Cime Tempestose Cime Tempestose

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Lety123 Opinione inserita da Lety123    06 Settembre, 2023
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Lungo, penetrante, forte, indimenticabile

Emily Bronte (1818-1848) scrisse questo libro tra il 1845 e il 1846 e la sua vita ricca di traumi e morti l’hanno portata alla stesura di questo testo oggi definibile come uno tra i più importanti della letteratura inglese. Wuthering Height è il suo miglior capolavoro che però venne pubblicato sotto lo pseudonimo maschile di Ellis Bell nel 1847. Il titolo prende ispirazione da Wuthering Heights – luogo in cui si svolgono le vicende narrate – cioè quelle terre poste sulla sommità di un colle dove spira il vento e la pioggia è perennemente presente tanto da creare un’atmosfera spettrale sommato all’arrivo di un trovatello inquietante dal passato oscuro ci autorizzano a considerare questo testo un romanzo gotico.
Una seconda edizione postuma fu curata da sua sorella Charlotte e così i critici per svariato tempo le attribuirono tale capolavoro, solo successivamente hanno compreso la vera autrice.
Cime tempestose può sembrare apparentemente un testo romantico ma è tutt’altro: è il romanzo di un amore mancato, di un'ossessione distruttiva, di una vendetta esemplare.
Ma è proprio la forza trascinante di una passione mai vissuta a fare di questo libro un capolavoro, un concentrato di sentimenti fortissimi, benché sempre negativi...portatori di cattiveria, violenza e follia. In poche parole penso di aver descritto questo libro così ricco di emozioni.
La trama l’ho trovato particolarmente affascinante, in alcuni punti leggermente lenta ma riprendeva il giusto ritmo proseguendo con la lettura: non si può dar niente per scontato, qui ogni personaggio ha sempre un secondo fine inimmaginabile che si può comprendere solo dopo diverso tempo e solo se il personaggio ne parla apertamente. L’amore tra Cathrine e Heatchliff è lungo, pesante ma evidentemente profondo, ti accompagna dall’inizio fino alla fine.
La caratteristica però che mi ha affascinato in particolare è stata la tipologia di scrittura con un’alternanza tra un lessico alto, con la presenza di termini non più in uso ma comunque comprensibili, e un lessico basso, colloquiale presente tra i personaggi meno acculturati come Hareton.
La storia è molto curiosa per un particolare: è totalmente narrata da Ellen Dean, la domestica cresciuta con i padroni e poi vissuta a servizio di tutti i successori. Questa donna dall’inizio si è occupata del racconto della loro vita all’apparente protagonista, il signor Lockwood, che, stranamente, era sempre presente nei momenti più importanti della vicenda ma il suo occhi analitico ha reso la storia affascinante e realistica nonostante io non abbia dubitato diverse volte riguardo alla veridicità della narrazione non potevo avere maggiori testimoni. Il fatto che mi stia chiedendo ciò nonostante sia consapevole che tutta la trama è solo il frutto della fantasia di Emily Bronte fa comprendere quanto mi sia sentita presa in causa dalla narrazione.
Un’altra caratteristica curiosa che ho notato è stata proprio la figura di Wuthering Height che mi è sembrato una cosiddetta “doccia delle trasformazioni” poiché ogni volta che un qualsivoglia personaggio entrava da quella porta una parte della propria gentilezza scompariva, come un magnete per le emozioni felici, ciò ovviamente solo quando la casa era di proprietà di Heatcliff; questa magia, infatti, si concluse alla sua morte dove la stessa scrittrice sembrò rivedere la gioia con l’amore tra Cathrine e Hareton. Inoltre la costante presenza del maltempo comportava nella nascita di inquietudine, con la ovvia aggiunta della trama inquietante in sé.
L’analisi approfondita di ogni singolo personaggio crea curiosità ed interesse al lettore così sentendosi partecipe quanto il signor Lockwood.
Un libro ricco di tensione, amore,inquietudine, rabbia, solitudine, amicizia e morte, indimenticabile.
“ Lo amo perché lui è me, più di quanto lo sia io. Le nostre anime sono uguali. Io sono Heathcliff.”

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Jari Opinione inserita da Jari    05 Giugno, 2023
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Tormenti, bramosie e vendette

Classico della letteratura inglese, uno di quei romanzi di cui senti parlare da una vita e che però non leggi mai ed intanto gli anni passano. Ma eccomi qui a raccontarlo avendolo finalmente letto. E’ intanto una storia in buona parte raccontata in terza persona da Nelly Dean, governante a fasi alterne delle tenute di campagna Wuthering Heights e Thrushcross Grange, principali ambientazioni del racconto, a Mr Loockwood, un uomo interessato a trovarvi rifugio in fuga dalla città. Mai Loockwood avrebbe immaginato di quali tormenti, bramosie, folli gelosie e spietate vendette quelle mura fossero state testimoni nei precedenti decenni. Già perché “Cime tempestose” è la plastica rappresentazione di quali effetti devastanti possa provocare sugli individui un amore assoluto, selvaggio, senza compromessi, quello che lega fin dalla loro giovinezza Heathcliff a Caterina, e che sopravvive nel primo sottoforma di ossessione anche dopo la morte della seconda. Tutt’altro dunque di ciò che ci si attende da un racconto romantico con un bel lieto fine. Modernissimo per i tempi in cui fu scritto ed ancora adesso potente e bellissimo.

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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    03 Dicembre, 2020
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Anime tempestose

Pietra miliare della letteratura ottocentesca, annoverato nel gotha dei classici che più classici non si può, fa inevitabilmente parte di quei romanzi “da leggere almeno una volta nella vita”. Dunque cos’altro dire che non sia già stato scritto e raccontato centinaia di volte? Forse che vale la pena sottolineare come il valore aggiunto di quest'opera stia nella sua atipicità, nel definirsi si un romanzo d’amore nel quale il sentimento tra l’ombroso Heathcliff e la volubile Catherine viene descritto splendidamente dalla Bronte (“Il mio amore per Heathcliff somiglia ai massi eterni che stanno sotto, una fonte di gioia poco visibile ma necessaria... Io sono Hethcliff: lui è sempre, sempre nella mia mente, non come un piacere, non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere”), ma allo stesso tempo un romanzo nel quale odio, rancore, vendetta si mescolano tra di loro. Conseguentemente ne emerge una storia dal contenuto non convenzionale per l’epoca, nel quale la figura di Heathcliff si erge come quella di un (anti)eroe maledetto e irascibile, solo e perennemente dannato nella sua sofferenza eterna, nel suo dolore universale, nella solitudine che colpisce e che solo un lettore superficiale potrebbe considerare come giusta nemesi del suo agire vendicativo, tanto nei confronti della famiglia Linton quanto della famiglia Earnshaw (“Voi invece, signor Heathcliff, non avete nessuno che vi ami: e per quanto possiate renderci infelici, a vendicarci sarà il pensiero che la vostra crudeltà nasce da un’infelicità più grande della nostra! Perché voi siete infelice, non è così?”).

La Bronte si spoglia di qualsiasi ipocrisia mostrando la personificazione della natura umana nelle sue sfaccettature più complete, tratteggiando personaggi in chiaroscuro che forse potrebbero essere ben individuati ridenominando scherzosamente il romanzo in “Anime tempestose”, al posto di quelle “Cime tempestose” che rappresentano la residenza della famiglia Earnshaw e poi di Heathcliff, alla quale l’autrice aggiunge quel tocco di “gotico” nella descrizione iniziale (“Wuthering Eights: ....e l’aggettivo parla da sé, facendo risuonare il tumulto atmosferico a cui sono esposte queste cime quando infuria la tempesta”), così tanto alla moda nel XIX secolo anche grazie al Frankenstein di M. Shelley. Proprio l’elemento del gotico scorre sottotraccia lungo l’intero romanzo, esplodendo poi nelle pagine finali nelle quali il soprannaturale si manifesta non per spaventare (“Mi accorsi che non stava guardando il muro, perché quando lo osservai bene mi sembrò che contemplasse qualcosa a circa due metri di distanza…..Inoltre l’oggetto immaginario non era fermo, Hethcliff lo seguiva instancabilmente con gli occhi, che non si staccavano un attimo, nemmeno mentre parlava con me”), bensì con l’intenzione di riportare un equilibrio catartico nell’intera narrazione, come se fosse indispensabile per una riabilitazione completa dei protagonisti tutti.

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68 Opinione inserita da 68    13 Febbraio, 2020
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Eros e Thanatos

“ Lo amo perché lui è me, più di quanto lo sia io. Le nostre anime sono uguali. Io sono Heathcliff.”

L’ unico romanzo di Emily Brontë ( 1847 ), intriso di realismo, passione, misticismo, elementi psicologici, individualismo all’ interno di atmosfere gotiche, ma anche espressione e capovolgimento dei classici ideali romantici, in questa ottima nuova traduzione di Monica Pareschi, svela significati enigmatici e rivoluzionari all’ interno di un’ essenza cangiante, creatura viva e pulsante, che scruta e restituisce i recessi della condizione umana tra abissi di malvagità e portentosi slanci amorosi, essenze atemporali ove spazio e carne divengono respiro, vita, sentimento.
Una grande storia d’ amore quella tra Heathcliff e Catherine, sconfinata nella vendetta più cieca per legittimare un desiderio inevaso che supera il contingente per farsi archetipo e simbolo, materia di un senso estremizzato.
Più voci, cambi di rotta, un’ alternanza di luoghi, inalterati, connessi, speculari, ( Wuthering Heights e Thrushcross Grange ), sbalzi temporali, personaggi che si rincorrono, persi, ritrovati, esitanti, estinti, sopravvissuti a rabbia e violenza, anche alla memoria e da esse calati in un racconto che vive di passato, presente e futuro, frammezzato e nebuloso.
La signora Dean racconta, Mr Lockwood ascolta, riflette, si assenta, ritorna, vive di solitudine, afferrato da una storia che stenta a capire e cerca di ricostruire, che gli stessi protagonisti inscenano, restituiscono e paiono rigettare e trasfondere, o meglio porzioni di storie rappresentate laddove il presente nasce da lontano.
Catherine da sempre ha nutrito un esagerato amore per Heathcliff, sin dall’ infanzia è stata un fiume in piena, una monellaccia scatenata, una piccola tiranna, manesca, spadroneggiante, crescendo Heathcliff si è fatto alto, atletico, ben fatto, con tratti decisi, un viso intelligente e modi cerimoniosi con una ferocia primitiva sopita solo a metà dall’ educazione.
Questo diavolo adirato con il mondo vivrà d’ ira e per lei non sarà più il giovane appartenutole, che continuerà ad amare ed a portare con se’, nella sua anima.
Catherine lo avrebbe tanto voluto per se’ in qualunque forma, senza essere abbandonata nell’ abisso di un non luogo, privata della sua vita e della sua anima, ma e’ preferibile esserne odiati che amati.
C’è chi ha scelto la disperazione ( Hindley ), chi vive come un eremita ma si concederà alla speranza ( Edgar ), chi compie gli anni il giorno della morte della propria madre ( Cathy ), e chi ritorna dal padre, unico parente rimastogli ( Hareton ), ciascuno all’ inseguimento del proprio destino.
Di certo c’è la scelleratezza di un animo capace di coltivare in segreto la vendetta e mettere freddamente in atto i propri disegni senza l’ ombra di un rimorso ( Heathcliff ).
Indubbiamente un animo non amato, e l’ infelicita’ delle sue vittime sarà vendicata dal pensiero di una crudelta’ nata da un’ infelicita’ più grande, la propria, un uomo solo ed invidioso come il demonio, la cui morte non sarà compianta ne’ la vita invidiata.
Heathcliff si confronterà con un’ intimità cresciuta rapidamente ( Hareton e Cathy ) che mira allo stesso scopo, due anime che amano e vogliono essere amate, facce animate dall’ entusiasmo dei bambini, un equilibrio ed una crescita sfociate in un’ unione faticosamente raggiunta.
E scoprirà che il mondo intero è una terribile raccolta di testimonianze di un’ esistenza perduta ( Catherine ), che tutto si lega a lei, e c’è chi sembra l’ esatta personificazione della propria giovinezza ( Hareton ), ovunque circondati dalla sua immagine mentre le facce più insignificanti, persino la propria, continuano ad assumere i suoi tratti.
Il mondo intero è una terribile raccolta di testimonianze che lei è esistita e che la si è perduta, che per tanti anni si è stati sue vittime inconsapevoli, senza tregua e rimorso, e ci si specchia in Hareton, spettro del proprio amore immortale, degli sforzi disperati per affermare il proprio diritto, degrado, orgoglio, felicità, angoscia finendo con il riconoscere, senza speranza alcuna, che l’ odio e’ lo specchio di se’, che la vendetta continuerà ad inseguire i fantasmi del proprio passato e che niente restituirà un amore fino al ricongiungimento definitivo con esso, in una vita ormai insopportabile e senza senso imbrattata di solitudine.



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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    30 Ottobre, 2019
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Insopportabile

Alla seconda lettura a distanza di tempo, posso francamente dire di aver detestato questo romanzo, che non mi capacito come riesca a trovare così tante opinioni favorevoli.
Detestabile la figura del protagonista amato dalla sprovveduta.
Sembra un amore sadico e platonico. Dove c'è un buzzurro che usa parole e atteggiamenti da boscaiolo e dall'altra parte c'è una colombella con gli occhiettini umidi che ogni volta che viene trattata male dal suddetto individuo, cade in un amore ancora più folle e disperato.
L'unica cosa bella di questo romanzo, sono le descrizioni dei selvaggi territori inglesi, con la brughiera, le colline, il vento perenne, le foglie che volano ovunque e quel triste desiderabile paesaggio di fine autunno quando freddo e tempesta creano un mix irresistibile che ha dato vita a tanti romanzi e pellicole.
Purtroppo il romanzo mantiene questo livello di tensione tra i due protagonisti, che alla fine snerva proprio.
La lettura in certe parti diventa un campo minato, poichè non si riesce proprio a capire cosa spinga la fanciulla tra le braccia di questa specie di orco, capace solo di urlare e avere un espressione corrugata e malinconica.
Per fortuna ogni libro ha una fine, sennò qui ci sarebbe proprio da versare lacrime amare per la sventurata.

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    13 Febbraio, 2019
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Non chiamiamolo amore...



Non chiamiamolo amore...
Questo romanzo, straordinariamente bello, non è affatto un romanzo d'amore.
Semmai è il romanzo di un amore mancato, di un'ossessione distruttiva, di una vendetta esemplare.
Ma è proprio la forza trascinante di una passione mai vissuta a fare di questo libro un capolavoro, un concentrato di sentimenti fortissimi, benché sempre negativi...portatori di cattiveria, violenza, follia.

"Lo amo e non perché è bello, ma perché egli è me, più di quanto non lo sia io stessa.
Di qualsiasi cosa siano fatte le anime, la sua e la mia sono uguali."

Eppure non basta...
Non basta per coronare quello che sembra un sentimento assoluto, totalizzante.
Non può stare con lui, ma neanche senza...fino ad impazzire.
E lui...lui che non ha radici, non ha legami, non ha nulla se non lei, soltanto lei, sempre lei...lui si devasta e si abbruttisce nella sua assenza, bramando un tormento eterno pur di non rinunciare alla possibilità di vederla ancora, e ancora sentirla...

"Resta sempre con me, prendi qualunque forma, fammi perdere il senno!
Solo, non lasciarmi in questo abisso, dove non riesco a trovarti!"

