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In guerra non ci sono vincitori nè vinti..
Quando si pensa all'Ultimo dei Mohicani viene subito in mente il film diretto da Micheal Mann, bellissimo a mio parere, ma si dimentica spesso l'opera letteraria da cui è tratto: l'omonimo Ultimo dei Mohicani di James Fenimore Cooper, che invece merita e molto a mio parere.
Guerra anglo-francese per il possesso coloniale nel Nuovo Mondo,
1757.
Il libro racconta le vicende diverse ma che si troveranno indissolubilmente legate di "Occhio di Falco" bianco, che ha rinnegato la civiltà per vivere a contatto con la natura e dei suoi compagni, gli ultimi due indiani superstiti della razza mohicana, una delle più antiche e rispettate, Chinghachgook e il figlio Uncas; essi si troveranno ad aiutare le due figlie del capitano dell'esercito inglese Munro, Cora e Alice e il maggiore inglese Heyward rapiti dal comune nemico Magua, capo della tribù degli Irochesi, alleati dei francesi, assetato di vendetta nei confronti di Munro (che l'aveva scacciato dal campo degli inglesi a causa della sua natura malvagia resa ancora di più tale dal vizio di bere) che decide però di riversare sulle innocenti figlie del generale.
La storia ha come sfondo la guerra, ritratta in tutta la sua violenza e assurdità. L'autore non prende le parti di uno schieramento o dell'altro ma lascia al lettore una certa libertà di giudizio. Con la meticolosità di un antropologo ci descrive gli usi e i costumi di un popolo come quello degli indiani d'America, che spesso in quel periodo veniva demonizzato, senza dare troppi giudizi di sorta. In ogni essere umamo c'è del bene e del male e quegli usi, alcuni che agli occhi di noi occidentali possono sembrare inconcepibili hanno una loro ragion d'essere che a noi così diversi culturalmente non è dato capire nè giudicare. Con la stessa abilità con cui caratterizza i personaggi e ci da molte interessanti divagazioni etnografiche, Cooper ci descrive con maestria l'incredibile paesaggio del nord America fatto di cascate, foreste, luoghi da mozzare il fiato, che si trovano purtroppo scenario di vicende di sangue e muto spettatore di assedi, imboscate e morte.
Nel film viene dato risalto al lato romantico che nel libro c'è ma è trattato molto di striscio. Si parla del commovente sentimento di Uncas per Cora, che non viene vissuto a causa dei tragici eventi descritti, dell'amore tra il coraggioso maggiore Heyward e la dolce e indifesa Alice, dell'affetto di Chinghachgook per il figlio Uncas, della forte amicizia che lega i due mohicani ad Occhio di Falco. Tutti sentimenti che si scontrano con la dura realtà della guerra.
A volte alcune digressioni possono risultare un pò pesanti in quanto rallentano il ritmo narrativo, tuttavia L'ultimo dei Mohicani è un libro che consiglio di leggere, un pilastro della letteratura americana.
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Mi resterà sempre impressa la famosa frase che dice Chingachgook (stupendamente interpretato daRussell Means):
"Grande Spirito, e creatore della vita, un guerriero va a te, veloce e dritto come una freccia lanciata nel sole. Da lui benvenuto, e lascia lui prendere posto in Gran Consiglio di mio popolo. È Uncas, mio figlio. Dì lui di essere paziente, e da' a me una rapida morte, perché loro sono tutti là, meno uno, io, Chingachgook, l'Ultimo dei Mohicani."
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