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Il Gattopardo
 
Il Gattopardo 2019-09-10 15:45:34 MCF
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MCF Opinione inserita da MCF    10 Settembre, 2019
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Nobiltà e ricchezza, due mondi a confronto.

Un grande romanzo ambientato nel periodo di transizione dal vecchio regime al nuovo che vede l’Italia unita grazie a Garibaldi; è imperniato sulla figura del principe Fabrizio Salina che si distingue nella società siciliana per il sangue blu, la figura possente e l'aspetto nordico ereditato dalla madre tedesca; ma non solo: è anche abile matematico e astronomo a differenza dei suoi avi. Queste peculiarità si traducono in una profonda capacità di analisi dell'ambiente circostante che gli permette di capire i limiti della mentalità sicula e prevedere l'evoluzione sociale e politica dell’isola; nessuno dei discendenti erediterà la sua intelligenza analitica. Altri personaggi che si distinguono sono l’adorato nipote Tancredi, bello affascinante ma senza patrimonio, Angelica, la futura moglie, figlia del sindaco che è un uomo del popolo, avido, ricco e interessato alla nobiltà della casata. Sullo sfondo, la moglie del principe, Maria Stella, bigotta e soggetta a crisi d’isterismo, le tre figlie tra cui Concetta, la maggiore innamorata di Tancredi e ricambiata che non perdonerà mai al padre di averla sacrificata per dotare l’amato della ricchezza che gli manca per soddisfare i suoi capricci. Dal libro è stato tratto il film di Luchino Visconti dal cast eccezionale: Burt Lancaster nei panni del principe, Claudia Cardinale nei panni della bellissima Angelica, Paolo Stoppa che interpreta il sindaco e Alain Delon nei panni di Tancredi.
Dal testo:
“Lui, il Principe, intanto si alzava: l’urto del suo peso da gigante faceva tremare l’impiantito e nei suoi occhi chiarissimi si riflesse, un attimo, l’orgoglio di questa effimera conferma del proprio signoreggiare su uomini e fabbricati. Non che fosse grasso: era soltanto immenso e fortissimo; la sua testa sfiorava, nelle case abitate dai comuni mortali, il rosone inferiore dei lampadari; le sue dita potevano accartocciare come carta velina le monete da un ducato; a tra Villa Salina e la bottega di un orefice era un frequente andirivieni per la riparazione di forchette e cucchiai che la sua contenuta ira, a tavola, gli faceva spesso piegare in cerchio. dita, d’altronde, sapevano anche essere di tocco delicatissimo nel maneggiare e accarezzare e di ciò si ricordava a proprio danno Maria Stella, la moglie; e le viti, le ghiere, i bottoni smerigliati dei telescopi, cannocchiali e cercatori di comete, che lassù, in cima alla villa, affollavano il suo osservatorio privato si mantenevano intatti sotto lo sfioramento leggero”. Pag. 33.
“Poco dopo venne Russo il soprastante, l’uomo che il principe trovava più significativo tra i suoi dipendenti. Svelto, ravvolto non senza eleganza nella bunaca di velluto rigato, con gli occhi avidi sotto una fronte senza rimorsi, era per lui la perfetta espressione di un ceto in ascesa. Ossequioso del resto e quasi sinceramente devoto poiché esercitava le proprie ruberie convinto di esercitare un diritto. Fece cenno a Russo di sedere, lo guardò fisso negli occhi. “Pietro, parliamoci da uomo a uomo, tu pure sei immischiato in queste faccende?”. Immischiato non era, rispose, era padre di famiglia e questi rischi sono roba da giovanotti come il signorino Tancredi. “Si figuri se nasconderei qualcosa a vostra eccellenza che è come mio padre”. (Intanto, tre mesi fa, aveva nascosto nel suo magazzino, centocinquanta ceste di limoni del Principe e sapeva che il Principe lo sapeva”.

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Commenti

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Eh sì, Cristina : gran bel libro.
Mi è poi capitato di rileggerlo in un'edizione che Feltrinelli ha prodotto per le scuole. Ottima operazione editoriale : il romanzo, con alcuni tagli sapientemente eseguiti, m'è parso ancora più bello ; ho capito che il testo originale presenta qualche lungaggine e qualcosa di troppo.
In risposta ad un precedente commento
MCF
31 Ottobre, 2019
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In effetti, è un po' prolisso; mi è piaciuta moltissimo la figura del principe con la sua articolata capacità di analizzare personaggi e situazioni.
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