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Sola contro tutti
Correva l’anno 1877 quando Anna Karenina venne pubblicato per la prima volta.
Reduce dal successo di Guerra e pace, L’Iliade del XIX secolo, come aspirava a definire quel monumentale lavoro Lev Tolstoj, l’autore con quest’opera intendeva dare vita al suo primo autentico romanzo, una grande tragedia in cui passioni istintive e conformismo societario si fronteggiano in una battaglia da cui uscirà perdente l’unico soggetto debole per natura, la donna.
Osteggiato dalla maggior parte della critica russa, che non riusciva a comprendere un’opera al di fuori di canoni tradizionali, Anna Karenina è un autentico capolavoro di quella corrente letteraria propria dell’epoca e che risponde al nome di realismo, nella quale esponente di spicco italiano fu indubbiamente Giovanni Verga.
In questo romanzo, che è ambientato nell’elite della società russa, Tolstoj affronta, approfondisce e mette a nudo temi di per sé rivoluzionari, sia per quel periodo storico, sia per la notoria ristrettezza di vedute della nobiltà e dell’alta borghesia del suo paese. E’ tanta la carne al fuoco, ma il cuoco è uno chef impareggiabile e così riesce ad amalgamare in modo perfetto non pochi argomenti, quali l’ipocrisia, la gelosia, la fedeltà, la famiglia, la fede, il desiderio insano della carne e la passione sfrenata, inquadrando il tutto in un antitesi fra la vita e il mondo della campagna e della città.
Anna è molto bella e assai in vista nella società di San Pietroburgo e s’innamora follemente del conte Vronskij, più giovane di lei, ma non è un’avventura, normalmente tollerata da quella società, è invece proprio il desiderio di rinascere a nuova vita, troncando con il passato. E’ una cesura insostenibile, che cozza contro un mondo ipocrita, che a tutto acconsente salvo a che venga minata quella struttura di immutabilità su cui poggiano privilegi e prestigio, che poi verranno spazzati via dalla Rivoluzione di Ottobre.
Anna rivendica la sua personalità e la sua dignità di essere umano e anche quando l’amante la lascerà, continuerà lungo la via intrapresa e non tornerà dal marito. Isolata, osteggiata da tutti, impossibilitata a rivedere l’amato figlio, farà l’unica scelta possibile, dolorosa, in un ultimo definitivo atto di rivendicazione della propria libertà.
In parallelo con la sua storia c’è poi quella, assai diversa, dell’amore fra Kostantin Levin e Kitty, un’unione solida, basata su sani principi, estranea al mondo ipocrita della nobiltà cittadina. E’ evidente l’inserimento di questa vicenda perché del tutto in contrasto con la situazione d’incertezza con cui invece procede quella di Anna. Il richiamo alla sostanza di un rapporto basato su sentimenti autentici e non su passioni travolgenti rientra non poco nella filosofia di vita dell’autore che, guarda caso, in Levin delinea, almeno in parte, un ritratto di se stesso.
Anna Karenina è un romanzo inusuale per l’epoca e non solo per la società russa, una storia che incide come una lama in un tessuto di stoffa opulenta che cela al suo interno un mondo del tutto irreale, in cui ciò che conta è solo l’apparenza, che per esistere non può e non deve essere scalfita.
Da leggere, perché è un altro capolavoro di Lev Tolstoj.
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Ovviamente, fantastica recensione!