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Quadro, quadro delle mie brame...
Un quadro, un ritratto in particolare.
E’ nello studio di Basil Hallward che ha inizio la vicenda di Dorian Gray. Viene presentato come un uomo debole e ingenuo che per la sua bellezza divina si guadagna da vivere posando come modello. Ma dal momento della stesura del dipinto inizia il suo vero cambiamento.
Spinto dal cinismo e dalle teorie di lord Herny, Dorian cambierà e porrà alla sua vita un unico obiettivo: essere bello sempre.
La sua ansia nei confronti di questo argomento lo farà schiavo della sua immagine: non solo quella che gli si presenta davanti allo specchio, ma anche quella impressa con i colori sulla tela …
Da personaggio umile e invidiato dalla società per il suo aspetto, si trasformerà in un uomo crudele, inseguito dall’incombenza della fine.
E sarà da quel momento che i paesaggi descritti prima alla luce del giorno e ricchi di odori impregnati di flagranze particolari, si trasformeranno in luoghi cupi, dove la notte sembra l’unico arco di tempo in cui descriverli per l’oscurità nei pensieri …
Il romanzo, capolavoro di Oscar Wilde, presenta dunque una narrazione “dinamica”: dalla luce al buio dei luoghi dove si svolgono i fatti, dalla felicità ai problemi esistenziali dei personaggi, dalla vita alla morte …
Nonostante la prima pubblicazione del libro si sia avuta nel 1890 su un giornale inglese, l’opera letteraria si presenta attuale più che mai.
Il dilemma adolescenziale (e non solo) sulla bellezza, di chi fa di tutto per essere bello sempre (tinture, ricostruzioni, operazioni chirurgiche volte a imbottire il seno, le labbra o gli zigomi), fa dello stesso complesso una scusa per la schiavitù eterna dell’essere umano. Perché tutto questo? Per cercare di vincere la forza del tempo che, instancabile continua a scorrere.
“Il ritratto di Dorian Gray” un avvertimento, affinchè non ci facciamo “abbindolare” dal possibile raggiungimento di un obiettivo irraggiungibile per natura.
Un libro da comprare, da leggere, da rifletterci sù.