Dettagli Recensione
Che triste mondo per una donna...
Il romanzo è raffinato, delicato e superbo allo stesso tempo. Ci presenta l'immagine di personaggi in un'Inghilterra storica, fatta di carrozze, doti e passeggiate nella lussureggiante campagna inglese. La vicenda è quelle di due sorelle agli antipodi nel modo in cui affrontare le passioni, l'amore, la vita. E è proprio questo diverso approccio al mondo che l'autrice vuole presentare: uno più impulsivo e travolgente, l'altro più prudente e misurato. E' inevitabile schierarsi e identificarsi in Elinor o Marianne, senza comunque screditare nessuna delle due. Purtroppo, a mio avviso, sicuramente opinabile, ho trovato il romanzo svilente per la condizione della donna. O meglio, l'epoca imponeva uno svilimento per la propria condizione. L'otium artistico alla quale erano costrette, questa indolenza scandita solo da partite a carte, letture e inviti a sempre nuovi ospiti mi hanno amareggiata e non mi hanno certo fatto rimpiangere la figura della donna odierna. Certo Marianne rappresenta la volontà di riscattarsi da determinati crismi e clichè, rincorrendo l'amore, indipendentemente dalla posizione economica e sociale dell'amato e senza rispettare tutte quelle regole di buon costume che l'epoca richiedeva. Ma sebbene questi sforzi anche lei rimane intrappolata nei meccanismi di matrimoni vantaggiosi e programmati, dapprima con insofferenza per poi adagiarsi e amare quella condizione di vita. Per me è stato deludente un finale di tale sorta; vedere piegata anche la figura più forte e intrigante del romanzo ha rappresentato per me un fallimento del genere femminile, per quanto gli intenti della Auesten fossero del tutto opposti. E' comunque un classico scorrevole e leggibile.