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L’uomo di oggi
Come spesso succede il cinema ha creato uno stereotipo del personaggio molto lontano da quella che è l’idea originale della scrittrice. Frankenstein non è semplicemente un mostro con una sete di vendetta nei confronti del suo creatore. Per dirla tutta non si chiama nemmeno Frankenstein, quello è il nome dello scienziato che gli dà vita. Non ha un nome, è semplicemente “The being”, l’essere.
Plasmato dal suo creatore, unendo pezzi di cadaveri, si ritrova in un mondo che lo rifiuta per la sua diversità. Lo stesso scienziato, spaventato della sua opera, lo ripudia. Sfruttando la sua straordinaria forza fa tutto il possibile per aiutare gli uomini ed essere così da essi accettato ma, i pregiudizi che nascono dal suo orribile aspetto e dalla sua incapacità di parlare, fanno si che la gente si allontani da lui. Dopo molti tentativi infruttuosi, si convince che il suo unico modo per essere felice è avere al suo fianco una donna simile a lui, con cui, seppure lontano dagli uomini, vivere felice. Si presenta a suo “padre” e gli chiede di dargli una compagna con la promessa di non disturbarlo mai più. Frankenstein in un primo momento accetta la proposta ma, colto dai sensi di colpa, si rifiuta di soddisfare la richiesta e in questo modo condanna all’infelicità la sua creatura e la sua stessa vita.
Molti sono i temi trattati in questo libro, l’uomo che vuole sostituirsi a Dio nell’atto divino, la rivolta dell’essere incompleto contro un dio imperfetto, la condanna all’infelicità di entrambi. Un libro che merita di essere letto, e può essere meglio apprezzato, ponendosi dal punto di vista del mostro che, non è poi così lontano dall’uomo di oggi. In fondo tutti hanno bisogno di avere una vita sociale, di comunicare con i propri simili, di avere dei contatti umani, di condividere la propria vita.