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Il trionfo della ragione
Rileggere questo memoriale che riunisce in sé la fattura del documento storico e la statura di un prodotto artistico di indubbia qualità letteraria, è ancora una volta fonte di arricchimento e di scoperta, di stupore e di ambascia. Lo si dimentica col tempo, rimane certo il ricordo netto , quasi episodico, sorretto dalla struttura testuale stessa, di un dolore universale che non lascia insensibile nessuno, l’urgenza di quella meditazione perpetua alla quale ci ammoniva lo stesso Levi (“Meditate che questo è stato: /Vi comando queste parole./ Scolpitele nel vostro cuore/(…) /Ripetetele ai vostri figli.)e una presunzione di aver già conosciuto e capito. E invece no, l’opera, all’ennesima lettura, ricorda la sua intima essenza, il suo obiettivo di fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano, paralizza e toglie il fiato, apre una notte, quella notte alla quale “occhi umani non avrebbero dovuto assistervi e sopravvivere”. Si procede per gradi, in modo meticoloso, a comprendere lo svilimento dell’uomo, il suo annientamento morale prima che fisico; si familiarizza con luoghi e relativa nomenclatura, con la loro rigida organizzazione, con i giorni e le notti scandite da fatica e fame , riposo e sogni. Levi riesce a restituirci l’indicibile e a far comprendere la scomparsa della morale, l’ inutilità di parole quali “bene “ e “male” “giusto “ e “ingiusto” dentro un spazio deprivante e teso all’annientamento totale. È una vita ambigua quella all’interno del lager, ma Levi da buon scienziato non smette un attimo di analizzare il fenomeno e lo restituisce come i dati di un esperimento. In modo oggettivo, data la reclusione forzata di uomini di diversa provenienza e condizione, visto il regime di sottomissione al quale sono sottoposti, considerato il mancato soddisfacimento dei più elementari bisogni, lui registra che l’uomo non diventa brutale, egoista , stolto ma teso al soddisfacimento dei suoi bisogni, tutti legati a doppio filo alla sopravvivenza, che lo stesso non fa altro che ridurre al silenzio le consuetudini e gli istinti sociali. L’umanità è sepolta, la bestemmia invade l’animo quando ancora la preghiera resiste. La mente incessante osserva, analizza ed elabora, risolve. La mente vince il corpo, lo piega e lo ricostruisce. E si apre un nuovo giorno. E il nuovo giorno avrà il sapore della ragione.
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