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Madame Bovary - Tra amore e critiche
E' difficile dire se il libro sia bello o meno, almeno per me. Posso azzardare a dire che la storia è abbastanza interessante, poichè si può notare una realtà che sebbene rappresenti quella del quarantennio della rivoluzione francese e degli anni a venire, rispecchia molto il mondo e la società del XXI sec.
Particolari e coinvolgenti sono le critiche palesi che Flaubert muove alla società borghese [economista e tendente al fanaticismo tipico della classe nobiliare], ma soprattutto al mondo clericale e alle sue abitudini. Giusta è stata la considerazione che il farmacista Homais ha fatto riguardo la chiesa, essendo contro al beffardo e alla falsa devozione che soprattutto nei tempi contemporanei come quelli antichi era diffusa tra la popolazione, in modo palese nel mondo femminile.
Critica che Flaubert muove forse anche al desiderio sfrenato di successo e di celebrità che porta gli uomini a voler mostrare capacità che, in realtà, non possiedono [es. pratico è l'intervento chirurgico di Carlo Bovary e infine i diversi trattati che il farmacista scrive solo ed esclusivamente per ottenere onori e privilegi].
Sono presenti anche i tipici discorsi politici che camuffano i loschi affari di magistrati e re [presente in quel tempo, ovviamente], nascondendo, con false parole, l'odio che i nobili provavano nei confronti della classe popolare, che da poco si era ribellata. Flaubert assume, secondo me, una posizione ambigua, nel senso che per voce di Rodolfo mostra come lui stesso sia contro il popolo, ma dall'altro lato sembra voler schierarsi dalla sua parte..anche se dal modo in cui scrive si vede palesemente da quale parte stia.
Particolare è la psicologia di Emma. E' una donna dalle tante facce, si può dire: forte da odiare il marito, nascondendo l'adulterio fino alla sua morte, ma debole nel campo sentimentale, in quanto dona tutta se stessa al partner quasi da eliminare la sua personalità. Donna con atteggiamenti molto graziosi e femminili, dal gusto raffinato e classico.. una donna che si lascia e lascia ammaliare chiunque le stia attorno. Mi è sembrato di notare che la stessa Emma non sembra sapere cosa vuole: invidia e desidera quegli amori letti e riletti nei suoi libri, ma ogni qualvolta si avvicina ad avere una storia dedita alla passione e alla conoscenza, inconsciamente si tira indietro. Forse perchè sembra ripudiare il suo adulterio, o forse perchè si stanca subito dello stesso uomo [o forse è il contrario: gli amanti si stufano di lei e delle sue pressioni]. Fatto sta che sarà proprio l'amore e i problemi finanziari [causati dalla mania di voler essere una nobildonna, negando il suo stato borghese] che la porteranno ad avvelenarsi e alla morte.
La psicologia dei personaggi e la trama, insieme alle critiche mosse a diverse posizioni sono interessanti, mentre ciò che mi ha portato a prendere "in antipatia" il libro è stato il linguaggio utilizzato e lo stile. Si racconta troppo di troppi argomenti che non interessano ad arricchire la trama. Si descrivono molti, troppi particolari che possono essere tralasciati, poichè la storia già di suo è interessante, quindi non necessita di altri particolari per renderla leggibile. Ma questa non è una colpa di G. Flaubert, poichè bisogna collocarlo nel suo quadro storico e oprattutto culturale, dove i particolari e la maestosità ancora vigono [sebbene fosse stato considerato l'iniziatore del realismo francese].
Lo consiglio solo ai buon gustai e a chi sa ricavare, attraverso i dialoghi e le descrizioni, le giuste considerazioni, senza lanciarsi in inutili commenti fuori luogo.