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Erik - Vittima del destino e delle passioni
Che storia bizzarra ed originale è questa!
Un cocktail di emozioni: tristezza, amarezza, pietà, amore..
Devo ammettere che in un primo momento, la storia di un fantasma che vive negli inferi della casa della musica di Parigi e che chiede il suo "stipendio" ripetutamente ai direttori dell'Opera, è un qualcosa di azzardato. Il personaggio di Erik - il fantasma - può sembrare, in un primo momento, odioso, in quanto tormenta l'Opera per nessuna ragione apparente. Successivamente però si apprende la sua storia frustrante, si comincia col provare pena della sua esistenza e si finisce col compatirlo. Una creatura mostruosa, deriso da tutti per via del suo brutto aspetto, tale da sembrare la Morte vivente. I suo stessi genitori provavano un senso di disgusto nel vederlo; utilizzato addirittura come fenomeno da baraccone nelle fiere! mah,ahimè, sto svelando proprio l'Epilogo. - Pardon -
E' un personaggio, però, tremendamente normale e maledettamente fuori dal comune allo stesso tempo.
Ucciso da pene d'amore, come un qualsiasi essere umano, abile architetto di costruzioni "anomale", ma soprattutto quello che papà Daaé aveva definito: l'Angelo della Musica. Una voce, la sua, che va oltre il normale, oltre il concepibile, tale da ingannare e soggiogare tutti, compresa la povera Christine, vittima delle passioni ardenti del fantasma.
Come non compatire un uomo/fantasma che ha un aspetto talmente raccapricciante da essere costretto ad indossare una maschera (ciò può tirare in inganno, nel senso che ci si aspetterebbe un uomo, di bellissimo aspetto, dalla voce divina che con la sua mente controlla le altre), confinato in una dimora al di sotto del mondo, che desidera semplicemente essere trattato come gli altri, passeggiare per le vie di Parigi senza essere deriso, guardato, accarezzando e tenendo per mano sua moglie.
Ovviamente tutta la storia è racchiusa in un alone di mistero, di gotico, di assolutamente incantevole, che cattura l'attenzione del lettore.
Anche l'Epilogo è interessante, in quanto delinea concetti e riporta scoperte, della presunta indagine, che non sono stati trattati nel resto del libro.
Ma, dopo questa recensione, porgo a voi la domanda: Erik, mostro da compatire o da odiare?
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Commenti
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Devo soltanto avvisarti dicendo che in alcuni tratti lo stile cala un pò (secondo me) anche se tutto sommato è di buon gradimento.
Cala quando ci sono troppi puntini di sospensione e si ripete un qualcosa parecchie volte (tipo una frase, oppure un'esclamazione)
Io l'ho visto al cinema.
Ciao.
Gineisa
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