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Nel paese di Aci Trezza
“I Malavoglia” di Verga è stato pubblicato nel 1881 ed è ambientato in un villaggio di mare siciliano, Aci Trezza, nei pressi di Catania. La famiglia dei Malavoglia è composta dal nonno Padron ‘Ntoni, dalla madre Maruzza la Longa e dal padre Bastianazzo, dai figli ‘Ntoni, Mena, Alessi e Lia. È una storia drammatica, fin dai primi capitoli, con la tragedia dell’affondamento della barca Provvidenza, in cui ha perso la vita Bastianazzo ed è andato in malora il carico di lupini, da qui il debito verso la zio Cristoforo che pesa come una rovina su questa famiglia. La vita di paese, con gli amori e le liti ma anche la protesta sociale, è rappresentata attraverso le chiacchiere dei vari personaggi che costellano questo romanzo, dalla pettegola Zuppidda all’usuraio zio Crocifisso, dallo speziale repubblicano all’ambizioso segretario comunale Don Silvestro, dall’ostessa Santuzza ad Alfio Mosca, povero in canna e innamorato della Mena. Ci sono molti dialoghi vivaci, insomma il discorso diretto è frequente, ma anche quando parla il narratore assume per lo più la lingua dei personaggi, con un effetto realistico, scendendo al livello dei personaggi, assumendone atteggiamento e stile. Il verismo caratterizza quindi lo stile, ma anche la filosofia di questo romanzo, il primo del ciclo incompiuto dei vinti: il fatalismo permea l’opera in modo dominante, è come se non ci sia salvezza per questi individui tormentati dalla cattiva sorte, non c’è la fede a salvarli, c’è l’attaccamento alla famiglia, che tuttavia non impedisce a ‘Ntoni di perdersi per la via e diventare la croce della famiglia. Mi sono piaciuti molto lo stile e la lingua dei “Malavoglia”, così come i vari personaggi, molto ben caratterizzati e che mi hanno tenuto compagnia per tutta la durata della lettura; è molto interessante il personaggio di ‘Ntoni, che esprime le contraddizioni della giovinezza, dell’aspirazione a una vita migliore e la rabbia di non riuscire a raggiungerla, con l’esito di un comportamento deviante. Anche la trama è molto ben costruita, pur con i suoi risvolti drammatici, soprattutto nella seconda parte. Lo consiglio perché è un classico da scoprire o riscoprire con piacere, come è accaduto a me.
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Hai ragione : è un libro che merita la rilettura.