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A me resta il colore del grano.
Il fascino di questo libro sta nella sua disarmante semplicità. Esso si ripropone di insegnarci, o semplicemente ricordarci, molte cose che abbiamo perso crescendo, per questo non può essere considerato semplicemente un libro per bambini ma ha molto da dire anche agli adulti.
L'autore si propone di analizzare in modo del tutto originale, attraverso lo sguardo innocente di un bambino i comportamenti irragionevoli, i vizi e le caratteristiche tipiche degli adulti senza però mai dare un giudizio morale.
Il piccolo principe infatti è un solitario bambino che vive su un asteroide con una superficie talmente ridotta da riuscire a vedere i tramonti semplicemente spostando la sedia di pochi passi. Unica sua compagna una rosa capricciosa e viziata che lui coccola in ogni modo ma da cui si sente così esasperato da intraprendere un viaggio. Si tratta di un percorso di conoscenza in cui incontrerà personaggi tanto bizzarri, come solo gli adulti possono essere: chi crede di regnare sull’universo intero quando nessuno sa della sua esistenza; chi è ligio al dovere al limite del paradosso accendendo e spegnendo continuamente un lampione; chi è vanitoso e vive nell’attesa di qualcuno che lo ammiri.
Ma il tratto più significativo è senz'altro quello sul pianeta terra dove incontra una piccola volpe e scopre il significato di "addomesticare", l'importanza di avere amici, di creare legami per sentirsi un pò meno soli, riscoprendo così l'unicità della sua rosa.
Un libro per coloro che conoscono l'importanza di creare legami, credono nell’amicizia e nei rapporti improntati su semplicità e verità. Un libro per bambini e per ragazzi ma soprattutto un libro per adulti affinché non si dimentichino mai di esser stati, a loro volta, bambini.