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La morte a Venezia
 
La morte a Venezia 2011-04-25 04:31:06 Marghe Cri
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    25 Aprile, 2011
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Un classico

Un piccolo libro delicato, nonostante descriva il sentimento di amore proibito di un uomo maturo per un preadolescente.
Delicato perché i sentimenti, anche violenti, che descrive, restano a ribollire nell’animo dell’uomo che non si concederà altro che lunghe occhiate, poche parole e lievi carezze sul capo del bellissimo ragazzino.
Il dipanarsi della storia ed il manifestarsi della “malattia d’amore” sono accompagnati da bellissime descrizioni di una Venezia morente, già allora, coi canali stagnanti che divengono bacino di coltura per una pestilenza che esploderà virulenta verso le ultime pagine del libro.
I personaggi, anche quelli secondari, sono oggetto di un’attenta indagine psicologica che li rende reali, a tutto tondo, anche quando sono destinati a non pronunciare neppure una parola.
Lo stile di scrittura è quello dei grandi classici, ma Thomas Mann ha una sua modernità, una leggerezza nello scrivere che forse potrà piacere anche a chi non ha molta dimestichezza con i capolavori dell’inizio del secolo scorso (Mann ricevette il premio Nobel nel 1929).

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Commenti

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Ho sempre amato questo capolavoro..
Ma vorrei sottolinearti che quello che Von Aschenbach provava per Tadzio non era 'amore' per un'altra persona! Quello tra l'artista e il ragazzo è un AMORE nel senso più vasto: amore per la vita, amore e ricordo della sua adolescenza, amore per la malattia (per via di quel gusto decadente inizio novecentesco).. Quello per Tadzio è quello più trascurabile..
Scusami, ma di fronte a Thomas Mann non riesco a resistere!..

Comunque bellissima recensione! :)
In risposta ad un precedente commento
Marghe Cri
25 Aprile, 2011
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Ciao Darkala, sono in buona parte d’accordo con te.
Il libro è assai più di quello cui io ho accennato nel mio giudizio: è sicuramente un’allegoria legata al bene e al male, alla libera moralità dell’”artista” contrapposta all’ordine morale della buona borghesia; è, come la maggior parte dei grandi romanzi fine otto inizio novecento, un’indicazione morale contenente in sé anche un giudizio dell’autore. Non per nulla alla fine il colera sarà catartico per il povero Aschenbach, che ne morirà quasi come punizione per non aver voluto rinunciare a qualche giorno ancora della felicità tormentosa che gli procura ammirare la pura bellezza del giovane Tadzio.
Ma lo stesso Mann dichiarò che in quei giorni (durante la stesura del capolavoro) era alle prese con una novella che, seppure in toni pacati, riguardava un caso di pederastia. Ecco perché anche io mi sono limitata a segnalare il contenuto più superficiale.
In ogni caso quando scrivo una recensione su un libro per siti come questo dove ci incontriamo, non mi accingo ad effettuare una critica ragionata del testo (cosa che forse non sarei in grado fare in modo adeguato), ma solo a dare indicazioni “macro” del contenuto anche per non defraudare il possibile nuovo lettore della scoperta e del piacere di giudicare da sé l’opera.
Ci siamo scritte anche riguardo a Firmino… bene, anche in questo caso, la mia recensione è estremamente limitata rispetto a tutto quello che ho trovato in quel libro.
In Firmino troverai i temi del rifiuto, della modernità che distrugge la cultura, dell’amicizia, della solitudine, dell’affermazione di sé, del valore del sacrificio per il raggiungimento dei propri obiettivi .
Troverai una morale amara ed attualissima ed una prosa semplice e colta.
Proverai l’innamoramento per un animale che di solito ci arreca disgusto, ma che ti apparirà affascinante per il suo tentativo disperato di diventare “uomo” o quantomeno di farsi accettare dagli uomini come simile, in virtù dei suoi talenti.
Scusa, anche io mi lascio trascinare… i bei libri sono benzina per la mente e non si finirebbe mai di parlarne! ;D
Ti ringrazio per l’apprezzamento. Mi farà piacere confrontarmi ancora con te su qualche altro libro di cui condivideremo la lettura.
A presto :)
In risposta ad un precedente commento
darkala92
25 Aprile, 2011
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Già, hai fatto un'ottima analisi nel commento, ma sai, io preferisco maggiormente un'analisi simile che una più approssimativa.. ma semplicemente perchè sono ciceroniana, che ci vuoi fà! :)
Poi dei libri non amo nemmeno tanto le storie, che per me sono relative, ma lo studio che se ne fa dietro, e Thomas Mann dà parecchio da riflettere ai suoi lettori, di cui io orgogliosamente ne faccio parte! :)

Firmino? Ah, si.. ricordo!
Non ho avuto ancora modo di comprare il libro e sinceramente non so quando lo leggerò perchè ho già altre letture da fare, prima di quella.

Per i simposi sono sempre a disposizione! :))))
A presto! :P
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