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Senso
 
Senso 2016-04-04 07:47:13 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    04 Aprile, 2016
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La follia di una donna

“Senso” è un cortoromanzo d’amore pubblicato da Camillo Boito nel 1883. L’opera è scritta sotto forma di diario e la protagonista è la Contessa Livia Serpieri, che alla soglia dei quarantenni, grazie alla corte di un avvocatino che gli fa tornare in mente gli episodi della sua gioventù, ci racconta la storia del suo grande amore.

Era il 1865 e la novella sposa aveva ventidue anni e si trovava a Venezia con il conte, un uomo molto più vecchio di lei. La scelta non le era stata imposta dalla famiglia ma proprio da lei, che in quest’unione non vedeva amore, ma vedeva molta convenienza, fra cui carrozze, brillanti, abiti di velluto, titolo…

Tutto inizia quando Livia si ritrova infatuata di Remigio, tenente austriaco, che con la nostra protagonista ha molto in comune. Oltre ad avere un aspetto molto piacevole, questo tenente Ruz era un giocatore di carte, uno sperperatore e soprattutto un uomo di poco onore.

Insomma Livia, senza rendersene conto s’innamora proprio di un uomo così simile a lei. Ma gli eventi prendono una brutta piega e la Contessa non è una donna abituata a perdere.

Boito ci presenta una donna vanitosa, egoista, e superficiale che diventa poi una donna gelosa, ossessionata e vendicativa. Una donna ferita può diventare davvero molto pericolosa. Quello che colpisce il lettore, o almeno me, è che Livia è anche una donna non pentita ma recidiva.

Sullo sfondo di un’Italia che cambia, in piena guerra, questa storia d’amore, se così si può chiamarla, porta alla luce molte debolezze umane. Tutto questo avviene in circa cinquanta pagine da cui poi Luchino Visconti ha preso ispirazione per la realizzazione del suo film del 1954. In realtà non ha preso solo spunto, ci sono delle modifiche all’interno della trama, ma sono lievi, quello su cui invece ha lavorato il regista è lo sfondo politico e rivoluzionario del tempo. Visconti approfondisce una trama un po’ scarna, “condendola” con degli ingredienti che la vanno a completare. Ho apprezzato molto il film e lo consiglio a tutti quelli che si avvicineranno a quest’opera.

Per concludere, posso dire di aver trovato una degna compagna della Marchesa de Merteuil, protagonista del libro “Le relazioni pericolose”, anche se in Livia ho trovato, anche se credevo impossibile, della cattiveria in più. Insieme avrebbero fatto faville…o si sarebbero fatte fuori a vicenda.

Buona lettura!

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Commenti

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Interessante!
Curiosissima! L'ho sempre tenuto d'occhio. Penso sia giunta l'ora di leggerlo. Complimenti per la recensione e grazie per la segnalazione :)
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Belmi
05 Aprile, 2016
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Mi fa piacere!
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Belmi
05 Aprile, 2016
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Spero Sary sia di tuo gradimento!
Fede
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Belmi
05 Aprile, 2016
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Grazie Marcella, dopo la lettura ti consiglio anche il film!
Federica
L'ho letto, ma secondo me Livia ha poco a che fare con la Marchesa de Merteuil. Mi è sembrata una donna che ha subito un'offesa estrema e ha risposto con un'estrema vendetta, anche un po' scontata.
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Belmi
05 Aprile, 2016
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Sicuramente la Marchesa era molto più furba, intelligente e machiavellica, però in Livia mi ha colpito il fatto che dopo tutto non si è fermata (quando poteva) e ha continuato anche nel presente ad essere superficiale e spietata. In entrambe ho riscontrato la vanità di essere le prescelte e di non digerire un cambio di rotta..
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Cristina72
05 Aprile, 2016
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Mah, per me l'infame ha fatto la fine che meritava :-))
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Belmi
05 Aprile, 2016
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Davvero!?! Sicuramente se l'è cercata..però lei poteva andarci più leggera...;-))
10 risultati - visualizzati 1 - 10

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