Parole bellissime...bellissime e spaventose.
Deve averla a qualunque costo, sotto qualsiasi forma e in qualunque dimensione, non importa quanto dovrà aspettare e quanto male farà a chiunque si troverà sul suo cammino prima di arrivare a lei.
Siamo oltre il confine dell'ossessione, oltre quello della follia...

Un romanzo forte, che ti fa arrabbiare, che ti travolge nella sua spirale di cattiveria, che ti fa sentire addosso il vento freddo della brughiera inglese, che ti fa venire voglia di chiudere le finestre, e che ti fa percepire tutta la triste desolazione delle stanze fredde e spoglie di Wuthering Heights...
Un libro che ti inchioda alle pagine, ma...vi prego, non chiamiamolo amore.


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Mollybooks_ Opinione inserita da Mollybooks_    05 Marzo, 2018
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Amore o odio?

Racconta la tormentata storia d'amore tra Heathclif e Cathy, una storia d'amore in cui l'ossessione e l'odio risultano alla base di ogni legame fra i vari personaggi.
Ma state attenti! Non si tratta della tipica storia d'amore fatta di baci, carezze e coccole diabetiche ma è proprio questo, a mio avviso, a rendere quest'opera così affascinante! Avevo deciso di leggerlo dopo che Bella in Twilight aveva rivelato che il suo libro preferito era proprio Cime Tempestose. Per fortuna la mia curiosità mi ha portata ad avventurarmi tra le pagine di un classico bellissimo. La lettura risulta piacevole e abbastanza leggera nonostante si tratti di un "classico"  e consiglio a chiunque ne abbia piacere di leggerlo un giorno.

"Di qualsiasi cosa siamo fatte le nostre anime, la sua e la mia sono identiche".

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Orgoglio e pregiudizio/Jane Eyre/ Emma/ classici/romanzi rosa
Chiunque voglia provare qualcosa di nuovo
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giov85 Opinione inserita da giov85    30 Dicembre, 2017
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Odi et amo

Ambientato nella fredda e desolata brughiera dello Yorkshire, Cime tempestose di Emily Bronte è il romanzo dell’amore come forza totalizzante, che sfugge al razionale, trasforma le persone e le porta ai limiti estremi delle proprie azioni.
Heathcliff, un trovatello dalle origini ignote, condotto sin da giovane in una casa della piccola nobiltà della periferia inglese, ama, ricambiato Catherine, la figlia del suo padre “adottivo”. Terzo incomodo è il fratello di lei, Hindley che lo disprezza così profondamente da ridurlo, alla morte del padre, a bracciante agricolo, curandosi di abbrutirlo sempre di più.
La rozzezza del giovane Heathcliff, finisce con il far vacillare la simpatia della bella Catherine, che nonostante confessi alla sua domestica con una delle più belle dichiarazioni della letteratura, il suo amore per Heathcliff, deciderà di sposare il rampollo dei vicini, il malaticcio e bizzoso Linton.
Queste le sue parole: “Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile.”
Da questo momento Heathcliff si lancerà in una spirale di odio, che lo porterà alle più abiette azioni con il solo fine di vendicare i torti subiti, senza tralasciare Catherine, per la quale l’amore, anche se ricoperto dall’odio, è sempre presente. Il tutto in un climax di passioni, che raggiunge il suo apice nel momento in cui Heathcliff e Catherine, ormai i punto di morte, si confessano il loro amore.
“Ora dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina... la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto; e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu... oh, Dio! Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba?”
La storia prosegue con un Heathcliff, ancora assetato di vendetta, che prosegue il suo intento catartico, nell’ossessione della ormai persa Catherine.
“Oh dicesti che non ti importava delle mie sofferenze! E io elevo una sola preghiera, la ripeterò fino a che la lingua non si sia seccata – Catherine, possa tu non trovare pace finché io avrò vita; dicesti che io ti avevo uccisa; perseguitami allora! Gli assassinati perseguitano i loro assassini, credo. So che dei fantasmi hanno vagato sulla terra. Sii sempre con me, assumi qualsiasi forma, fammi impazzire! Solo non lasciarmi in questo abisso dove non riesco a trovarti! [...] Non posso vivere senza la mia vita! Non posso vivere senza la mia anima!”
Perché Catherine non ha voluto coronareil proprio sogno d’amore con Heathclff? Perché Heathcliff ha deciso di sfogare tutto il proprio odio e la propria vendetta distruggendo la famiglia che lo aveva cresciuto ed impossessandosi delle vecchie proprietà della stessa con ogi sotterfugio? Sono domande che a prima vista rimangono irrisolte, ma che trovano forse risposta i quell’irrazionalità che in fondo in fondo domina le nostre azioni e la nostra vita.
Questo irrazionale trasforma l’amore in ossessione, in odio, piega le anime spingendole al limite estremo delle proprie azioni.
Sembrano quasi echeggiare lontanamente i versi di Catullo:

"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior"

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viducoli Opinione inserita da viducoli    06 Novembre, 2017
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Esegesi minima e inadeguata di un monumento

Ho esitato a lungo prima di decidermi a scrivere qualcosa su Cime tempestose, sia perché la lettura di questo romanzo ha scatenato in me una vera e propria orgia di sentimenti e di emozioni nei quali ho faticato a fare ordine, sia perché su questo straordinario romanzo credo sia stato davvero detto e scritto tutto, e quindi, ancora più che in altri casi, sento tutta la mia dilettantistica inadeguatezza nell’accostarmi, per tentare di analizzarlo, ad un simile monumento. Una cosa è certa: di fronte a quest’opera non mi ritraggo dall’utilizzare termini iperbolici, perché davvero la ritengo uno dei capolavori assoluti della letteratura di ogni tempo (perlomeno della letteratura di cui ho una qualche cognizione).
In Cime tempestose c’è tutto: l’epica, la tragedia, la spietata analisi dell’animo umano – condotta con un approccio che oserei definire psicanalitico oltre un cinquantennio prima che la psicanalisi fosse inventata, la sottile ma implacabile critica alla costruzione sociale, l’ironia e molto altro ancora.
È dalla forma di questo romanzo che vorrei prendere le mosse, perché a mio avviso da un lato essa ci svela molte cose del contenuto, e dall’altro costituisce il primo indizio della grandezza di questa scrittrice, il segno della sua consapevolezza, la prova che nulla nella scrittura di Emily Brontë è lasciato al caso.
Cime tempestose è composto da 34 capitoli: le vicende della prima generazione, nelle quali prevale il tema dell’amore, si concludono esattamente a metà, dopo 17 capitoli, mentre i rimanenti, in cui prevale la vendetta, sono dedicati alla seconda generazione. Ancora: i primi tre capitoli sono una sorta di prologo, durante i quali il primo narratore, Lockwood, prende contatto con i luoghi e i personaggi dell’azione; è dal quarto capitolo che Nelly Dean (la seconda narratrice) inizia a raccontare le vicende degli Earnshaw e dei Linton, di Heathcliff e di Catherine. Specularmente, gli ultimi tre capitoli costituiscono l’epilogo della vicenda, narrato ancora da Nelly Dean a Lockwood dopo alcuni mesi di assenza. La corrispondenza tra i primi tre e gli ultimi tre capitoli è sottolineata dal fatto che i due blocchi iniziano entrambi con la notazione dell’anno cui si riferiscono le vicende che narrano. Una perfetta simmetria narrativa, quindi, che lascia intendere la costruzione di un progetto perfettamente formato nella mente dell’autrice, ma che soprattutto – a mio avviso – costituisce uno dei grandiosi codici cifrati di cui il romanzo è intriso. Prima però di tentare di esporre come questa simmetria delle pagine si colleghi al contenuto (ai contenuti) del romanzo, vorrei porre l’attenzione su un altro aspetto non solo formale di Cime tempestose: la sua struttura narrativa a matrioska. Gli avvenimenti del romanzo non sono narrati da un io onnisciente: come detto esiste un primo narratore, Lockwood, giovane londinese un po’ fatuo che affitta la mansion di Thrushcross Grange. Nei primi tre capitoli, ambientati verso la fine del 1801, narra del suo arrivo e di come conosca il suo padrone di casa, Heathcliff, che vive, insieme ad alcuni parenti e alla servitù, a Wuthering Heights, una proprietà vicina, situata in una porzione più elevata della brughiera. Dopo una visita a Wuthering Heights sotto una tempesta di neve, durante la quale ha subito le conseguenze dello sgradevole clima di paura e malcelato odio reciproco che intercorre tra gli abitanti della casa, cade malato, venendo assistito dalla governante, Ellen (Nelly) Dean, che ha servito gli Earnshaw e i Linton per tre generazioni. È lei che, su insistenza di Lockwood che cerca una spiegazione per gli strani avvenimenti e per l’atmosfera che ha trovato a Wuthering Heights, narra la storia delle due famiglie, partendo da trent’anni prima: la sua narrazione, registrata da Lockwood, occupa praticamente per intero il romanzo, fatto salvo il prologo, visto che è ancora lei a raccontare al giovane l’epilogo. Nelly narra quasi sempre in quanto testimone diretta dei fatti, ma in alcuni casi deve ricorrere a sua volta ad altre fonti (una lunga lettera di Isabella Linton, le confidenze di Zillah, un’altra domestica). Così, in generale i fatti sono narrati da Nelly a Lockwood il quale li narra a noi, ma le cose si complicano ulteriormente quando qualcun altro li narra a Nelly, che li narra a Lockwood che li narra a noi.
Infine, un altro elemento di originalità del romanzo sta nella sua organizzazione temporale: come detto, la narrazione inizia alla fine del 1801, con l’arrivo di Lockwood nella brughiera; dal quarto capitolo inizia il lunghissimo flashback narrato da Nelly a Lockwood durante i pochi giorni della sua convalescenza, che prendendo le mosse, come detto, dal 1771, ci porta gradatamente e linearmente all’attualità del 1801. Guarito, Lockwood lascia Thrushcross Grange per tornare a Londra, ritornandovi alcuni mesi dopo, nel settembre 1802: Nelly riprende il ruolo di narratrice e racconta ciò che è successo negli ultimi mesi.
Questa serie di elementi strutturali costituisce a mio avviso uno degli elementi di maggior fascino del romanzo, perché, come accennato sopra, ad essi corrispondono alcuni messaggi che l’autrice ci trasmette sul significato della storia narrata. La domanda che è necessario porsi è infatti: perché Emily Brontë costruisce in questo modo il suo romanzo, che all’epoca della sua pubblicazione fu aspramente criticato proprio perché confuso?
Riprendiamo il tema della simmetria del romanzo: essa a mio avviso corrisponde ad un’altra simmetria-chiave propostaci dall’autrice: quella esistente tra le due famiglie protagoniste. Gli Earnshaw di Wuthering Heights e i Linton di Thrushcross Grange sono famiglie antiche: la prima volta che Lockwood varca la soglia di Heights nota sull’architrave la data “1500”, e Nelly poco dopo gli dice che anche i Linton sono signori di Grange da secoli. Si presume perciò che sino ad allora le due famiglie abbiano avuto rapporti di buon vicinato, cementati dal comune status di possidenti terrieri: forse anche in passato vi sono stati matrimoni incrociati, anche se nulla ci è detto in proposito. La simmetria tra le due famiglie nel 1771 è comunque perfetta: in entrambe troviamo due genitori con due figli adolescenti o bambini, un maschio e una femmina. Questa simmetria, specchio della tranquillità e del consolidato potere della piccola nobiltà agraria su cui si è fondata per secoli la società inglese, è rotta dall’entrata in scena di Heathcliff. Anche se alcuni commentatori si sono spinti ad ipotizzare che Heathcliff fosse in realtà figlio illegittimo di Mr. Earnshaw, egli è tuttavia totalmente avulso alla piccola, apparentemente cristallizzata società in cui viene catapultato a sette anni, come testimonia emblematicamente il fatto che sia dotato di un solo nome, che funge anche da cognome: l’autrice ce lo descrive come uno zingaro, scuro di pelle e bruno di pelo, che all’inizio si esprime in un dialetto incomprensibile. Viene da Liverpool, la città simbolo del mercantilismo inglese che proprio alla fine del ‘700 stava vivendo l’inizio della prima grande rivoluzione industriale che avrebbe per sempre sconvolto proprio il piccolo mondo rurale incarnato dagli Earnshaw e dai Linton. Heathcliff rappresenta quindi a mio avviso – oltre ad altre mille cose, essendo uno dei personaggi letterari più straordinari che sia mai stato concepito, che affonda le sue radici nella tradizione shakespeariana – la nuova società industriale e borghese che avanza, che si incunea sempre di più nel piccolo mondo antico delle Midland, sconvolgendone i rapporti sociali e finanche il paesaggio fisico, e portando con sé un carico di sofferenze umane inimmaginabili. Emily traspone nel suo romance le angosce, le paure, il senso di ingiustizia che le sorelle provano di fronte a questa nuova organizzazione sociale (esattamente come contemporaneamente stava facendo Charlotte – con esiti peraltro molto meno alti – scrivendo il novel sociale Shirley), angosce, paure e senso di ingiustizia che si sommano a quelle derivanti dalla loro vicenda esistenziale. Heathcliff è odiato e viene espulso dal mondo in cui era entrato, che lo ritiene un selvaggio e un usurpatore; viene annichilito nel suo amore totale per Catherine, ma torna ricco (appunto!), e da quel momento la sua vendetta consisterà nell’appropriarsi dei beni materiali delle due famiglie (di nuovo, appunto!).
L’autrice quindi, con una finesse letteraria meravigliosa, si serve di una struttura narrativa perfettamente simmetrica per raccontarci la rottura tragica di una simmetria sociale ed etica, simmetria che sembra ricomporsi nel finale.
Venendo ora al ricorso alla narrazione a più voci concentriche, è indubbio che si tratti di un’altra grandissima trovata letteraria. Infatti Emily affida apparentemente la narrazione ad un soggetto totalmente estraneo alla storia (ed anche un po’ stupido, presuntuoso e tardo nel capirla sino in fondo), che però in realtà si deve affidare a chi (Nelly) non solo ne è stata coprotagonista, ma in alcuni casi, anche attraverso entrate a gamba tesa, ne ha determinato l’andamento. Noi lettori dobbiamo fidarci di Nelly, ma Nelly ha le sue simpatie e le sue idiosincrasie, è parte in causa: siamo sicuri che le cose siano andate proprio come Nelly ce le racconta? La risposta è no, ed il dubbio è ancora più forte per quelle parti in cui la stessa Nelly si affida ad altre fonti. La storia del breve matrimonio tra Isabella Linton e Heathcliff è narrata da una lettera di Isabella: può mai Isabella essere imparziale? Tutto nel romanzo è mediato dal punto di vista dei vari narratori, che – a parte il povero Lockwood – sono al tempo stesso attori e comprimari. Questa parzialità di giudizio, che attraversa tutto il romanzo, è fortemente voluta, e ci è suggerita dall’autrice proprio all’inizio quando, al primo incontro con Heathcliff, Lockwood prova una viva simpatia per lui e ne apprezza la misantropia, salvo poi ricredersi presto.
Proprio Heathcliff, in assoluto il protagonista del romanzo, è descritto nella prima parte come un selvaggio, e nella seconda come un essere votato alla vendetta, senza che mai possa prendere direttamente la parola per darci la sua versione. Oltre a fatti conclamati che ci possono portare a condividere questa opinione sostanzialmente negativa su di lui, l’autrice mette però in campo altri fatti, che ci fanno riflettere: come detto, egli viene espulso dalla famiglia, alla morte del vecchio Mr. Earnshaw , dal fratellastro Hindley, che lo odia e ha iniziato da subito a umiliarlo. Viene relegato tra la servitù, addetto ai lavori pesanti. Heathcliff sopporta però stoicamente i soprusi, perché forte del suo legame con Catherine. Più tardi, quando si rende conto che anche Catherine lo tradirà, dandosi a chi appartiene al suo rango sociale, se ne andrà per il mondo. Tornato dopo tre anni, si accontenta di essere amico di Catherine, ma viene di nuovo scacciato dal marito di Lei, peraltro a seguito di una vera e propria soffiata malevola di Nelly. Sulla base di questi ulteriori elementi, che giudizio possiamo farci di Heathcliff? È davvero il feroce e spietato individuo di cui ci parla Nelly o è la vittima di una crudele discriminazione di classe?
A proposito di Catherine, l’altro grande personaggio del libro (ma che dire di Nelly o di un personaggio minore come il domestico Joseph?), come non rilevare, nella contraddizione tra il suo amore romantico e assoluto per Heathcliff (”io sono Heathcliff!” dice) e la sua incapacità di sfuggire alle convenzioni sociali, come non vedere nelle giustificazioni alle sue scelte nel famosissimo dialogo con Nelly, una straordinaria capacità dell’autrice di andare oltre l’amore romantico delineando con chiarezza i meccanismi del senso di colpa e dei suoi antidoti?
La struttura narrativa, la parzialità con cui veniamo a conoscere la storia, le sue ambiguità (ce ne sono moltissime nel testo) costituiscono uno degli elementi di grandissimo fascino di questo romanzo, nel quale i giudizi sono espressi da chi ha un preciso ruolo nell’azione, rendendoli così quantomeno controversi, oppure non vengono espressi. In questo senso Cime tempestose può davvero considerarsi un romanzo dotato di una sua peculiare modernità – colta non a caso nel primo novecento – e di una potenza che irretisce anche il lettore contemporaneo.
Resta da dire del finale, di quella struggente (perché a-morale o premorale, secondo una definizione di Mario Praz) fine di Heathcliff, che ci restituisce una parte essenziale della grandezza assoluta del personaggio. Ritengo che una fine così, seppure un po’ sminuita da quella pettegola di Nelly, sia paragonabile a quella degli eroi. Sono solo gli eroi che capiscono quando sono stanchi, quando ciò che fanno non ha più senso: sono solo gli eroi che sanno quando è giunto il momento di andarsene. Anche la nuova simmetria insita nella ritrovata armonia tra gli Earnshaw e i Linton sarà sghemba, perché i fantasmi di Catherine e Heathcliff continueranno a vagare nella brughiera, checché ne pensi il povero Lockwood (che come al solito ha capito poco).
Ci vorrebbero altre decine di pagine ed una competenza che non ho per approfondire alcuni altri dei temi esistenziali, sociali e letterari che Cime tempestose ci propone. Come dice Gabrilu, questo è un romanzo che va letto, riletto e straletto, certi che ogni volta ci regalerà qualcosa di cui stupirci.

