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Il non far nulla
Svevo in questa opera, ha per certi versi, uno stile realista.
Ossia vuole analizzare dal di dentro le dinamiche delle generazioni giovani del suo tempo, alle prese con una crisi esistenziale e di valori, causate da un "dolce far nulla" che si traduce in comportamenti vili, tradimenti, noia e ozio quotidiano.
In questo romanzo il protagonista e perdutamente innamorato di una ragazza troppo bella e disinibita per lui, che gli farà perdere completamente la retta via e lo porterà a contribuire a una tragedia che segnerà immancabilmente le vite dei personaggi rappresentati.
Lo stile di scrittura è asciutto, implacabile, sottilmente psicologico e la scena si svolge per le vie di Trieste sul fare della fine del 1800.
Sono tutti personaggi negativi, tranne la sorella repressa del protagonista, che viene tratteggiata dall'autore come una vittima sacrificale dell'incapacità altrui di mettersi nei panni del prossimo e superare i propri egoismi e desideri.
In sociologia usavamo dire la solita frase "empatia" spesso abusata, ma che in questo contesto ha si una ragione di essere nominata.
Il romanzo l'ho scoperto per caso, nel vagare per Roma centro, in una libreria che spesso mette in vendita libri ormai fuori catalogo, a prezzi irrisori, ma che mi ha permesso nel tempo di trovare dei veri e propri tesori di testi, che ormai sono rari e introvabili.
In questo caso ero stato colpito dalla copertina del testo, che illustrava una scena del film, che negli anni 60 fu girato dal libro e che vede come protagonista, una giovane e meravigliosa Claudia Cardinale. Simbolo di bellezza e bravura, ormai introvabili nelle attrici odierne. E quindi vedendo questa foto stupenda tratta da una scena del film, con un primo piano appunto della Cardinale ho provveduto immediatamente a comprarlo e poco dopo a leggerlo.
Successivamente ho visto pure il film, del grande Bolognini, che riesce a ricreare perfettamente le scene descritte dallo Svevo, nonchè gli stati d'animo dei protagonisti.
Film puliti, senza volgarità alcuna, girati quasi con stile teatrale che per la bravura degli attori, del regista e del direttore della fotografia, sono vere opere d'arte, di un cinema italiano grandioso che ormai è molto è sepolto sotterrato da ignobili pellicole, fictions, programmi televisivi da pattumiera e da pseudo attori attirci e registi senza decenza alcuna.