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Era una notte buia e tempestosa
Per chi come me è un’amante dei generi horror, gotico e fantasy non poteva farsi mancare questa lettura. I classici mi attirano molto ma, spesso è il linguaggio aulico che mi frena davanti a loro. È stato un caso. Avevo comprato questo libro parecchio tempo fa, l’ho ritrovato nella mia libreria e probabilmente era maturato il tempo per leggerlo.
…E poi mi ha sempre affascinato la notte in cui è stata concepita la storia. L’ambiente: una villa sul lago, la compagnia: i migliori autori del periodo Byron, Shelley Percy, Polidori e lei Mary futura moglie di Shelley). Fu proprio in una notte buia e tempestosa che nacquero le prime storie horror, la più famosa con ripercussioni fino a noi fu quella dell’unica donna!
All’epoca fece molto scalpore: incuteva paura, estremo disagio. Adesso possiamo apprezzarlo come pietra miliare di un genere che tutt’ora attira. La lettura è scorrevole, per niente difficile. Ti affacci alla realtà dell’epoca con le loro priorità e i sentimenti patinati. L’autrice prende spunto da teorie scientifiche innovative del tempo. Il ‘demone’, come lo chiama lei, non è grezzo e inavvicinabile all’intelligenza umana come spesso ce lo hanno fatto vedere nei film, ma un essere abbandonato dal suo creatore, perché orribile all’occhio dell’uomo, che di nascosto riesce a crescere d’intelletto solo per sua volontà. Si affacciano le teorie di Rousseau: nessuno nasce cattivo, sono le esperienze negative a cambiare l'uomo in un essere malvagio.
Vendicativo fino all’estremo, non accetterà mai il rifiuto e l’abbandono del suo creatore, e solo in quel momento troverà la pace.