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deborino Opinione inserita da deborino    17 Giugno, 2017
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Cosa non si fa per amore?

A che punto si può arrivare per amore?
Cosa può provocare il vero amore quando rimane incompiuto?
La risposta la troviamo in Cime Tempestose, unico romanzo della scrittrice che denota un indiscutibile talento.
Devo ammettere che, personalmente, all inizio (come spesso accade nei classici) facevo fatica ad individuare i personaggi ed il loro rapporto e parentela con gli altri ma prendendo qualche appunto sono riuscita in poco tempo a "ingranare" la storia e poi sono stata costretta a leggerla tutta di un fiato.
Non voglio anticipare nulla, dirò solo che tutti gli avvenimenti ruotano intorno all amore tra Heatcliff e Catherine e l autrice ti fa letteralmente entrare nella storia e vivere insieme ai suoi personaggi.
Voglio solo aggiungere, per chi già lo ha letto, che nonostante tutto ciò che ha fatto Heatcliff, personalmente non sono mai riuscita ad odiarlo, mai una volta sono riuscita a dargli il ruolo del "cattivo".
Cosa dire di piu? Leggetelo perché è un classico che vale veramente la pena di conoscere, considerando anche che viene utilizzato come base per tantissimi libri attuali.
Buona lettura!

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A tutti ma soprattutto chi ama i classici e i libri d amore
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Giugno, 2017
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Chi semina vento, raccoglie tempesta

Cos’è disposto a fare un uomo per conquistare il cuore dell’amata? E quali delitti può invece perpetrare quanto quel affetto gli viene negato? Non sono certo domande facili, ne forse i primi quesiti che vengono in mente quando ci si approccia ad una storia che ad un occhio distratto può apparire romantica e sentimentale. Il capolavoro di Emily Brönte è però tutt’altro che convenzionale, e non lesina al lettore scene di violenza, un linguaggio volgare o dei personaggi diabolici.
La vicenda sarebbe in realtà narrata dal signor Lockwood, ma il suo punto di vita viene ben presto messo da parte in favore di quello della signora Dean, che intrattiene in lettore come pure il narratore con le vicende delle due ricche famiglie della zona, gli Earnshaw e i Linton. Le vite altrimenti serene di costoro vengono stravolte quando il vecchio signor Earnshaw porta a casa un trovatello, battezzandolo Heathcliff; sarà proprio lui anni dopo a causare la rovina delle famiglie, nonché a corrompere l’animo di chiunque entrerà in contatto con lui.
La vera forza del romanzo sta nei personaggi e soprattutto nei passaggi in cui essi esplicano i loro veri sentimenti. Innanzitutto stupisce la mancanza di un eroe, o perlomeno di un personaggio in prevalenza positivo nelle azioni e nei valori; l’unico metodo per classificare i personaggi è tra attivi e passivi, ossia tra chi come Heathcliff si adopera per manovrare gli eventi a proprio favore e chi come Edgar rimane sempre inerte, perfino quando comprende chiaramente le reali intenzioni dell’antico avversario.
Comunque li si voglia identificare, i personaggi sono oggettivamente difficili da apprezzare, almeno ad una prima occhiata: quando Lockwood fa visita ad inizio romanzo a Wuthering Heights, il lettore si ritrova con lui davanti ad una famiglia che pare quasi maledetta, composta da persone completamente prive di fede, nonché di capacità di vivere in modo civile. Soltanto per merito dei retroscena rivelati da Nelly ci è possibile comprendere quali eventi hanno generato questi caratteri; ed alla fine non si può evitare di affezionarsi anche ai personaggi più meschini e malvagi.
A rendere ancor più drammatiche e passionali le vicende del romanzo è la brughiera inglese, ambientazione suggestiva e perfettamente affine allo spirito dei personaggi: cupa come Heathcliff, selvaggia ed indomita come Catherine e al tempo stesso nobile come Edgar.
Personalmente non sono riuscita ad emozionarmi troppo per questo primo triangolo amoroso quanto per il secondo, e in particolare per la dolcissima storia di Cathy ed Hareton, che alla fine si dimostra il migliore a livello umano, a dispetto della difficile infanzia e degli ostacoli che Heathcliff pone con cura sul suo cammino.
Per quanto riguarda i temi trattati, sorvolo su quelli più palesi e ritriti per puntare l’attenzione sulla vendetta e sul desiderio di rivalsa che ci vengono esplicati nelle loro più tristi conseguenze, anche e soprattutto per chi ne è l’autore.
Altro tema trattato forse in modo più sottile è quello dell’innocenza fanciullesca, della purezza anche nei bambini più selvaggi, che vengono cancellate dalle azioni degli adulti, ovvero con l’ingresso nella società fatta di rapporti spesso falsi ed apparenze da mantenere.
A sfavore del romanzo ho riscontrato soltanto una trama priva di svolte e colpi di scena inaspettati, oltre ad un finale affrettato e troppo positivo per essere in linea con il resto della narrazione.

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Aurora_ Opinione inserita da Aurora_    24 Febbraio, 2015
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Un dolce e amaro viaggio nell'umanità

“Cime tempestose”, primo nonché unico romanzo della romantica e sensibile Emily Bronte, è un’opera che offre migliaia di spunti di riflessione, che regala moltissimi significati. Un’opera di cui si potrebbe discutere in eterno, tanti sono i significati e le tematiche da essa affrontati. Chiunque potrebbe trarne un significato proprio, chiunque potrebbe leggervi un messaggio diverso e, sono sicura, benché si possa ripetere la lettura di quest’opera magistrale, ogni volta ci si ritroverebbe a discutere di un significato nuovo, dapprima nascosto e, apparentemente, ignorato. Perché questo è “Cime tempestose”: un piccolo mondo nascosto in qualche pagina di libro, una riflessione attenta e precisa sulle molte sfaccettature dell’uomo, dell’umanità tutta. Da ciò deriva la difficoltà nel poter esprimere in qualche parola di una, forse insignificante, recensione il significato dell’intera opera. Chiunque abbia l’intenzione di leggere quest’opera, è invitato a farlo con attenzione, con occhio critico e analitico. Apparentemente, quest’opera potrebbe sembrare una storia d’amore qualsiasi, ricca sì di grandi significati e con una trama complessa, ma niente di più. In realtà, sono convinta, che una piccola riflessione al termine della lettura o anche una rilettura dell’opera stessa, non potrà che offrire al lettore nuovi reconditi significati e, allora, si potrà leggere la passione, l’amore, l’impegno, la dedizione che Bronte ebbe nello scrivere questo romanzo. Cercherò, con tutta la passione e l’impegno che mi sono possibili, di invogliare il lettore a leggere questo romanzo, riflettendo su alcune delle molteplici tematiche che vengono qui affrontate. La natura, la solitudine, la religione e l’amore sono le principali tematiche cui presterò maggiormente attenzione.

Wuthering Heights, Gimmerton e Trushcross Grange sono le principali ambientazioni del romanzo; la brughiera è protagonista di quest’opera. Una natura solitaria, quasi triste e malinconica, con la nebbia che fa da protagonista e sembra immergere l’uomo in un mondo parallelo, in un mondo fiabesco. Figura centrale nell’opera è la borghesia inglese dell’Ottocento: una classe dominata dall’avarizia, dall’ipocrisia, dalla competizione e dall’invidia ma, anche, dalla cultura, dalla passione per le Arti e dall’Amore.

L’opera si apre con l’arrivo a Wuthering Heights del sig. Lockwood che soggiornerà nella casa in affitto del sig. Heathcliff. La storia, infatti, viene principalmente raccontata dalla sig. Ellen Dean, domestica presso la casa del sig. Lockwood. Però, un’iniziale nonché superficiale descrizione dei personaggi protagonisti di questa storia ci viene offerta dall’occhio quasi misantropo e amante della solitudine del sig. Lockwood. Protagoniste iniziali del romanzo sono, infatti, la misantropia e la solitudine che, all’apparenza, accomunano il sig. Lockwood e il sig. Heathcliff. L’odio e il fastidio recato dall’eccessiva compagnia umana che spinge i personaggi ad allontanarsi, ad abbandonare una stanza, alla ricerca della solitudine e dell’esclusiva compagnia della natura e del silenzio. Si tratta, anche, di una noia data da ogni tipica manifestazione emotiva umana, una tendenza, quindi, a rigettare ogni forma di ipocrisia o “diplomatica cortesia”. Questi uomini, quindi, si presentano quasi come degli automi, incapaci di emozioni, di riguardo nei confronti degli altri; questo è quello che vogliono farci credere.

L’autrice, nell’opera, insiste molto su un altro tema cui viene offerta una duplice interpretazione: la religiosità. Il sentimento del sacro viene qui vissuto in due modi completamente diversi: da un lato, troviamo l’ipocrisia e la bigotteria di Giuseppe, dipendente del sig. Heathcliff e, dall’altro, la passione e la fervida fede di Ellen, dipendente del sig. Linton e, successivamente, del sig. Lockwood stesso. In un caso, la religione viene vissuta quasi come un obbligo, come un qualcosa cui appellarsi per salvare la propria coscienza, per ripulirla dei propri peccati. Questa non è che una semplice concezione utilitaristica della fede, in cui la religione diventa un mezzo per raggiungere i propri scopi e un potere da esercitare contro gli altri. Nell’altro caso, la religione viene vissuta con passione e sentimento e diviene una vera e propria legge di vita. L’amore per il prossimo, il porgere l’altra guancia e il rifiutare qualunque genere di vendetta sono insegnamenti profusi da Ellen. L’amore per Dio e per la fede sono centrali nella figura di Ellen che non manca mai di impartire, laddove ne ha l’opportunità, i suoi insegnamenti religiosi.

Centrale, nell’opera, è indubbiamente l’Amore e, in particolar modo, quello nei confronti di Catherine da partire del sig. Linton e del sig. Heathcliff. Amore, anche in questo caso, vissuto in due modi contrapposti, in un binomio irrisolvibile. Da un lato, troviamo l’amore, oserei dire, più razionale ma non meno sentito e forte di Linton. Il suo è, tuttavia, un amore che non si aspetta dimostrazioni, che viene vissuto con pazienza e tolleranza nei confronti dell’altra. Un amore gentile, manifestato in maniera delicata, elegante e con premura. Questo è l’amore del sig. Linton: un amore profondo, ma mai violento, aggressivo o possessivo. Al contrario, l’amore di Heathcliff è un amore aggressivo, appassionato. Un amore che può quasi essere scambiato per desiderio di possessione, di un totale controllo della donna amata. Il suo è un sentimento che non ammette rifiuti, che odia l’intromissione di terzi. Heathcliff è un uomo forte, un uomo coraggioso; l’unica in grado di rompere questa forte corazza è proprio Catherine, la quale è in grado di indurre Heathcliff a sprigionare le sue più recondite emozioni, i suoi sotterrati sentimenti e le sue fervide passioni. Catherine è in grado di spogliare Heathcliff della sua corazza, di mostrarlo al mondo in tutta la sua debolezza e di legarlo a sé per l’eternità. Sembra essere l’unica ad avere questo potere ed, in effetti, è proprio così. Il personaggio di Heathcliff è estremamente particolare: è un uomo rude, crudele, avaro, distante e odioso. E’ un uomo enigmatico, che non lascia trasparire nulla di sé a nessuno, se non a Catherine, la quale sembra possedere la combinazione giusta per aprire il suo cuore. Bronte insiste su questo binomio, su questa duplice personalità presente in Heathcliff, sottolineando la crudeltà di quest’uomo che si lascia conquistare dalla sete di vendetta e dall’odio nei confronti dei suoi nemici, arrivando ad azioni impensabili e disumane. Dall’altro lato, invece, troviamo un Heathcliff amorevole, premuroso, estremamente sensibile e romantico nei confronti di Catherine. Cime tempestose è, quindi, un romanzo il cui reale protagonista, in realtà, è proprio l’Amore, di cui Bronte ci fornisce molte sfaccettature. L’amore infantile di Isabella, la sorella di Linton, nei confronti di Heathcliff è un amore ingenuo, che si lascia conquistare dalla rudezza di quell’uomo e spera in un risvolto fiabesco, ossia in un Heathcliff capace di lasciarsi andare e di amare. L’amore quasi materno, maturo e responsabile di Ellen nei confronti di Cathy, l’amore premuroso, attento e delicato di Cathy nei confronti di Hareton.

