi medicinali in esenzione.
Il romanzo procede con il matrimonio di lui e l'interruzione degli incontri a pagamento - tanto ha trovato un'altra "medicina"... la moglie...
Ma gli resta un tarlo nascosto, che diventa un chiodo fisso nel momento in cui rivede Stepanida. Inizia così ad avere forti sensi di colpa perché è ancora attratto dalla bella contadina con il "fazzoletto rosso" (manco fosse un toro a una corrida…).
Per questo Evgenij, il nostro protagonista, dopo varie elucubrazioni e momenti di depressione anche acuti, decide che la colpa risieda esclusivamente in lei, l'unica colpevole e tentatrice. Il Diavolo.
Ed esiste solo un modo - no, in verità due, come le varianti del finale - per risolvere la questione e ripulire per bene, una volta per tutte, una coscienza scurita dall'uso.
A voi la scelta dunque del finale preferito. Io, per me, non ho dubbi...


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Commenti

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W la salute allora :D
Mi hai fatto troppo ridere Sara!!! :)

19 Marzo, 2012
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:)))))))))))))
grazie care!
:)
PS: non ho messo in recensione, ma il caro Tolstoj parla pure di, diciamo, ...tempi tecnici... ehm......
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DanySanny
02 Settembre, 2012
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SDivertente recensione! Altro sguardo rispetto al mio! Sai che al contrario di te io non sono sicuro dei finali? Sinceramente, seguendo la logica del personaggio, ho preferito il secondo, ma umanamente non saprei segliere d'impulso!
In risposta ad un precedente commento
Sara moncalieri
25 Settembre, 2012
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Grazie Daniele! Ho visto solo ora il tuo commento: io, da donzelletta irritata con il caro Lev per questo romanzo, ho deciso immediatamente la fine da far fare al "mio-caro Evgenij"!! Glielo faccio vedere io il fazzolettino rosso!!
:))
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