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Frammenti d’amore perduto
“L’Infedele” è una raccolta di quattro racconti brevi cui fa da filo conduttore il tema dell’amore. Proprio mentre ti chiedi se ormai su questo argomento sia ancora possibile leggere qualcosa di nuovo, essendo stato analizzato e proposto in mille varietà di forme ed emozioni, ecco che ti capita tra le mani un libretto come questo, che affronta il tema in modo a mio avviso inatteso.
L’amore che Matilde Serao mette in scena è un amore triste e incompreso, fatto di passioni non corrisposte, attese senza epilogo, impossibili felicità. Nel primo racconto vediamo come si possa rimanere attaccati all’immagine della donna amata e alla verità del proprio sentimento anche quando la realtà che si dispiega davanti agli occhi ci riveli solo una donna perfida e frivola e una passione alquanto fugace. Ma non è facile cedere alla propria illusione e anche il provare a voltare pagina rischia di essere vissuto come un tradimento alla promessa di integrità verso se stessi e il proprio amore, senza consentire più alcuna salvezza. Ed è proprio la speranza a mancare di fatto in tutti i racconti: l’amore si alimenta di dubbi e attese ma di fronte alla realtà perde intensità e svanisce in un incanto, i mille cimeli delle proprie esperienze sembrano raccontare un vissuto di emozioni che si scoprono poi essere tutte non corrisposte, la dimensione in cui l’amore vive e si consuma finisce per implodere entro i confini del proprio essere.
Pur avendo trovato interessante il taglio di questi racconti, composti da piccoli frammenti di tradimenti, dubbi e ricordi, narrati con distacco e una punta di ironia, non ho trovato la stessa profondità e ricchezza che ha invece “Il paese di cuccagna”, unico altro scritto di quest’autrice da me affrontato, in cui la disperazione, la miseria e il bisogno di riscatto dei personaggi emergono con forza dalle pagine. Forse a causa di un’operazione di revisione e limatura mancante (come suggeriscono diversi refusi), che ha reso la scrittura a tratti ripetitiva e poco efficace. Forse per l’assenza di quella dimensione sociale in cui Matilde Serao meglio esprime le proprie capacità di indagine e analisi psicologica.
La lettura mi ha lasciato quindi un vago senso di incompletezza e freddezza che mi spingono in effetti a pensare che questo non sia il miglior componimento dell’autrice.
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in ogni caso il tuo commento è molto utile, Manuela
@Silvia. Non ho conoscenza approfondita di questa autrice, ma sicuramente in "Il paese di cuccagna" lo spessore psicologico dei personaggi trovava corrispondenza nell'approfondita descrizione della società, qui invece assente. In effetti questo testo non mi ha convinta del tutto, ma leggerò sicuramente altro.
@Cristina. E' stato proprio il tuo commento su questi racconti a incuriosirmi! :)
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