E’ evidente che questo romanzo sia, in realtà, un piccolo tesoro pieno di ricchezze, che il lettore deve essere capace di cogliere e di gustare. Si potrebbe, dunque, parlare a lungo di “Cime tempestose” e spendere ore interminabili nel discutere i molteplici significati di quest’opera. Ho preferito una recensione che ponesse l’attenzione sui significati di questo romanzo, piuttosto che sulla trama in sé, sebbene sia indubbiamente una trama ricca di vicende, di sorprese e di dettagli. E’ un romanzo di cui si può gioire sia prestando l’attenzione esclusivamente alla trama, sia prestandola ai suoi molteplici significati. Come già sottolineato, ogni lettore vi troverà una propria personale interpretazione e tenderà a ritenere centrale nel romanzo ciò che io, magari, ho trascurato. Questa è, a mio parere, la bellezza di un libro: la capacità di indurre in ogni lettore sentimenti diversi e diverse riflessioni, a seconda della personale esperienza di ciascuno. Buona lettura!

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silviiia Opinione inserita da silviiia    24 Gennaio, 2015
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"PERDONAMI PERCHE' HO LOTTATO SOLO PER TE"

“Sì, tu puoi baciarmi, e piangere, puoi strapparmi lacrime e baci: essi ti arderanno, ti danneranno.“
Cime tempestose è uno dei primi libri di cui io mi sia innamorata davvero, è una storia d’amore e di odio profondi , quanto le viscere della terra, quanto l’Inferno dove i due protagonisti sapranno d’incontrarsi.
Heathcliff è un dannato, fin dalla nascita, è malvagio e vendicativo, Catherine è ricca, viziata e capricciosa e si appartengono, l’uno è l’anima dell’altro, ma questo non basta. Lui rimane sempre un orfano adottato e lei la ricca figlia dell’uomo che lo ha accolto e l’amore che non possono vivere li porterà ad odiarsi nello stesso modo in cui si amano, assoluto.
In una bellissima recensione precedente, ho letto che “anche la morte trema”, ed è proprio così, loro sono così brutali e violenti nel loro modo di viversi che la morte non li fermerà. Ogni cosa li lega, ogni sfumatura dell’esistenza, quindi anche la vendetta, entrambi “ammalati” di dolore e di odio si annienteranno, senza perdonarsi mai per il male che si sono fatti, ma anche senza smettere di adorarsi.
Le loro anime sono il riflesso della brughiera dove sono cresciuti insieme, selvaggia, indomita e tempestosa e il loro amore ne è il frutto, altrettanto impetuoso e senza pace.
È un libro incredibile, che entra nell’ anima e la smuove, intramontabile, epico, come il loro sentimento, così devastante, distruttivo e immortale.
“Possono seppellirmi dodici piedi sotto terra, e gettarmi sopra la chiesa intera; ma non riposerò fino a quando tu non starai con me. Mai!”

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    08 Gennaio, 2015
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Cime tempestose

Emily Bronte costruisce sul territorio natio dello Yorkshire uno dei romanzi più noti della letteratura mondiale.
Le “Cime tempestose” sono la culla del racconto durante tutta la narrazione, rimanendo avvolte in una luce sabbiata, pochi raggi filtrano tra le nebbie, l'aria è uggiosa e carica di umidità persistente, due dimore e due ceppi familiari ad un pugno di metri di distanza, tanti volti sulla scena, tanta sofferenza e tanta vita che scorre in una landa pressoché deserta.

Non serve dettagliare la trama oramai nota di questo piccolo gioiello, bensì lasciare che ogni lettore si accinga ad esso con l'animo disposto ad ascoltare non una ma numerose storie.
Le storie s'intrecciano come colorati gomitoli mossi dalle mani di un destino beffardo e anche crudele; i protagonisti sembrano rincorrere una serenità ed una pace che scivola via come i venti che infuriano tra i cespugli delle colline.
Impeccabile la penna della Bronte nel disegnare una galleria di cuori che ribollono per passioni, per follia, per ardore, per egoismo, per smania di possesso, per cieca obbedienza alle convenzioni.
Cuori fragili, sottomessi, deboli e malati, infelici ed ostinati, la cui forza prende vigore dall' Amore, reale o agognato, linfa vitale per ciascuno di protagonisti.

Sono pagine che trasudano una passionalità dalle tinte forti e fosche, numerosi i cliché desueti ma piacevoli da incontrare tra le righe di un testo scritto nel 1846 che riesce ancora a trasmettere emozioni al pubblico moderno.
Un pizzico di delusione potrebbe raffreddare chi ama una narrativa generosa nelle descrizioni di luoghi e situazioni, in quanto lo stile di scrittura dell'intero romanzo si basa su dialoghi.
Nessun timore però, perché la Bronte dimostra una destrezza raffinata e magistrale, confezionando uno scritto denso di contenuto, animato da personaggi fortemente delineati attraverso le loro stesse voci. La Bronte fa parlare le sue creature dal profondo del cuore, senza timore di scoprire vizi e mancanze di cui certo pudore richiederebbe di tacere.

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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    22 Settembre, 2014
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Classico per antonomasia

Ecco il classico per antonomasia! Letteratura inglese dell’800, ambientazione nelle brughiere del North Yorkshire durante la seconda metà del settecento e gli albori del 1800. Un romanzo che, oltre alla narrativa di spessore, mette in luce i principali sentimenti, anche contrastanti, in cui alberga l’animo umano; dall’odio, all’amore, dalla disperazione alla vendetta, dall’astio al disprezzo. Tali sentimenti sono espressi a tinte forti tra i numerosi personaggi che tessono trama e ordito di una preziosa tela letteraria: l’autrice riesce a penetrare nelle miserie umane evidenziandone i lati più oscuri che hanno un drammatico traguardo. Una lettura, quindi, da non perdere, e, se possibile, da rileggere perché tal tipo di romanzo ha la peculiarità di poter dare ulteriore arricchimento interiore anche a seguito di rilettura, come, in sostanza, afferma il grande e compianto Italo Calvino nel suo saggio “Perché leggere i classici”.

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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    10 Settembre, 2014
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fantastico!

Non so se capita anche a voi però di solito vedere un classico nella libreria di casa, mi crea sempre una certa resistenza.
Ci giri attorno e non hai neanche il coraggio di prenderlo in mano per paura che sia deludente e noioso.
Poi per caso lo sfili dalla pila in bilico, lo sfogli e in un batter d'occhio ti ritrovi a leggere le ultime pagine a malincuore.
Voi direte: Secondo te perché è un classico?
Avete ragione ma i classici all'inizio mi creano sempre ansia da prestazione tanto che spesso li lascio a farsi beffe di me mentre decido di leggere una saga o un libro qualunque con zero spessore.
Emily Bronte invece mi ha sorpreso.
Con la sua penna scorrevole condita da semplici paesaggi e magnifici personaggi, mi ha avvolto in un'atmosfera cupa e piena di odio, mi ha fatto paura, mi ha innervosito e fatto piangere, mi ha fatto girare la testa e mi ha costretto ad odiare.
Ad ogni pagina il mio timore del NON lieto fine si faceva sempre più reale ma ormai ero preda della trappola letteraria ed era praticamente impossibile cestinarlo o mandarlo nel dimenticatoio.
In meno di quattro giorni sono arrivata alla fine, è stato più semplice che bere un bicchiere d'acqua.
Non mi perderò in inutili riassunti perché non ne varrebbe la pena, quindi se vi aspettate questo, perdonatemi perché posso solo trasmettervi ciò che lei ha trasmesso a me.
Mi è piaciuto moltissimo perché è un romanzo prima di tutto cupo, inquietante, pieno di risentimento, vendetta ed odio.
Dopodiché possiamo anche dedurre qualche altro sentimento come l'amore e la speranza, che però sfuggono come lucertole impaurite.
Che meraviglia questi classici che riescono a farti sentire il profumo dell'erba, il freddo dell'inverno che batte alle porte e il sole che torna per rischiarare gli umori di un inverno ghiacciato dove i sentimenti belli e puri sono stati usati per accendere il fuoco.
Una luce alla fine del tunnel c'è...
Piccola.

Buona lettura.
Rebecca

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    14 Luglio, 2014
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Purgatorio in terra

Ho conosciuto persone corrotte nel profondo dell’anima, impossibili da cambiare, da salvare. Ho conosciuto persone in grado di rinunciare al vero amore in nome dell’egoismo, di una convenienza che alla fine porta alla rovina, per la perdita di quell’amore. Ho conosciuto persone in grado di amarsi oltre i confini della ragione, oltre la follia, oltre la vita, oltre la morte. Tutti costoro ebbi modo di conoscerli a Wuthering Heights. Questo luogo dove Emily Bronte ci porta, sembra di un altro mondo, quasi ultraterreno, popolato da tante anime corrotte ed alcune, seppur poche, anime pie. Ma le anime che popolano quelle cime tempestose sembrano più in cerca di dannazione che di redenzione, come in una sorta di purgatorio all’inverso, dove l’obiettivo dell’anima è l’inferno e non più il paradiso. Il romanzo scorre via veloce con le sue suggestive ambientazioni, le sue intriganti vicende ed i suoi personaggi carichi di personalità. Ci si potrebbe soffermare tanto su ognuno di questi personaggi, ma mai quanto uno in particolare, ovvero Heathcliff. E’ lui, fin dal suo arrivo da bambino, a rendere Wuthering Heights il purgatorio, con il suo amore folle, ossessivo, vendicativo per Catherine, creatura simile ed egualmente tormentata, anima talmente simile alla sua da lasciare sconcertati. Mai tra le pagine sfogliate ebbi modo di conoscere personaggio di tal fatta, l’odio, la malvagità personificati. Egli è dotato di una cattiveria talmente profonda, che non è possibile giustificarla nemmeno in nome dell'amore palesemente sincero che prova per Catherine. Credo che sia uno dei personaggi meglio caratterizzati tra quelli che ho avuto modo di incontrare, seppur aiutato da un intreccio di eventi intrigante e presentato in maniera impeccabile dalla scrittrice, che ci fa entrare a Cime Tempestose dalla porta principale, e seppur lo spettacolo non sia di quelli che addolciscono il cuore, è comunque uno di quelli a cui fa piacere assistere. Wuthering Heights è palcoscenico di amori impossibili ed ossessivi, ma anche di altri sinceri seppur travagliati. Emily Bronte ci ha mostrato l’amore attraverso un luogo, scenario dei suoi tormenti e delle sue difficoltà, ma infine anche della sua gioia. D’altronde, conoscete sentimento più tempestoso dell’amore?

"[…] né la miseria, né la degradazione, o la morte, o qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua stessa volontà. Non io ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto, e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. [...] Io amo la mia assassina, ma la tua, come posso perdonarla?"

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LunaCalante Opinione inserita da LunaCalante    05 Febbraio, 2014
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Riflessioni + Spoiler

L'ho letto 3 giorni fa. Cime tempestose è un romanzo fortemente ambiguo. Se fosse nata ai tempi nostri Emily si sarebbe fatta beffe della morale,indosserebbe borchie e trucco nero. Una dark lady a tutti gli effetti.

Abbiamo Heathcliff,bambino d'ignota provenienza che verrà adottato da un padre di famiglia benestante.
I figli naturali di quest'ultimo sono il perno di tutto il romanzo. Catherine prende in simpatia questo giovane scapestrato,il fratello Hindley invece creerà nell'animo di Heathchliff uno sfondo di perenne vendetta e rancore.  
Sorge in tutta la sua violenza l'amore di questi due giovani. 
Il loro modo di amare è quantomai ambiguo.
Ci si rende conto,leggendo,che Emily era profondamente innamorata di se stessa e ha proiettato semplicemente la sua parte più oscura e segreta,tramutandola al maschile,al principe dei suoi sogni purtroppo mai avverati.

Heathcliff è Emily. Catherine è sempre Emily. La parte più capricciosa e debole che si scontra con una parte più forte e dura come la roccia. 
Con questa proiezione Emily ha creato uno scenario,un libro di una violenza inaudita che può non piacere. Nella sua dimora questa donna silenziosa si è dilettata a scatenare una nera passione.
A far vivere due personaggi che la rigidità morale,il metodismo imponeva.  
Non mi meraviglierei se il camposanto a due passi dalla dimora dei Brönte le fosse gradito. Nel libro troviamo uno "squisito" incontro tra Heathcliff e il cadavere dissotterrato di Catherine. 

Dicevo,il romanzo può non piacere.
La bocca di Heatchliff abbonda infatti d'imprecazioni,maledizioni e bestemmie di ogni sorta e colore.

Chi era realmente Emily?
E se lei invece,più che l'immagine della brava e silenziosa figlia del pastore, nascondesse sotto la brace un cuore violento e intollerante ai massimi livelli, d'ogni forma di orripilante perbenismo?
Probabilmente odiava anche il fratello di sangue,impersonato nell'ormai decaduto ,fallito e alcolizzato Hindley.  
Rimane invece sempre stabile e immota,la governante/cameriera,alla quale Emily destinòil ruolo di narratrice,raffigurazione della sostituzione di una figura materna.
Non esiterei a definire questo romanzo fortemente autobiografico; più che romanzo è uno scavo verso le segretissime profondità di un cuore gelosamente inquieto. Amaro e perfido.
Anche Catherine certe volte dà indiscutibile prova di perfidia e arroganza mentre scimmiotta con piacere l'ingenua sorella di suo marito Edgar,innamoratasi ignara dell'oscuro fascino del cavaliere nero.

Ho visto anche i film dopo aver finito il libro e li ho trovati quasi osceni. I film non hanno colto un chiaro messaggio: Heathcliff è l'essenza della vendetta ,del rancore e dell'odio.
Non dell'amore tormentato. Ha poca importanza se questi sentimenti sono stati causati da ingiustizie subite durante l'infanzia. Perché prendersela anche con i figli degli avversari odiati, e della stessa figlia di Catherine,la sua immutata musa?
Semplice,non conosce la rugiada del perdono,il fiore della pietà,il dolore lenito dalla carezza dell'amore.

Come conclusione posso dire che,forse, nessuno si è accorto di un particolare scottante.
Heathcliff dichiara ,ignorando gli ammonimenti della governante a cambiar vita e pentirsi, di aver già trovato il suo paradiso eterno.

Il figlio di Hindley e la figlia di Catherine,cugini, cominciano ad amarsi.
Heathcliff non riesce più quasi a odiarli,perché in loro aleggia lo spirito dell'amata che ultimamente è diventata sempre più fisica e presente,dopo l'episodio della finestra. 

Il reale finale della storia potrebbe essere questo: Catherine ed Heathcliff entrano in quei due giovani rivivendo in tutta purezza ancora,finalmente liberi rincorrendosi nella brughiera.
Come mai questo cambiamento repentino di questi cugini?
Nessuno ci ha mai pensato?
Come mai corrono nella brughiera?
Colpo di fulmine o qualcosa di decisamente losco?
Queste due anime tormentate credete davvero che abbiano trovato pace riposandosi sulle colline?
Ne dubito fortemente.
L'amore non è stato consumato e non c'è niente più forte della passione,di un amore non portato a termine.  

A conferma della mia ipotesi:
"Non hanno paura di nulla,loro" ,brontolai spiandone dalla finestra l'avvicinarsi,"Insieme sfiderebbero satana e tutte le sue legioni".

Si delinea qualcosa di familiare che richiama subito Heathcliff e Catherine.
Perché il loro amore è forte come le rocce eterne che stanno sottoterra, non si vedono ma sono indispensabili.

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Jessica Rose Opinione inserita da Jessica Rose    08 Gennaio, 2014
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L' amore non muore mai , ma neppure l' odio !!!!

