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Capolavoro indiscusso
Sicuramente l’opera più famosa di Lawrence, non si può dire che “L’amante di Lady Chatterley” sia anche la più letta, o, per lo meno, letta bene.
Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, Constance Chatterley non è una donna particolarmente trasgressiva, ma solo una donna infelice. Oliver Mellors, il guardiacaccia, non è un nerboruto stallone che si esprime a monosillabi, ma un uomo introverso e amareggiato dai suoi errori passati.
La storia tra i due nasce per caso, sullo sfondo di un’Inghilterra tramortita dal primo conflitto mondiale e in piena crisi di valori. Lawrence tratteggia un inno alla Vita attraverso la riscoperta del corpo, delle sue sensazioni più elementari e genuine, ma anche attraverso la fusione tra uomo e Natura, sempre più accantonata a causa del progresso e dell’industrializzazione.
Simbolo del demone del progresso è la miniera, fonte di guadagno per la classe dirigente (della quale fa parte il marito di Connie), ma anche un mostro che “ingoia” i minatori, per poi sputarli via deformi e malati.
Per Oliver Mellors conoscere Constance significa riprendere fiducia nella vita e nella Passione tra uomo e donna. Per lei, invece, significherà prendere coscienza non solo del suo desiderio di maternità, ma anche dell’ipocrisia e del vuoto che caratterizza la gente del suo ceto sociale.
Lawrence si fa portavoce di un’epoca, ma anche del difficile rapporto Uomo-Donna, sempre meno spontaneo vuoi per sovrastrutture intellettuali, vuoi per la diffidenza crescente tra un uomo sempre più disinteressato a far felice una donna, e una donna che ha preso coscienza di sé e non accetta più il suo ruolo passivo. Si può rimproverare a Lawrence forse un lieve disinteresse per la questione femminile, ma non lo si può incolpare di ignorare la sensibilità femminile.
Leggendo questo capolavoro indiscusso, mi sono sempre sorpresa della maestria con la quale l’autore riesca a entrare nella testa delle donne e non solo: si percepisce un amore immenso per il Corpo femminile nella sua verità indifesa, senza orpelli e “aggiustamenti”.
Questo romanzo è un invito alla vita, alla Passione pura, e una denuncia contro l’aridità di una società che non comprende la bellezza di un fiore, ed è costretta a usare metafore stantie per esprimerla.
Le tanto chiacchierate scene di sesso non hanno mai il sapore dell'esibizionismo compiaciuto che ritroviamo nella letteratura odierna, ma sono descrizioni schiette della fusione, non sempre facile, di due corpi, e, soprattutto,sono scene impregnate di una delicatezza poetica che non è mai stucchevole.
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