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Straniante
Si può commettere un efferato omicidio per semplice noia? E' questo il quesito su cui è imperniato il racconto di Camus, in uno dei capisaldi del romanzo dell'assurdo.
Personalmente l'ho trovato meraviglioso: Camus riesce a descrivere con semplicità (è questo il suo primo grande merito) l'insofferenza esistenziale del suo protagonista, un grigio impiegato che lavora in un caldo ufficio della Francia coloniale. Meursault è toccato ma mai realmente cambiato dagli eventi che gli capitano, neanche la morte riesce a distoglierlo dalla noia che lo pervade: incredibilmente lontano da ciò che pure di bello potrebbe succedergli rifiuta con decisione una vita verso cui non ha alcun interesse.
La prosa è giustamente lineare e semplice, e mi sembra che riesca da sola a trasmettere quel senso di straniamento che è poi il nocciolo del racconto.
Mi chiedo se i tanti scrittorucoli da centinaia di migliaia di copie vendute lo abbiano mai letto.
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Commenti
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Mi fa cmq piacere condividere con qualcuno le impressioni ricevute dalla lettura di questo romanzo breve: mentre lo leggevo ho avuto chiara la percezione che la grandezza di un autore si misura in acutezza, nello stile, nella capacità di creare pathos, nella prosa....e solo in ultima istanza nell'intreccio. I romanzi moderni peccano di "eccessi di intreccio" tralasciando tutto il resto. A volte mi capita di pensare che gli autori dei vari best seller degli ultimi anni abbiano preso ispirazione dal T9: c'è qualcosa dei romanzi di Moccia che non si possa dire con un "tvtttb"?
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