Cime tempestose , il titolo si sposa bene con quello che è il contenuto del libro : una vera e propria tempesta di emozioni legate all' odio e all' amore , un amore malato , inscindibile , un amore perseguitato e violento quello tra Heathcliff e Catherine .

Sono sempre stata affascinata da questo libro , me ne hanno sempre parlato bene , mi fu consigliato dalla mia professoressa qualche mese fa e un giorno lo trovai per caso in offerta al centro commerciale e decisi di comprarlo . Ricordo nei periodi in cui leggevo Twilight saga che la scrittrice faceva riferimenti a questo libro , era infatti il libro preferito della protagonista.
Il frontespizio del libro dice " l' amore che non muore mai , a due uomini Edgar e Heathcliff è legato il destino della dolce chaterine , divisa tra una amore romantico per il primo e una passione divorante per il secondo " ..la domanda è : Dove lo avete visto tutto questo amore ? .
Forse è un puro errore di stampa , leggendo questo libro ho solo intravisto Odio , Dolore , e violenza; di amore ne ho visto ben poco ...
Heathcliff viene accolto nella famiglia di catherine quando ancora era un ragazzo , tra i due nasce una profonda amicizia che sfocerà poi in amore ( un amore del tutto casto , ricordiamoci che siamo pur sempre alla fine del 1700 inizi dell' 1800 ) .Hindley Il fratello di Catherine nutre una profonda gelosia nei confronti di Heathcliff , tant'è che alla morte del signor Earnshaw , Hindley prenderà possesso della proprietà ( Cime Tempestose ) e ridurrà Heathcliff un servo .
Catherine successivamente incontrerà l' affascinante Edgar Linton e scatenerà la gelosia di Heathcliff .
Vi saranno poi un susseguirsi di eventi che metteranno in mostra il carattere spietato e violento di Heathcliff e il suo bisogno di vendetta . Quest' ultimo non risparmierà nessuno dalla sua cattiveria , anzi , avvolgerà chiunque gli passi vicino ....Catherine dal canto suo ha giocato anche lei la sua parte , non si può certo dire che sia una santa discesa dal paradiso anzi , è una bisbetica viziata ed indomabile e sfido chiunque a non odiarla durante il racconto .
La storia è raccontata a ritroso dalla governante Nelly al signor Lockwood un affittuario che risiede a
Thrushcross Grange ( vecchia casa dove abitava la famiglia Linton e la stessa Catherine dopo il matrimonio con Edgar ) .
Heathcliff estese la sua vendetta non solo nei confronti di Chaterine per averla tradita ed aver sposato Edgar Linton ma la estenderà a tutti i membri della famiglia Linton .
Successivamente con la morte di Catherine il carattere di Heathcliff si farà ancora più tenebroso e cupo di quanto già non fosse .

La seconda parte del romanzo si snoda su quella che è la vita della giovane Cathy , progenie di Catherine Linton morta dandola alla luce . Heathcliff non si risparmierà nei suoi confronti , anzi le farà passare le pene dell' inferno , inizialmente dandola in sposa a suo figlio Linton ( avuto grazie al matrimonio tra lui e la signora Isabella Linton cognata di Catherine e sorella di Edgar anch'ella morta ) .Il matrimonio tra Heathcliff e Isabella infatti è solo una piccola parentesi del libro , un matrimonio ovviamente fatto con il fine di recare danno a Catherine.
Come avevo accennato sopra Cathy sposerà forzatamente il giovane Linton , così facendo Heathcliff ( alla morte del figlio ) si assicurerà il monopolio non solo di Cime Tempestose ( preso in eredità dopo la morte di Hindley poichè quest' ultimo lo aveva ipotecato a Heathcliff per pagare i debiti di gioco ) ma anche di tutto il patrimonio della Signorina Cathy ovvero : Thrushcross Grange.

Heathcliff alla fine si renderà conto di essere stanco di vendicarsi , e affermerà che questa vendetta non gli ha giovato affatto , anzi lo ha solamente stancato e annoiato ...

L' epilogo si svolgerà esattamente un anno dopo alla partenza del signor Lockwood da Thrushcross Grange.
Finalmente avremo un lieto fine , per tutti i protagonisti del libro , Heathcliff troverà finalmente pace , Cathy troverà la felicità che gli era stata rubata .

Questo libro purtroppo , dico purtroppo perchè ha distrutto le mie aspettative , si è rivelato un libro violento e privo di amore e di affetto , i protagonisti sono quasi tutti contorti , maligni ; più che l' amore in questo racconto aleggia la vendetta , è la rappresentazione del bisogno dell' uomo di vendicarsi per il dolore inflittogli dagli altri .
Leggendo Cime Tempestose toglietevi dalla testa l' idea di leggere un romanzo d' amore Ottocentesco , Cime Tempestose è un libro intriso di Odio e di sentimenti contrastanti , di vendette inflitte non su sconosciuti ma addirittura sui parenti più cari .

Tutta questa rappresentazione di amore dopo la morte io sinceramente non l' ho percepita , dico e sottoscrivo che questo libro è ben scritto , Emily Bronte ha scritto con una penna molto futuristica , lo stile è contemporaneo pur rispettando il bigottismo e la castità dei tempi .Questo libro a suo tempo fece un grande scandalo e leggendolo capirete il perchè : non vi sono assolutamente scene di sesso o baci appassionati , fece scandalo soprattutto per le tematiche trattate : l' odio , la vendetta , il bisogno di redimersi ecc ecc ....

Ahimè purtroppo questo libro mi ha lasciato l' amaro in bocca , ma l' epilogo mi ha rincuorato abbastanza ....

Non lo consiglio assolutamente a persone che come me amano le storie d' amore ricche di passione e aspettative .
Ma almeno una volta nella vita Cime Tempestose bisogna leggerlo , poichè nell' odio più profondo che si riscontra tra le righe mentre lo leggi ,quando lo chiudi ,qualcosa, anche inconsciamente ti regala .................


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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Dicembre, 2013
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Mi sono smarrita nella brughiera

“Non lo amo perché è bello, ma perché è ancora di più uguale a me stessa di quanto possa esserlo io. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la sua e la mia sono identiche.”

Giornate nebbiose e fredde. Vento di tempesta e brughiera a perdita d’occhio.
Nel punto più impervio sorge l’antica dimora degli Earnshaw, denominata “Cime Tempestose” proprio per questa sua caratteristica ambientale.
È a Cime Tempestose, il signorile casale nella brughiera dello Yorkshire, che ha inizio le vicenda sentimentale di Catherine e Heathcliff, una storia d’amore come poche, fatta di passione, odio e vendetta. Cime tempestose di Emily Brontë è il suo unico romanzo ed è stato pubblicato nel 1847.
Il romanzo non venne accolto bene dalla critica per la sua struttura narrativa innovativa, fatta di un racconto nel racconto. Infatti è Nelly, la governante di famiglia, a raccontare, a distanza di anni, la storia di Catherine e Heathcliff, influenzandola con il suo punto di vista, fatto di giudizi e pareri, a volte profondamente negativi, mentre in altre più carichi dell’affetto e della pena che ha provato per i suoi padroni.
Il gentiluomo Lockwood è il motivo della narrazione, colui che sprona Nelly a raccontare la storia travagliata di Catherine e Heathcliff e di come l’amore alle volte può essere estremamente distruttivo.
Heathcliff si è sentito tradito da Catherine e le ha giurato vendetta. Le sue parole non sono state un semplice sfogo in un momento di rabbia, ma hanno avuto un piano diabolico anche sui rispettivi figli di entrambi. Hanno creato un uomo incapace di provare amore, soprattutto dopo la morte tragica di Catherine.
Il cuore di Heathcliff, ferito dalle angherie della vita e dall’amore che aveva provato per Catherine, ha premeditato e programmato una vendetta che si è perpetrata, a lungo, nel corso degli anni.
Per questi protagonisti, divorati dalla passione e dalla sete di potere, si prova poca simpatia nella loro prolungata autodistruzione. Lo stesso Heathcliff, alla fine, non sente di aver trovato pace, grazie alla sua vendetta.
La tempesta costante nei luoghi si infonde nelle anime dei protagonisti, tormentati, oltre che dai sentimenti, anche da una serie di catastrofi e di lutti familiari.
Più interessante è la prima metà del romanzo che è un crescendo di memorabili ed eterne citazioni sull’amore.
L’ombra tardo gotica della ghost story aleggia sul destino dei personaggi che continuano a cercarsi e a far parlare di loro anche dopo la morte, rammaricati dal non aver attuato scelte diverse in vita, che avrebbero potuto renderli felici, ma che non avrebbero reso tanto interessante questo romanzo. E alla fine quasi viene voglia al lettore di visitarne i misteriosi e malinconici paesaggi di brughiera, avvolti dall’ormai troppo celebre vento tempestoso.

“Il mio grande assillo nella vita è LUI. Se ogni altro essere umano perisse e LUI sopravvivesse, io continuerei a esistere; e se ogni altra persona restasse a questo mondo e LUI dovesse essere annientato, l'Universo si trasformerebbe in qualcosa di terribilmente estraneo. Mi sembrerebbe di non farne più parte."

“Catherine, possa tu non avere riposo finché io vivrò! Hai detto che sono stato io a ucciderti … perseguitami allora! Gli assassinati perseguitano i propri assassini. Credo ..- so che altri fantasmi hanno vagato su questa terra. Sii con me sempre, assumi qualsiasi forma, fammi impazzire. Ma non lasciarmi, in questo abisso, dove non posso trovarti. Oh Dio, è un dolore indicibile. Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza l'anima mia.”

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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    23 Dicembre, 2013
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La brughiera racconta.....

La brughiera dello Yorkshire è un luogo impervio, selvaggio, costantemente schiaffeggiato dal vento gelido del nord.
È una distesa che si perde a vista d'occhio modellata da basse colline rivestite di eriche, ginepri e pini scozzesi e soffocata da dense nebbie autunnali e da gelo invernale.
Se si attraversa questa landa desolata, si possono ancora scorgere in lontananza i resti di un'antica dimora.
Di essa, ormai, resta poco più d'uno scheletro derelitto tormentato da quel clima mutevole.
È l'antica dimora degli Earnshaw.
"Wuthering heights" racconta con la sua muta presenza, una storia di passione, vendetta e tormento.
Catherine e Heatcliff, cresciuti insieme come fratelli, sono giovani, ribelli, selvatici come il paesaggio che esplorano quotidianamente e stretti l'uno a l'altra da un legame che supera le barriere della morte stessa e fa di loro un'unica persona: l'amore.
Catherine però, ben presto entrerà in contatto con la famiglia aristocratica dei Linton, facendo la conoscenza del rampollo Edgar. I modi garbati del giovane e il luccichio del "bel mondo" a cui appartiene e al quale lei stessa ha sempre ambito, l'affascinano e la seducono. Si lascia, così, corteggiare e finisce col fidanzarsi con lui pur continuando ad amare Heatcliff nel profondo.
Ma quest'ultimo è molto diverso da Edgar; rozzo, rude, ignorante e di bassa estrazione sociale, non potrebbe offrirle la vita che desidera e che vuole ostentare.
Ed è questo tradimento al loro legame unico che scatena l'ira di Heatcliff.
Credendo di avere perso per sempre la ragazza di cui è perdutamente innamorato, abbandona Whutering Heights per cercare fortuna e riscatto sociale. Di lui si perdono le tracce.
Trascorrono alcuni anni, Catherine nel frattempo si è sposata con Linton ma, inaspettatamente, Heatcliff fa ritorno e metterà in atto la sua vendetta nel peggiore dei modi arrivando a colpire col suo odio implacabile persino la generazione successiva.
Siamo sempre stati abituati a considerare i protagonisti dei romanzi ottocenteschi come eroi positivi che attraverso mille peripezie, ottenevano un riscatto finale; ma i protagonisti di questa storia sono totalmente all'opposto. Ed è stata questa l'innovazione e la grandezza di Emily Bronte.
Heatcliff, è l'anti eroe per eccellenza; vendicativo e spietato tanto da apparire diabolico, rischiara il suo lato oscuro solo attraverso la proiezione dell'amore ossessivo per Catherine.
Heatcliff, totalmente contrapposto alla figura di Linton, scialbo e mite d'animo tanto da apparire inetto, resta l'unico personaggio della letteratura inglese a suscitare tanta rabbia quanto fascino e devozione da parte dei lettori, proprio per il suo amore appassionato e tormentato che è la sua unica fonte di sopravvivenza.
Cime tempestose, con la sua trama intramontabile e i suoi personaggi indelebili, resta il romanzo dei dualismi esasperati: vita e morte, bene e male, amore e odio, bontà e cattiveria, luce e ombra. Tutto questo ci riconduce al grande spettacolo della vita dove l'altalena delle tribolazioni umane diviene meccanismo perverso che si attiva alla nascita e che, talvolta, resiste anche dopo la morte.
Ed è questo che ci insegna il romanzo; le storie terminano, le persone trapassano ma le azioni compiute restano e talvolta riecheggiano nell'abisso dell'eternità.

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    06 Ottobre, 2013
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Sulle cime tempestose degli aforismi

Questo commento è un acronimo composto traendo dal romanzo frasi che cercano di mettere in luce l’essenza romantica – in senso letterario – della storia tra Heathcliff e Catherine: la storia di un amore che è una forza contrastata dagli eventi umani, che sfida tutto e tutti, che invade i luoghi e si identifica nella natura, che sopravvive inquieto alla morte insinuandosi nel vento della brughiera.
Un romanzo che ha ispirato film, un musical (Cliff Richard, Heathcliff) e canzoni, come quelle di “Wind & Wuthering” dei Genesis e “Wuthering” heights” di Kate Bush:
“Torna a casa, ho così freddo!
Lasciami entrare dalla tua finestraHeathcliff,
sono io Cathy
Torna a casa, ho così freddo!”

C
Condussi una ben dura esistenza, dal giorno che ho cessato di udir la tua voce. Ma tu devi perdonarmi: perché ho lottato solo per te.
I
Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo.
M
Mi dimostri come sei stata crudele, crudele e falsa. Perché mi hai disprezzato? Perché hai tradito il tuo stesso cuore, Catherine?
E
E non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa.

T
Talvolta ci facciamo prendere dalla compassione per creature incapaci di provare sentimenti sia per se stessi che per altri.
E
E mi domandavo stupito come mai, come mai qualcuno potesse fantasticare d'inquieti sonni, per coloro che dormivano in quella terra tranquilla.
M
Ma non è così, no: è che ho perduto la facoltà di godere della loro distruzione, e son troppo pigro per distruggere senza motivo.
P
Perdonami perché ho lottato solo per te.
E
E non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?
S
Se tu morissi... io ne morirei...
T
Tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere infelice io, piuttosto che saperlo infelice. È la prova che l'amo più di me stessa.
O
Oh Dio! Tu vorresti vivere, se la tua anima fosse nella tomba?
S
Se tutto il resto perisse e lui restasse, io continuerei ad essere; e, se tutto il resto persistesse e lui venisse annientato, l'universo mi diverrebbe estraneo; non mi sembrerebbe di esserne parte.
E
Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere.

Bruno Elpis

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Dany83 Opinione inserita da Dany83    30 Settembre, 2013
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Pensavo fosse amore, invece era vendetta...

Con un suono di corno
il vento arrivò, scosse l'erba;
un verde brivido diaccio
così sinistro passò nel caldo
che sbarrammo le porte e le finestre
quasi entrasse uno spettro di smeraldo:
e fu certo l'elettrico
segnale del Giudizio.
Una bizzarra turba di ansimanti
alberi, siepi alla deriva
e case in fuga nei fiumi
è ciò che videro i vivi.
Tocchi del campanile desolato
mulinavano le ultime nuove.
Quanto può giungere,
quanto può andarsene,
in un mondo che non si muove!

Eugenio Montale, traduzione di La Tempesta di Emily Dickinson

Ho trovato questa poesia per caso su un articolo mentre leggevo questo romanzo e subito mi è sembrata la trasposizione allegorica oltre oceano di Heathcliff, personaggio fulcro di questa storia attorno al quale ruotano tutte le vicende. Mi è sembrata una perfetta introduzione a ques’opera, poiché tanto bene si adatta nelle parole e nel significato al tema costante del racconto e dà un primo incipit sulla forgiatura del protagonista che incontreremo.
La narrazione inizia “in medias res” (nel mezzo dei fatti) e si snoda in una lunga analessi affidata alla memoria delle due voci narranti: il Sig. Lockwood e la governante Nelly.
Heathcliff varcherà le soglie di Cime Tempestose, nome della dimora del suo benefattore arroccata su di una collina, nella selvaggia e aspra bruchiera dello Yorkshire spazzata da forti venti, con lo stesso impeto e violenza descritti nella poesia, portando tormento e distruzione nelle vite dei suoi abitanti, i quali soccomberanno inesorabilemte sotto il peso della sua lucida follia vendicativa senza potervisi opporre. Heathcliff e Cathy si amano con la stessa intensità con cui si odiano, due anime simili per natura e diverse per estrazione sociale che daranno vita ad una passione distruttiva.
Non gli eventi o il destino avverso, ma l’egoismo e i capricci di Cathy, la rabbia e l’orgoglio di Heathcliff porteranno alla loro separazione.
Egli se ne andrà, ma al suo ritorno avrà maturato in sé una vendetta solenne: un turbine di bieche emozini esploderà, trafiggendo con schegge d’ira e astio le vite dei membri di due famiglie gli Earnshaw e i Linton e riverserà la sua ossesione malata sulle esistenze di due generazioni. La vendetta si placherà solo quando il battito della fonte di tanto rancore avrà trovato la sua quiete.

Lo stile di Emily è elegante e maestoso, senza nessun cedimento strutturale. Con abile mano scolpisce la psiche e le caratteristiche dei suoi personaggi plasmando sculture granitiche. Granitiche perché algide nei sentimenti, granitiche perchè immutevoli; lungo tutto il racconto saranno mossi dai loro sentimenti malsani, non un mutamento o una parvenza a diventar nobili d’animo. La Bronte scaglia a terra il cristallo dell’amore e dal prisma di colori che ne esce decide di attingere solo le tonalità più cupe e buie, tessendo un’intricata storia senza possibilità di redenzione per alcuno.
Ed è qui che a parer mio sta l’immortalità di quest’opera, nello stile innovativo e nell’audacia dei contenuti, che se si pensa al contesto storico nella quale è stata scritta, la rendono unica nel suo genere. Una sorta di congiunzione tra analisi psicologica e critica sociale che va a creare un precedente solitario destinato a durare nel tempo, un urlo che si inalza come assolo nel coro della narrativa romantica vittoriana.

Eppure, nonostante riconosca la bravura nella penna della scrittrice, ho trovato questa lettura claustrofobica, con questa cattiveria che permanea per tutta la storia, come un morbo letale che soffoca. Una spietata vendetta blandamente vestita coi toni pastello dell’amore. Perché se di amore si vuol parlare, allora bisogna parlare di un amore malato, non di quello che allieta e nutre l’anima e il corpo ma di quello che sfibra e corrode come un male che dall’interno cresce e dilania tutto ciò che incntra. Perfino le poche frasi veramente profonde ho trovato stonassero come due zollette di zucchero in un infuso di cicuta. Se tanto devi uccidermi che me le metti a fare?
Questo senso di disfatta e minaccia incombente che trapela da ogni gesto e da ogni parola dei personaggi mi ha fatto accostare Cime tempestose, più che ad un romanzo, ad una tragedia greca.
Abbiate pazienza, concedetemelo, ma io l’aggettivo romantica a questa storia “d’amore” proprio non riesco ad attribuirglielo.
Heathcliff e Cathy sono detestabili all’inverosimile e neppure la buona volontà di volerci trovare un barlume di compassione, mi ha evitao l’impulso di volerli soffocare dopo pochi capitoli.
L’ho trovato un romanzo splendidamente scritto ma dai toni troppo foschi e in fin dei conti i due protagonisti hanno scelto da loro il proprio destino!

Così al termine della lettura, partendo dal presupposto che mai in vita mia vorrei vivere una storia come questa, mi è sorta spontanea la domanda, rivolta soprattutto a che ritiene invece che sia una delle storie più romantiche e appassionate mai scritte: dovvero sareste disposti a vivere nell’infelicità e nella frustazione, vorreste un amore tumultuoso come quello di Heathcliff e Cathy, nella speranza forse un giorno di saltellare felici tra le nuvole del paradiso mano nella mano con il vostro/a amato/a?

Cime Tempestose rimane comunque un classico e come tale penso debba essere letto per arricchire con un tassello in più quel grande mosaico che è la cultura letteraria di ognuno.
In fin dei conti che un libro lo si apprezzi in maniera assoluta, solo in parte, o che lasci totalmente indifferenti, non priverà mai nessun lettore di qualcosa ma sicuramente donerà qualcosa in più.

Buona lettura

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    30 Settembre, 2013
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Wuthering Heights

Emily Bronte conosciuta anche con lo pseudonimo Ellis Bell pubblicò il suo unico romanzo per la prima volta nel 1897.
Agli inizi non venne accolto in maniera molto positiva dalla critica anche se adesso è considerato un classico della letteratura inglese.
Emily aveva in un certo senso ideato una nuova struttura per narrare la trama, nella quale non c’è un punto di vista oggettivo e non è per niente lineare. Con questo suo romanzo aveva rotto gli schemi narrativi.
Si tratta di una storia d’amore d’altri tempi, molto avvincente e ricca di flashback e colpi di scena.
È un vero e proprio capolavoro che riesce a tenere il lettore incollato dall’inizio alla fine.

Passiamo alla trama del libro.

Tutto ha inizio nel 1801 proprio nella villa chiamata Wuthering Heights dove un orfano molto violento di nome Heathcliff si innamora della sua sorellastra di nome Catherine, la quale lo rifiuta perché avevano già promesso la sua mano ad un cugino. Heathcliff amareggiato e disgustato decide di fuggire senza lasciare nessuna traccia.
Tre anni dopo deciderà di tornare, ma farà un’amara scoperta, la sua amata nel frattempo si è sposata e tutto ciò lo farà andare su tutte le furie.
Deciderà di fare tutto il possibile per distruggere le due famiglie che lo hanno fatto soffrire, ma comportandosi così farà solo incrementare la sua rabbia e disperazione.

È un libro che fa appassionare anche se all’inizio può risultare un po’ noioso.

Che altro posso dire?
Mi sento di consigliarvelo a pieni voti!

Buona lettura!

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Ale_ Opinione inserita da Ale_    21 Agosto, 2013
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Immortale

Cime Tempestose. E basterebbe solo il titolo per suscitare reazioni agli antipodi.
Il romanzo della vendetta dicono, il romanzo di un amore che non è amore ma malattia, ossessione.
Cime Tempestose è entrato nella storia della letteratura mondiale con l' irruenza di Heathcliff, la pazzia di Catherine prendendosi di diritto un posto nel cuore di ogni uomo o donna che abbia avuto il coraggio di leggerlo.
Ambientato in un epoca vittoriana perfettamente descritta nella famiglia Linton e altrettanto perfettamente rifiutata dalla famiglia Earnshaw, Cime Tempestose è il romanzo dell' odio.
Heathcliff e Catherine si odiano nella stessa misura in cui si amano e questo secondo me è qualcosa di nuovo. Non tanto nei sentimenti; di amanti che si amano e si odiamo  si possono trovare un po' ovunque. È il realismo con cui questi sentimenti vengono espressi che mi ha affascinata dal primo momento. Catherine odia con ogni fibra del suo corpo Heathcliff perchè con lui vicino lei si abbrutisce, emerge dalla sua anima la seconda identità che ha sempre cercato di nascondere, anche a sé stessa. Perchè non va bene, non è ciò che ci si aspetta da lei in un' epoca, quella vittoriana, dove ogni passione deve essere soffocata. Allo stesso tempo è legata a lui in un modo che in alcuni momenti ho trovato difficile definire “amore”.
Heathcliff è il personaggio attorno al quale ruota tutto il romanzo. Il suo amore per Catherine prima corrisposto e poi sempre reciproco ma costretto al silenzio, l' assenza e poi il ritorno, la vendetta. Vendetta che è il fulcro, è la colonna portante della complessissima trama che si snoda attraverso due generazioni e che ha il suo lieto fine solo con la morte del Male, di Heathcliff.

Il romanzo ha una trama complessa, e per la storia e per i punti di vista che cambiano frequentemente. Una volta entrati nella brughiera però difficilmente ci si perde perchè i personaggi rimangono sempre ben presenti a loro stessi. Una caratteristica molto interessante che ho apprezzato è il “non cambiare” di tutti coloro che ruotano intorno alle vicende di queste cime continuamente scosse dai venti. A differenza della maggior parte dei romanzi, all' interno dei quali troviamo dei protagonisti (che rimangono comunque indimenticabili s' intende)che evolvono con l' evolversi delle vicende, che cambiano in positivo o in negativo, in Cime Tempestose questo non succede. Gli stessi tratti di personalità che distinguono un Heathcliff bambino da un giovane Edgar Linton rimarranno gli stessi una volta che questi personaggi saranno diventati adulti.
Lasciando nella brughiera per un momento gli spiritelli che ogni tanto fanno capolino nel romanzo, l' impatto che ho avuto una volta finito il libro è stato di realismo.
Realtà da parte di Emily Brontë nel descrivere personaggi immortali che non sono mai del tutto positivi, anzi. Perchè se esaminiamo con attenzione il caro buon Edgar Linton, in lui troviamo una vena di servilismo e pateticità che ci disgusta.

Il messaggio che questo romanzo mi ha lasciato?
Le persone non cambiano, l' amore non è sempre un sentimento positivo, anzi. Si possono amare due persone contemporaneamente, ma in modo diverso. Sembra retorico e scontato, ma leggendo questo libro ho capito veramente quando le persone si dicono che “il confine tra odio e amore è impercettibile”.
Ma soprattutto mai lasciare aperte le finestre durante la pioggia altrimenti mi entrano in casa gli spiriti dei bambini morti.

Informazioni tecniche: “vivere” un romanzo nella sua lingua originale è ovviamente un' emozione irripetibile nella sua versione tradotta, ma per chi non è un esperto di inglese vittoriano pieno di Sir e Mylady(come me) la traduzione di Gemma De Sanctis è bellissima, non ci sono altri aggettivi per descriverla. Lo stile è chiaro, brillante, ed è una caratteristica importante in un romanzo la cui trama è tutt' altro che semplice.

Citazione immortale: “il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l' inverno muta gli alberi...ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff... lui è sempre, sempre nella mia mente... non come un piacere, non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere, perciò non parlarmi più di separazione...è impossibile, è...”

Da leggere? nel caso in cui non si fosse capito, assolutamente si.

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maria68 Opinione inserita da maria68    08 Luglio, 2013
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una tempesta di emozioni

Seduta su una sedia e aspettando l'ispirazione per iniziare a scrivere la recensione dell'ultimo libro letto...
come per incanto immagino di essere intervistata da un giornalista, il quale ritenendomi competente nel settore mi chiede di rispondere a sei domande:  
Perché l'autrice ha voluto chiamare il suo libro "cime tempestose"?
perché ciò che si abbatte sulla famiglia Earnshaw è una vera tempesta che coinvolgerà ben due generazioni; tra l'altro «Wuthering» è un aggettivo che descrive il tumulto atmosferico al quale si trova esposta durante la bufera, la residenza degli Earnshaw.  
Ha mai conosciuto un uomo tanto cattivo, come Heathcliff?
No. Ma ho cercato di capire cosa  può aver generato tanto odio in un uomo. Come possa sentirsi chiunque abbia dovuto fare i conti con un abbandono; poi, nel momento in cui sembra aver trovato una famiglia non sentirsi accettato come componente di quel nucleo familiare, a causa delle gelosie del fratello, che si acutizzeranno soprattutto dopo la scomparsa dei loro genitori. Se aggiungiamo a tutto ciò, anche il rifiuto da parte della donna amata a favore di un altro, che le avrebbe dato più prestigio, allora ecco scoperto le motivazioni di questo atteggiamento.  
Mi sembra di percepire, che lei giustifica il comportamento di Heathcliff?
Assolutamente no!; come si può pensare di giustificare un tale accanimento per quanta compassione mi suscita.  
Quale altro personaggio l'ha colpito?
Hareton, il quale "è stato messo da parte come un papero senza piume. Lo sfortunato ragazzo è il solo in tutta la parrocchia che non sappia come sia stato truffato", nonostante la sottrazione dei suoi averi e l'essere stato ridotto a servo, egli prova affetto per il suo carnefice. Si potrebbe far rientrare questo comportamento tra coloro che sono stati colpiti dalla "Sindrome di Stoccolma".  
A chi consigliebbe questo libro?
a chi ama il genere "noir", in quanto sono presenti elementi romantici come l'amore, ma anche di orrore come la vendetta che è un piatto freddo da gustare lentamente...  Heathcliff con la sua mente diabolicamente eccelsa sicuramente è l'unico candidato per realizzare tale impresa. Nonostante sia annoverato tra i classici l'ho trovato molto moderno sia per la sua struttura che ci ricorda una 'matrioska' che per la storia in sè.   Brontë riuscirà a sedurci con questo romanzo, innescando in noi sentimenti contrastanti che vanno dalla simpatia all'avversione per i personaggi presenti nel libro.  
Quale frase ha trovato irresistibile?
"la sola ragione di vivere per me è lui. Se tutto il resto perisse, e lui rimanesse, io continuerei a esistere; e, se tutto il resto rimanesse e lui fosse annientato, l'universo si cambierebbe per me in un'immensa cosa estranea; non mi parrebbe più di essere una parte di esso".
Questa frase a mio giudizio riesce a enfatizzare la parola "Amare" come è giusto che sia

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AndCor Opinione inserita da AndCor    11 Mag, 2013
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L'amore (!?) nell'epoca vittoriana

E' da poco tempo che ho imparato ad apprezzare le trame letterarie contorte, e questo romanzo si è rivelato utilissimo per 'mettermi alla prova'.
Perchè dico questo? Eccovi alcuni indizi: la narrazione inizia in 'medias res', ed è presente un doppio narratore( che, in alcuni punti, diventa triplo), rendendo la lettura impegnativa e non di immediata comprensione. Tant'è che Emily Bronte è una delle poche autrici vittoriane che divide in maniera netta ed opposta i giudizi dei critici e dei lettori.

La trama è estremamente contorta, a tratti oscura, e costellata di vendette, invidie, contese e situazioni tormentate; i personaggi presentano profili tetri, vendicativi, opportunisti, con la figura di Heathcliff che spicca in negativo per cinismo e misantropia. Senza dimenticare la passionale Catherine, il quieto Edgar, l'ingenua Isabella, il fragile Hindley, l'apatico Linton, il tranquillo Lockwood, ed infine Hareton, l'unico personaggio 'a tutto tondo' che riuscirà a riscattare la sua iniziale condizione di rozzezza.

