Dettagli Recensione
Anna Karenina
CONTIENE SPOILER
Una donna, tradisce il marito, ma dopo un profondo travaglio interiore si suicida.
In genere si usa sintetizzare così – con una sintesi tra comico e inconsistente – un romanzo di circa mille pagine. Ovviamente non stiamo parlando di un romanzo qualunque, ma di uno dei capisaldi della letteratura mondiale.
C’è un’introduzione di poche pagine di Pietro Citati, nell’edizione della Rizzoli, che per la sua bellezza e completezza toglie ogni ragione ad altri di aggiungere commenti.
Nel rigo iniziale, con cui ho introdotto questa opinione, è racchiuso tutto: amore, tradimento, turbamento e morte. A ben guardare, è ciò che muove la vita, è ciò di cui è fatta la vita. E “Anna Karenina” è un romanzo proprio sulla vita, sul senso di esistere, sull’eterna domanda se la vita abbia un senso.
A questo tenterà di dare la risposta uno dei protagonisti, Levin, – operazione ambiziosa, ma, ricordiamoci, siamo di fronte a Tolstoj… – in una storia che scorre parallela a quella di Anna Karenina, ma che per le riflessioni a cui invita assume caratteri inauditi. La storia di Levin e Ketty è ancora più semplice: due giovani, dopo essersi inseguiti, si ameranno. Un lieto fine per loro. Però la stranezza è che del romanzo si sintetizza sempre la storia di Anna. Sarà per quel nostro morboso istinto a soffermarci più sul male che sul bene: se vediamo due che si tengono la mano ci passano quasi inosservati; se vediamo un incidente o una lite, subito l’attenzione…
Ma stavamo parlando di “Anna Karenina”.
Anna è alla ricerca non di una passione, ma della vita.
È il romanzo è proprio un enorme trattato – ma splendido – sul senso della vita. Tolstoj accompagna il lettore attraverso tutti i solchi di cui la vita stessa è fatta. Si toccherà nel romanzo ogni aspetto dello scibile umano (politica, verità, menzogna, religione, impegno sociale, arte, morte…), dando un’unità nella narrazione che fa del romanzo stesso un mondo a parte, un microcosmo, ma, in ogni caso, un territorio in cui per ognuno è possibile specchiarsi.
Mi ha colpito una certa critica che Tolstoj fa all’intelletualismo puro e, forse, vuoto, fine a se stesso. Due esempi. Nel passaggio in cui muore il fratello di Levin, Kitty gli è vicino e la cosa sorprende Levin fino al punto da fargli riflettere sulla compostezza, fermezza e forza con cui Ketty affronta la morte, la tocca, la vede in faccia, mentre lui, Levin, ne è quasi impaurito. A quel punto si chiede a cosa sono serviti tutti quelle sue riflessioni con tanti letterati, con tanti filosofi proprio sulla morte se poi, quando l’hai di fronte, ciò che conta è solo saperla affrontare a viso aperto, come fa Kitty. È la vita che prevale, su tutto (del resto, è un romanzo sul senso della vita, avevamo detto…)
Ancora, quando Vronsky (l’amante di Anna) si reca da un pittore per fargli fare un ritratto della sua amata, l’artista all’inizio viene quasi ridicolizzato poiché non ha “studiato”, ha una cultura volgare, mentre lui Vronsky, fa corsi di arte e di pittura. Però, al termine del ritratto, Vronsky capirà che tutta la sua cultura non gli è servita a nulla, poiché quel pittore, Michajlov, è riuscito, grazie solo a un innato “talento”, a cogliere tratti di Anna di cui Vronsky riconosce l’autenticità e che mai, nonostante tutti i suoi studi sulle tecniche di pittura, lui avrebbe saputo cogliere. E si chiede grazie a cosa questo uomo che non ha amato Anna, come l’ha potuta amare lui, ad essere capace a cogliere in uno sguardo dipinto l’essenza dell’animo umano. Anche qui, l’occhio prevale sulla ragione, un istinto artistico vitale prevale su qualsiasi formazione dottrinale.
La scrittura è classica, senza alcun tipo di sperimentazioni linguistiche o stilistiche (cosa che, ad esempio, farà Dostoievskij, contemporaneo di Tolstoj, in “Memorie dal sottosuolo”). Ma proprio per questa leggerezza di linguaggio le mille pagine non spaventano e non fanno del romanzo un’opera ostica quale potrebbe essere, ad esempio, l’Ulisse di Joyce.
Ho trovato “Anna Karenina” sorprendente per l’evoluzione della storia, in cui Anna viene delineata come una donna tormentata quanto Madame Bovary di Flaubert, sebbene rispetto a questa sembri essere spinta da ragioni e riflessioni, forse, ancora più profonde.
Indicazioni utili
Commenti
17 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
pensavo che l'opinione sarebbe rimasta così, mai letta: immaginavo tutti al mare
(sarebbe più comprensibile…)
ciao.
Alfredo, una sintesi magistrale.
Complimenti,
Amalia
Comunque, recensione stupenda! è difficilissimo abbraciare la vastità di Anna Karenina in un commento che non siano 25 pagine almeno! Te la sei cavata egregiamente! :))
I love Karenina! Un libro che ho preso in mano decine di volte e la cui lettura sono riuscita a completare solo qualche anno fa. Per poi rileggerlo e rileggerlo quasi come si trattasse della bibbia :))
La parte di Levin (e la campagna!) Arghhhhhh che noia!!!
17 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |