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Il classico che non passa mai di moda
Siamo nella Sicilia di fine ottocento. Una famiglia fatta di pescatori, onesti lavoratori, sani, pieni di progetti, nel corso di pochi anni vede poco a poco svanire quel poco di benessere di cui dispone. Con quello se ne vanno amici, la casa di famiglia e i fidanzati dei figli. Rimane solo la dignità, l'attaccamento alla famiglia, alle tradizioni e una profonda onestà di fondo. In realtà la trama è molto più complessa di così, ma questo come tutti i grandi libri ha tante sfaccettature, spunti di riflessione ed interpretazioni che spiegarle richiederebbe uno spazio più ampio di quello occupato dal romanzo stesso.
Libro che ha stupito, meravigliato, dato quasi scandalo al suo esoridio. Oggi è ancora del tutto attuale, quasi fosse stato scritto di recente. Basta introdurre qualche auto per strada, un paio di smartphone ed eccoci catapultati ai nostri giorni. Togliamo i termini in dialetto siciliano e sostituiamoli con quelli di unaltro dialetto ed eccoci in qualsiasi altra parte d'Italia. perchè Verga ha sì descritto la vita di Aci Trezza, ma vi ha inserito tutte le dinamiche e le problematiche con cui si trova a combattere ogni famiglia. I figli da sistemare, i debiti da pagare, i presunti amici che si nascondono, lo Stato che latita.
Unica difficoltà, come sempre succede con gli autori che inseriscono parecchie parole dialettali mi deriva dal non essere siciliana, ma è stata facilente superata da un'edizione ricca di note.
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