E' presente anche una certa quantità di elementi soprannaturali che alimentano superstizioni sulla brughiera dello Yorkshire, con Lockwood che arriva ad affermare il mito dei 'sogni agitati dei dormienti in quella terra calma';

Infine, è da osservare attentamente il concetto di 'amore' riguardo alla Victorian Age: nel romanzo, possiamo trovare l'amore borghese, l'amore impossibile, l'amore struggente, l'amore autolesionista, l'amore non corrisposto e l'amore per convenienza. In poche parole, non si può stare lontani dall'altro/a, ma è altrettanto impensabile anche solo pensare di amarsi in maniera semplice e sincera: una 'contraddizione' (fino a che punto?) che porterà a relazioni sbagliate e destinate ad un finale amaro e crudele.

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Maya Opinione inserita da Maya    20 Marzo, 2013
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L'Amore oltre la morte.

Premettendo che generalmente sono attratta dai personaggi imperfetti (e questo libro ne ha da vendere), era quasi inevitabile che mi sarebbe piaciuto così tanto questo libro.
I personaggi principali, sono spesso e volentieri insopportabili, Catherine è una ragazza viziata e testarda ed Heathcliff un vero demonio. Tuttavia non possono fare a meno l'uno dell'altro, e da protagonisti quali sono, inevitabilmente diventano antagonisti di loro stessi.
"Cime tempestose"è un romanzo fuori dal comune, descrive un amore assoluto, un amore autentico, che viene tuttavia sporcato dall'imperfezione dei due protagonisti..i quali non sanno essere clementi nemmeno con se stessi. Non starò a dilungarmi sul contenuto del libro, ma se siete degli incredibili romantici, se amate le storie imperfette..e se vi piace lo stile d'epoca vittoriana..questo libro fa per voi!

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LadyQMercury Opinione inserita da LadyQMercury    12 Marzo, 2013
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In questo romanzo ho letto di tutto tranne che am

La mia impressione, riguardo questo libro, è molto deludente; l'ho finito con molta fatica e non capisco come questo romanzo possa essere definito d’amore.
Dalla prima all’ultima pagina, ho avvertito solo sentimenti di odio, di violenza e cattiveria e e le uniche frasi intense vengono inserite in discorsi dove di grazioso non c’è proprio nulla, quindi anche la citazione stessa per me ha perso di amenità e credibilità. Heatcliff non ama Catherine, ne è solo ossessionato e questa sua ossessione lo porta a rovinare due generazioni, addirittura ad odiare il figlio, il suo stesso sangue.
C’è cattiveria in tutti i personaggi, nessuno escluso, anzi, forse solo Hareton si salva da questa cerchia di perfidi, l’unica vera vittima di questa storia.
Mi aspettavo un capolavoro alla Jane Austen, ma c’è veramente un abisso e mi scuso con la Austen per aver provato a paragonarla con Emily Bronte. Il riassunto nell’ultima di copertina ti fa pensare ad un amore appassionato, un amore dolce con i suoi alti e bassi ed invece, già dalle prime pagine, capisci che qualcosa non va. Ho avuto addirittura il dubbio (nei primi tre capitoli) che la copertina fosse stata incollata su un libro diverso (e sono anche andata a controllare nella descrizione se c’era il nome Catherine, giusto per levarmi ogni dubbio).
Sono stata tentata più di una volta di chiuderlo ed abbandonarlo a se stesso, ma so che prima o poi l’avrei ripreso quindi tanto valeva che mi togliessi subito il dente (ed il dolore).
Per quanto sia un classico (e mi rendo conto di essere una delle poche voci fuori dal coro), non so se mi sentirei di consigliarlo, probabilmente no, ma fa parte di quei tomi che almeno una volta nella vita vanno letti, per cui leggetelo! Anche se un libro vi lascia sensazioni negative ha comunque ampliato il vostro bagaglio culturale.

Alla prossima
Q

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LadyA Opinione inserita da LadyA    08 Marzo, 2013
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Heath e Cath: persino la morte trema

Cime tempestose è un romanzo che ti entra nel sangue.
Entra nel sangue di tutti coloro che credono nell'unione oltre il corpo e oltre la vita stessa.
E' certamente un romanzo su cui ha influito il romanticismo e il concetto di amore tragico, ma raccoglie in sè un'originalità di stile e di caratterizzazione dei personaggi difficilmente ripetibile.
La violenza, la distruzione, l'odio e la vendetta così abilmente ostentati attraverso i due indiscussi protagonisti lasciano il lettore senza respiro.
Noi che leggiamo, quasi smettiamo di sentirci umani, vorremmo essere come loro, come Heathcliff e Catherine, un uomo e una donna che sembrano venire da un'altro mondo.
Heathcliff è il signore della brughiera, colui che dal nulla diventa il padrone di tutti i luoghi che lo circondano e con cui condivide l'identità selvaggia e libera, conquistando nonostante il suo essere oscuro e malvagio, il cuore dell'unica persona che ama: Catherine.
Il loro legame è unico, neanche la morte riesce a separarli.
Come una storia di mistero e di fantasmi, i due continuano a cercarsi e ad odiarsi anche quando sono inevitabilmente lontani.
C'è una carica intensa che sale da ogni pagina, man mano che si procede nella lettura. E non vi dico che questa spinta sia positiva, perchè non lo è.
Heath e Cath non sono eroi, non sono buoni, le loro anime non andranno in paradiso, essi condivideranno l'inferno, primo fra tutti, quello sulla terra.
Ma è quell'energia che vi spingerà ad arrivare all'ultima pagina, perchè proprio come una tempesta, sarà Heathcliff a condurvi verso la fine. La sua e la vostra.
La vostra fine perchè quando avrete chiuso il libro, lo farete con una strana sensazione addosso. Vi guarderete intorno e vi chiederete perchè.
Perchè non esiste un amore così forte.
Perchè non esistono emozioni così grandi di fronte alle quali persino la morte trema.
I due protagonisti vanno oltre la vita e l'umano dicibile.
Perchè non tutto può essere spiegato.
Non quando è l'istinto più puro a rendere indimenticabile una storia che pur nella sua maledizione, sta sfidando ancora l'Eternità.

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whasting Opinione inserita da whasting    03 Novembre, 2012
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AFFASCINANTE

Inizio dicendo che paragonarlo ad orgoglio e pregiudizio è dire una menzogna.
Cime tempestose è veramente diverso, la Bronte ha veramente uno stile originalissimo.
All'inizio pensi che il primo narratore il Signor Lockwood sia uno psicopatico che considera il padrone di casa una persona positiva, quando al contrario, è negativa. La Signora Dean mi sembra più sobria come narratore, forse è un narratore onnisciente, ma secondo me è anche un narratore interno.
Sicuramente c'è una focalizzazione zero da parte della Signora Dean. Il racconto nelle prime pagina è pesantuccio, poi andando avanti non riesci più a smettere di leggere. Io dicevo, arrivo a questo capitolo (che poi è diviso in due volumi, entrambi suddivisi in parti) e poi smetto, ma arrivando alla fine del capitolo ne leggevo un altro. Crea molta dipendenza.
Quando sono arrivata alla fine è stato scioccante! Non dico niente, però è stata veramente una bella lettura. Nonostante la mente perversa della Bronte, ci fa capire che l'amore vince SEMPRE su tutto.
Ora non mi resta che rileggerlo.

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Maybe Opinione inserita da Maybe    22 Settembre, 2012
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Antieroi per eccellenza

Un romanzo soprendentemente originale per l'epoca. La storia di due famiglie, vicende intriganti, cupe, maligne. Personaggi che non ci si aspetta di trovare in un tipico capolavoro classico come questo. Un protagonista maschile egocentrico, egoista, cattivo ma che ama nonostante tutto e che ha sete di vendetta. Brutale e non di bellissimo aspetto, scuro, dalle origini non note. Un'altra protagonista viziata, di gradevole aspetto ma di indole dispettosa, antipatica, anch'essa egoista. Finalmente personaggi non comuni dove i difetti non fanno da sfondo bensì da protaginisti assoluti. Mi ha catturata dalla prima pagina. Non lo paragonerei a uno dei romanzi della Austen non per inferiorità ma per assoluta superiorità in fatto di temi originalissimi e per nulla scontati. Stupendo.

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Mombelli Opinione inserita da Mombelli    20 Agosto, 2012
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La tempesta dentro di noi

Cime tempestose è uno di quei libri che chi non l'ha letto lo considera "un mattone noioso" o "la solita storia d'amore impossibile".
Anche io lo pensavo ad essere sincero... ed ero completamente in torto.
Consiglio a chiunque stia per leggerlo di fare un bel respiro profondo e prepararsi a vivere una esperienza che credo pochi altri libri siano in grado di donare.
Una storia che parla di amore, odio, vendetta, dolore e pregiudizio.
L'amore tra Heathcliff e Catherine non è l'elegante ed acuto sentimento che la Austen descriveva in Orgoglio e Pregiudizio, ma una tempesta che si abbatte sui protagonisti e li sconvolge fino alla morte (ed anche oltre). Si potrebbe parlare di qualche pecca nello stile di scrittura, ma il vortice di vicende che si susseguono nel romanzo le sublimano pienamente.
Vivamente consigliato a tutti.

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Cime tempestose è uno di quei libri che chi non l'ha letto lo considera "un mattone noioso" o "la solita storia d'amore impossibile".
Anche io lo pensavo ad essere sincero... ed ero completamente in torto.
Consiglio a chiunque stia per leggerlo di fare un bel respiro profondo e prepararsi a vivere una esperienza che credo pochi altri libri siano in grado di donare.
Una storia che parla di amore, odio, vendetta, dolore e pregiudizio.
L'amore tra Heathcliff e Catherine non è l'elegante ed acuto sentimento che la Austen descriveva in Orgoglio e Pregiudizio, ma una tempesta che si abbatte sui protagonisti e li sconvolge fino alla morte (ed anche oltre). Si potrebbe parlare di qualche pecca nello stile di scrittura, ma il vortice di vicende che si susseguono nel romanzo le sublimano pienamente.
Vivamente consigliato a tutti.
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Ale96 Opinione inserita da Ale96    03 Luglio, 2012
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IL TRIONFO DELL'IRRAZIONALITÀ

Avete mai provato, leggendo soli in una stanza, compassione, pietà, dolore inesauribile che ti porta a piangere e allo stesso tempo odio,ira e desiderio di vendetta? Allora avete letto l'unica opera di Emily Bronte (1818-1848): “Wuthering Heights”( Cime Tempestose).
Scritto agli arbori dell'età vittoriana, tra il 1845 e il 1846, Cime Tempestose è un romanzo del tutto isolato dalla tradizione narrativa inglese, razionale e placida. Infatti, in primis, non ha un sottogenere, perché è un miscuglio di romanzo rosa, noir, di gothic novel con richiami anche al byronismo, anima diabolica del romanticismo inglese. Inoltre la logica e la razionalità tradizionali sono banditi per far posto ai sentimenti e alla IRRAZIONALITÀ.
L'irrazionalità. Il sentimento. Le emozioni. Il motore del romanzo è costituito da questi che sono,tuttavia, diversi dal normale. Sono febbrili, impetuosi, incontrollabili, imprevedibili. Il romanzo appare sconnesso, contraddittorio, a tratti incomprensibile proprio perché dominato dal pathos, da un'ira demoniaca, dalla vendetta che si incarnano nel personaggio protagonista del romanzo Heathcliff, ragazzino mendicante di dubbie origine preso da giovane da un benestante, Mr Earnshaw, solo per compassione e pietà e portato nella sua casa, Cime Tempestose, tra i suoi cari che si mostrano ostili al giovane e che lo malmenano. Tutti ad eccezione di Cathy, figlia di Mr Earnshaw che diventa sua compagna di giochi e unica amica. In breve tempo tra loro nasce una passione selvaggia e diventano un'unica persona, un'unica anima. Ma è l'IRRAZIONALITÀ a controllare e non l'amore e così incombono nella storia le tragedie, le separazioni, i lutti che porteranno Healthcliff alla malvagità, all'odio e alla vendetta dei torti subiti ma anche alla demenza per il suo incontrollabile amore.....
Ambientato nel 1801-1802 nelle solitarie brughiere dello Yorkshire, la vicenda ,che inizia in medias res, viene narrata dal londinese Lockwood per poi cambiare totalmente. Infatti il libro è una grande analessi, anch'essa IRRAZIONALE perché troppo particolareggiata e contorta, che ha come narratrice la vecchia governante Ellen Deal.
Nella sua opera, Emily Bronte, con velati riferimenti autobiografici, ci dona una visione cupa e misteriosa del vivere quotidiano assolutamente anacronistica anche perché la “fredda storia” non potrà mai collegarsi all'opera, essendo razionale e basata sulla logica, sui fatti e sulle prove.
In conclusione Cime tempestose è un romanzo assolutamente da leggere, non con superficialità ma con assoluta attenzione affinché il lettore possa diradare la fitta nebbia che avvolge la storia e la sua autrice, che morì soltanto a 30 anni.
É un classico che avrà eternamente successo perché, come afferma Calvino, rileggendolo sarà come iniziare un altro libro.

PS Il romanzo di per sé non è lungo ( 320 pag.), quindi non abbiate paura delle dimensioni ma occupatevi del contenuto, sul come decifrarlo e sul come interpretarlo. Buona lettura!

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peucezia Opinione inserita da peucezia    13 Mag, 2012
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L'amour fou

Unico romanzo scritto da Emily Bronte, con due livelli di narrazione rappresentati dal signor Lockwood il pavido visitatore e da Nelly , governante e memoria dell'intera vicenda, Cime Tempestose si discosta dalla tecnica narrativa dell'epoca basata sulla narrazione onnisciente e cronologica che spesso sfociava nel Bildungroman ( romanzo di formazione che accompagna un personaggio dalla preadolescenza all'età matura) per partire in medias res o per meglio dire sul finire della vicenda e poi usare frequenti analessi .
La storia si concentra sull'amour fou tra Heathcliff un trovatello, bello e dannato esempio di eroe-antieroe perché presenta le caratteristiche proprie del villain ( carattere impetuoso e violento, desiderio di vendetta che lo spinge a compiere atti malvagi) e Catherine, signorina di buona famiglia, cresciuta con il ragazzo sin da piccola, di natura volubile e capricciosa.
L'amore tra i due è osteggiato in primis dalla stessa Cathy che pur dichiarando di essere ella stessa Heathcliff sa che la differenza sociale tra lei e il ragazzo è un ostacolo insormontabile per un'unione preferendo la vita tranquilla che Linton, simbolo dell'ordine tipico della Victorian Age le offre.
Nel romanzo scritto nel periodo di mezzo dell'età vittoriana si trovano elementi tipici del romanzo gotico rappresentati dal clima cupo e dalla presenza dello spirito di Cathy che, defunta viene vista proprio da Lockwood all'inizio della storia, ma anche elementi romantici: la passione irrisolta dei due protagonisti, il carattere indomito di Heathcliff che ricorda i personaggi byroniani e il forte legame tra natura e sentimenti.
Pur scritto in pieno ottocento il libro è tuttavia moderno e attuale per tematiche e tecniche di scrittura, un esempio di classico immortale.

