Dettagli Recensione
Imparare a giocare.
Castalia è una terra fra le terre, un sogno albeggiato di cobalto, un paese che non è paese : qui, solo qui, risiede il Gioco.
Perle di vetro.
La Libertà è fatta di un materiale pallido, ma nobile perché fragile.
Che cos'è il Gioco?
Se lo chiede Josef Knecht, trovatello, bambino prodigio entrato nel territorio di Castalia quasi per fato.
E impara.
Anzi, impara ad imparare.
Il Gioco? Retorica, Dialettica, Musica, Meccanica delle Sfere e tanto tanto tanto ancora : insomma, la Libertà.
Ogni Magister che incontra Josef ne rimane stregato.
Egli è il predestinato.
Conosce le regole.
Gli scorrono nel sangue.
La legge è severa, ma sempre legge: chiunque abbandoni Castalia diventerà "come gli altri"...mortale.
Per questo motivo Knecht, raggiunto il grado più alto, quello di Magister Ludi, si deciderà a lasciare la pace.
Fra un Gioco e l'altro, in una notte passata ad ascoltare Purcell da un organo a mantice,il Magister Ludi deciderà di divenire mortale.
Di andare oltre.
Oltre.
Perché ci vuole un coraggio immortale per divenire mortale e morire fra le braccia di un lago.
Romanzo iniziatico ed altamente simbolico, Il Gioco delle Perle di Vetro rappresenta una delle più belle prove della grandezza del Genio.
Non chiedo di sposare la mia teoria: non sono Magister Ludi, sono solo un timido apprendista, parlare non mi è consentito.
Eppure scolpire il silenzio si può.
Anche il vento è Verità.
D'altronde la Verità non s'insegna.
Si vive.