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un libro con un'anima
Dire che un libro “abbia un’anima” può sembrare molto new age oppure quasi patetico, dipende dai punti di vista. Eppure Siddharta è uno di quei (rari) libri in cui, quando lo chiudi e lo riponi sullo scaffale, ti senti colpito nel profondo. L’assillante ricerca del giovane Siddharta, il suo cammino spirituale attraverso la meditazione, l’ascetismo, l’amore, il sesso, il denaro, il lavoro, il rifiuto della società e la pace dell’anima, è in realtà un cammino che viene fatto dal lettore. Hesse inserisce nella vicenda numerose disquisizioni e riflessioni filosofiche, anche profonde, come il senso dei propri giorni, il rifiuto della società, la voglia di cambiare. Lo fa in modo da colpire chi legge, affinchè le assimili e le faccia sue. Siddharta, un ragazzo che non si ferma presso nessun maestro, che vuole provare sulla sua pelle ogni dottrina, un affamato di saggezza e conoscenza, è in realtà la persona che tutti noi vorremmo essere. Un uomo alla ricerca di un senso più completo dell’esistenza, che si pone delle domande alle cui però vuole trovare a tutti i costi delle risposte, che non ha paura di sbagliare o di provare nuovi percorsi. Siddharta è ciò che desideriamo essere, aperti, vivi, colmi d’esperienze e di saggezza, soddisfatti di aver vissuto una vita densa di significato. Io l’ho letto mentre percorrevo il cammino di Santiago e devo dire che ho ritrovato nelle pagine molte riflessioni e spunti che erano stati presi in considerazione nelle lunghe discussioni con altri pellegrini e che si vivono durante quell’esperienza.
Questo piccolo romanzo cambia chi legge e lo ripeterò sempre, anche a costo di passare per uno stupido innamorato dei libri.