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Austen,letteratura vittoriana
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aivlis Opinione inserita da aivlis    18 Dicembre, 2011
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L'amore distruttivo

Ho impiegato un pò a leggere questo libro. Devo dire che a me personalmente non mi ha catturata fin dall'inizio. In realtà dopo i primi capitoli l'avevo mollato subito. Ma non mi andava di riportarlo in biblioteca senza averlo concluso, quindi ho fatto uno sforzo e ho ripreso la lettura. Bhè ne è valsa la pena; lo stile della Bronte è veramente qualcosa di inconsueto, il suo modo di narrare una passione amorosa quasi morbosa è forte e violento direi. Magari a primo acchito il modo di scrivere può non appassionare e destare critiche ma se ci si cala in esso non può che sorprendere sempre più il lettore, catturandolo e sconvolgendolo. I vizi dei personaggi sono amplificati e determinano la personalità di essi rendendoli antipatici agli occhi del lettore che prova talvolta ribrezzo e orrore per le loro azioni e per le loro passioni. Nonostante ciò ho apprezzato molto il libro per la sua originalità e ora capisco la notorietà di esso e della sua autrice.

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Debs Opinione inserita da Debs    09 Dicembre, 2011
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Immaginavo tutta un'altra storia

Alle superiori ci hanno sempre propinato narrativa italiana e fino ad oggi ho trascurato quella inglese. Confrontandomi prima con la Austen ora ho sperimentato la Bronte. DEvo dire che le aspettative che in tutti questi anni mi ero costruita attorno a questo romanzo erano alte, anzi più che alte, immaginavo davvero una storia d'amore diversa. A parte la tristezza che permea tutto il racconto e che sinceramente, a tratti mi ha spesso incupita, l'amore tra Heathcliff e Catherine prende solo la prima metà della storia, per poi centrare il focus sulle vicende della loro progenie. Tuttavia anche se il loro amore terreno cessa con la morte di lei e quindi non vi sono più risvolti concreti nel loro amore, quest'ultimo permea, è intriso nelle vicende degli altri personaggi, si respira dalla follia e dalla cattiveria del protagonista, che depauperato dal suo grande amore, appare un po' come l'Orlando Furioso dopo aver perduto Angelica. In questo romanzo l'amore non è passione carnale, non è tenerezza...anzi è accostato, a mio avviso, spesso a sentimenti piu cupi: malattia, ossessione, rabbia, follia...ma rimane pur sempre amore e questo rimane pur sempre un romanzo che vale la pena leggere...

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Calabria Opinione inserita da Calabria    02 Settembre, 2011
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Capolavoro?

Ho sentito molto parlare di questo libro e non molto tempo fa ho deciso di comprarlo. Ho letto dapprima Jane Eyre e successivamente ho letto Cime tempestose.
Il mio giudizio a differenza di molti dei precedenti, non è del tutto positivo: sará per la storia che non mi ha colpito particolarmente, ma non è un libro che mi ha appassionato.
Sicuramente non discute lo stile dia rottura della Brontë e nemmeno il racconto che avviene tramite i ricordi di una governante, ma la storia d'amore e tutte le dolorose vicende dei protagonisti mi hanno stupito ben poco. Una cosa che però mi è piaciuta è la descrizione dei personaggi, specialmente di Heathcliff.
Essendo però un classico della letteratura e non essendo del tutto negativo il mio giudizio, consiglio di leggerlo.

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Polly* Opinione inserita da Polly*    02 Settembre, 2011
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Wuthering Heights

Partendo con il presupposto che questo libro è stato scritto attorno al 1847,e ancora oggi venga letto, e amato,parla di una la storia raccontata tramite flashback dalla domestica Ellen (Nelly) Dean, che ci fa vivere questo immenso amore sofferto tra Catherine e Heathcliff dai primi albori dell'infanzia fino alla morte. Un amore passionale,morboso descritto in maniera quasi casta,che lascia spazio all'immaginazione.E' un romanzo che una volta letto rimarrà nel cuore.

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Opinione inserita da annabel73    30 Giugno, 2011

sete d'impossibile amore

Ho letto questo romanzo per la prima volta a dodici anni e per la seconda a ventidue, la prima volta lo trovai appassionato e coinvolgente e la seconda fui presa da un amore totale per quest'opera: la pazzia, l'amore e la morte in un connubio allucinante, eros e thanatos come direbbe Freud. Sembra incredibile che qualcosa di simile sia stato concepito da una fanciulla relegata nell'aspra brughiera dello Yorkshire con poche esperienze di vita. L'amore disperato che provava per il fratello morto alcolizzato credo che abbia influenzato non poco questa storia di amore impossibile. (nel romanzo delle origini di Heathcliff non si sa nulla ed è facile pensare che si potesse trattare di un figlio naturale del defunto signor Earnshaw per cui sulla storia peserebbe il divieto morale dell'incesto)
Lo consiglio a tutti è veramente da leggere e amare.

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Jane Eyre di Charlotte Bronte.
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Candelina95 Opinione inserita da Candelina95    04 Mag, 2011
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Un classico senza tempo!

Ho sentito parlare per la prima volta di questo libro quando ho letto la saga di Twilight e ho subito pensato che non fosse un granchè. Però mi ero così incuriosita che mi decisi a comprarlo. Mai fatta una scelta più giusta! Ho letto questo libro in meno di una settimana tutto d'un fiato! E' un classico spettacolare, la storia è appassionante e avvincente ed è scritta con una cura ed una raffinatezza impeccabili che hanno reso "Cime Tempestose" il mio libro preferito in assoluto! Lo rileggerei all'infinito!

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Lo consiglio a tutti, particolarmente a quelli che come me amano i classici o le storie d'amore tormentate!
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Francj88 Opinione inserita da Francj88    24 Aprile, 2011
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L'erica e la brughiera..

Cime Tempestose.. bè che dire, credo che le migliori parole per descrivere questo romanzo siano quelle scritte da G. Tomasi di Lampedusa: "Wuthering Heights, un romanzo come non se non sono mai scritti prima, come non saranno mai scritti dopo. Lo si è voluto paragonare al King Lear. Ma veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con un stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza. Il romanzo romantico se mi consente il bisticcio, ha qui raggiunto il proprio zenith."

La storia è davvero viscerale e si riesce a percepirne l'intensità anche grazie al paesaggio altamente simbolico che con le sue tempeste e raffiche di tramontana rispecchia le violente passioni cui soggiacciono i protagonisti: Catherine e Heathcliff! Essi vivono sentimenti ambigui, tormentate relazioni, opera di passioni scomode e violente. Cime Tempestose è leggibile come romanzo d'amore ma anche, se non di più, come romanzo di odio.

Bellissima ed esemplificativa del rapporto tra i protagonisti è secondo me l'immagine dell'erica che cresce nella brughiera, sebbene quest'ultima sia tormentata dai venti e dalle tempeste, l'erica resiste, ed è attaccata alla terra, sempre e comunque. Non la tradisce mai. Non la abbandona per rifiorire in posti più tranquilli. Le sue radici non muoiono, sanno che il loro destino è legato alla brughiera, anche se è aspra, ostile, ma l'amano cosi com'è. Senza riserve.
Chi non ha mai sognato una persona nella propria vita che sia forte e capace di amare come l'erica?

Che altro dire.. ogni parola in più sarebbe superflua, è questo meraviglioso romanzo che parla da sè. Direi che Cime Tempestose è senza dubbio un libro che andrebbe letto almeno una volta nella vita. Specialmente da chi ha uno spirito romantico (nell'accezione più ampia del termine), ma in definitiva da tutti!

Ah piccola annotazione musicale: Wuthering Heights è una bellissima canzone di Kate Bush, scritta nel 1978 e basata proprio sul libro in questione. Una canzone bellissima e forse una delle più difficili da cantare nella storia del pop. Consiglio di ascoltarla. Sicuramente i fans del libro come me la conosceranno già! :)

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darkala92 Opinione inserita da darkala92    27 Dicembre, 2010
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Oh Heathcliff, Heathcliff, perchè sei tu Heathclif

"A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. Così, non parlar più di separazione: ciò è impossibile e..."

"Adesso mi dimostri come sei stata crudele, crudele e falsa. Perché mi hai disprezzato? Perché hai tradito il tuo stesso cuore, Catherine? Io non ho una parola di conforto per te: tu hai quello che ti meriti. Ti sei uccisa da te stessa. Sì, tu puoi baciarmi, e piangere, puoi strapparmi lacrime e baci: essi ti arderanno, ti danneranno.
Tu mi amavi: che diritto avevi, allora, di lasciarmi? Che diritto, rispondimi, di sacrificarmi al tuo miserabile capriccio per Linton? Mentre né la miseria, né la degradazione, né la morte, nulla di tutto quel che Dio e Satana potevano infliggerci, ci avrebbe separato, tu, di tua piena volontà hai fatto ciò. Non io ti ho spezzato il cuore, ma tu stessa: e il mio col tuo. Tanto peggio per me se sono forte. Ho forse bisogno di vivere? Che razza di vita sarà la mia quando tu... oh, Dio! Vorresti tu forse vivere con l'anima tua nella tomba?"

"Possa svegliarsi fra i tormenti! - gridò Heathcliff con una spaventosa veemenza, picchiando i piedi, ruggendo di dolore in un improvviso parossismo d'irresistibile passione. - Sì, sì, bugiarda fino alla fine! Dov'è dunque? Non là... non in cielo... scomparsa, dove? Ah, tu dicevi che non t'importava nulla delle mie sofferenze! Ed io faccio una preghiera, e la ripeterò fin che la mia lingua si secchi: Catherine Earnshaw, possa tu non trovar mai riposo fin ch'io vivo! Tu dici che io ti ho uccisa: tormentami, allora. Le vittime perseguitano i loro assassini, io credo. Io so di fantasmi che hanno errato sulla terra. Sta sempre con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!"

Mi dite come sia possibile non amare questo libro?? No! Non esiste un modo!

Il personaggio di Heathcliff... tutto gira intorno al suo carattere cupo e solitario. Un DEMONE/ANGELO! Demone con l'umanità generale, angelo con la SUA umanità: Catherine!

Che il loro amore possa continuare anche nell'altra vita... anche se si tratta di un libro!

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rimax81 Opinione inserita da rimax81    09 Novembre, 2010
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Emily Brontë

Per comprendere appieno la grandezza di questo romanzo, al di là della storia in sè, è necessaria una breve digressione sulla figura dell'autrice: Emily Brontë era una donna semplice ed austera, non aveva una grande esperienza di vita e non apparteneva certo a quella società benestante che tanto poteva permettersi di frivoleggiare. Non aveva quindi conoscenza diretta delle passioni che così approfonditamente descrive, ma riesce a farlo in un modo tanto avvolgente da sembrare che Catherine e Heatcliff trascinino anche il lettore nell'abisso delle loro emozioni distruttive.

Inoltre ho sempre trovato incredibile, pur avendo scritto questo romanzo in età giovane (ricordo infatti che morì a soli 30 anni), la padronanza che dimostra avere nel descrivere sentimenti estremi e violenti senza esserne a sua volta risucchiata.
La storia può a volte contorcersi su se stessa, ma non la sua scrittura nel delineare i caratteri e le passioni dei personaggi.

Un grande classico, per anni uno dei miei preferiti.

Lo consiglio soprattutto ai giovani, per capire che i turbamenti del cuore risiedono nell'animo e non nella fisicità.

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bimba96 Opinione inserita da bimba96    23 Settembre, 2010
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Vivresti tu se la tua anima fosse sottoterra?

Ok sono solo una quindicenne incapace di commentare libri cosi complessi, ma vorrei lo stesso dire la mia. Cime tempestose è uno dei libri più belli che abbia letto. Molti dei miei amici l'hanno trovato noioso e altri non l'hanno neanche finito, incapaci di comprenderne il significato. Credo che stronchi l'idealizzazione che ogni adolescente ha sull'amore: quello di Heathcliff e Catherine è cosi violento e disperato da distruggerli entrambi. Anche se, secondo me la vera origine di tutti i dolori è proprio Catherine... Be posso solo consigliarlo vivamente!!

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Adelina Opinione inserita da Adelina    31 Luglio, 2010
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Libro stupendo!

Questo libro non parla di una vicenda romantica, bensì profondamente drammatica. Scritto con grande maestria e senza mai risultare troppo pesante. In assoluto è il mio libro preferito e fa riflettere su come le nostre scelte influenzino poi tutto il resto della nostra vita.

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Opinione inserita da Roberta    30 Mag, 2010

Capolavoro letterario

Mi emoziona come nessun altro libro, sbriciolare due parole su "WUTHERING HEIGHTS" " Cime Tempestose" e un merito enorme infinito di grazia e di genialita' letteraria alla indimenticabile scrittrice * Emily Jane Bronte'' * (Ellis Bell 1847).
Cime Tempestose si distacca e si allontana completamente dai capolavori delle altre sorelle BRONTE,che pur essendo anche le loro opere, tra cui "JANE EYRE" di Charlotte Bronte e "AGNES GREY" di Anne Bronte, istituzioni o pilastri della letteratura Inglese, le loro storie hanno un sapore autobiografico, vissuto, provato; Cime Tempestose no!
Emily donna o meglio, giovane ottocentesca, riscopre una passione inedita, violenta,cruda, una passione, nei dialoghi sopratutto, che va aldifuori del periodo Vittoriano del romanticismo inglese,uno schiaffo di verita' sommerse, sentimenti provati e mai detti, parole che scottano per quel periodo, parole che suonano disdicevoli, per una donna,e sopratutto per una giovane scrittrice.
Emily in Cime Tempestose ci propone la passione come nessun'altra opera sentimentale, la sofferenza, la speranza in un'altra dimensione oltre la morte,la storia di un amore inconpiuto, che non trova spazio, o almeno non in quel posto, non cosi', cosi' forte e distruttivo.

Per la completezza dell'opera, il contesto sociale, la grazia , la classe, lo stile il contenuto, l'originalita', i dialoghi inediti, la cadenza che sfiora la poeticita', la struttura letteraria inedita, la natura selvaggia, le brughiere, l'erica il tempo sono tutti elementi che fanno riferimento all'umore e allo stato danimo dei personaggi, per questi dettagli e per molti altri che non vengono citati, mi sento, senza ombra di dubbio,di dare il MASSIMO DEL VOTO a questa unica, geniale e meravigliosa scrittrice e la sua indimenticabile e insuperabile opera
"WUTHERING HEIGHTS"

Grazie dell'attenzione

Roberta

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lo consiglio a tutti, in particolare a chi spera e chi crede, che esista ancora un briciolo di sentimento nel mondo.
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Gabriella79 Opinione inserita da Gabriella79    26 Mag, 2010
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controcorrente

andrò controcorrente, ma io ho avuto serie difficoltà a leggere questo libro. Forse perchè i protagonisti sono degli anti eroi per eccellenza, forse perchè avrei voluto uccidere hitccliff con le mie mani, forse perchè lo stile è complicato e ricercato. Lo consiglio sicuramente, ma non è tra i miei preferiti

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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    11 Mag, 2010
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cime tempestose

Storia d'amore d'altri tempi,passioni forti ed intense in ogni senso...a volte un po' troppo sopra le righe,per quanto mi riguarda,ma alcune particolarita' le ho trovate un po' inverosimili,un po' tanto farcito!pero' nell'insieme un bel romanzo

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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    18 Aprile, 2010
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Da rileggere

Romanzo romantico come pochi, l'amore può durare anche dopo la morte, l'odio è intenso e imperituro. Scontro violento tra passioni contrapposte che si protrae anche nella seconda generazione, ma con ruoli contrapposti. Personalmente ho iniziato ad amarlo alla terza lettura .... Da leggere assolutamente

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