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I demoni
 
I demoni 2011-05-16 14:08:27 silvia t
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4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
silvia t Opinione inserita da silvia t    16 Mag, 2011
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Completo

Una sola parola può sintetizzare settecento pagine di scrittura frenetica, ma mai ridondante o inutile: completo.

La sensazione che si ha durante la lettura e soprattutto allo scorgere dell'ultima parola de "I Demoni" di Dostojevskij è quella di avere assorbito qualcosa che alla coscienza sfugge.
Infatti la perfezione dell' Opera non si trova solo nella correttissima prosa (mi riferisco ad un'edizione Einaudi del 1946 tradotta da Polledro), ma anche e sopratutto nei ritmi che cambiano al variare della tematica, come la sinfonia che accompagna un'opera lirica.
Il tema trattato è quasi impossibile da definire, la trama si snoda intorno a una cellula terroristica formata da cinque persone più un capo, Pëtr Stepanovi? Verchovenskij . La cellula diviene mezzo del capo per arrivare ai propri scopi e i cinque le pedine che casella dopo casella porteranno il Re a realizzare i suoi desideri.
Se questo è grosso modo il filo narrativo che compone l'ordito, si snodano nel suo scorrere innumerevoli altri fili colorati che andranno a comporre la trama di un prezioso arazzo, che solo alla conclusione del romanzo si mostrerà nella sua straordinara perfezione e completezza.
C'è la Russia del 1870 che trasuda da quelle pagine, la società che cambia, da poco i servi della gleba non erano più tali; questo è ciò che più mi ha colpito: ho sentito di appartenere a quel popolo attraverso il racconto pedissequo dell' io narrante Anton Lavrentievi? G...v.
Ogni personaggio non è solo un attore di questa tragedia è anche rappresentazione a volte di una classe sociale e altre proprio di personaggi dell'epoca, un esempio per tutti Karmazinov, letterato molto in vista in città, è preso per stigmatizzare e ironizzare su Turghenev.
Insomma Dostojevskji utilizza tutta la sua arte per divertire il lettore, con moltissime scene esilaranti e grottesche, ma non lascia il tempo di empatizzare con un personaggio che subito ne svela debolezze e meschinità, metafora del suo pensiero nei confrotti della società che si trova nella sua Patria.
Non basterebbe un libro per approfondire tutti gli aspetti di questo capolavoro e il mio intento è quello di invogliare la lettura, tenedo stretto il filo che l'autore ci adagia nelle mani quando apriamo il volume portandoci a conoscere Stepan Trofimovi? Verchovenskij, padre di Pëtr Stepanovi? Verchovenskij, elemento trasversale che unisce tutto il romanzo, personaggio che fa tramite tra la vecchia società e la nuova e che ci da spesso la chiave di lettura e la giusta angolazone per comprendere gli altri personaggi.
Chi avesse già letto il libro si starà chiedendo perchè non ho menzionato il protagonista effettivo Nikolaj Vsevolodovi? Stavrogin, la risposta è presto data, Nikolaj è complementare a Stepan Trofimovi? Verchovenskij, ma nel male, è il male assoluto, rappresenta la nuova società, il nichilismo imperante che l'autore detesta, ma troppo poetica ed elevata è la caratterizzazione della sua figura che ogni mio tentativo di spiegarla non le renderebbe merito.

La lettura è senza dubbio impegnativa, ma è uno di quei romanzi che arricchiscono ad un livello che si apprezza con il tempo e che come un buon vino d'annata va lasciato decantare.

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Commenti

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Hai ragione... mai ridondante....
Complimenti! :)
faye
E' sublime, sono d'accordo con Faye! :)
In risposta ad un precedente commento
JUNE
22 Marzo, 2013
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yh bravaaa,mi aggiungo all'eco: meraviglioso oso-oso-oso-osoh
Ma grazie :-)....
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