Dettagli Recensione
Letteratura italiana del '900
Si sono versate fluenti parole a proposito di questo romanzo, a un certo punto del quale, dentro un'innocua parentesi, compare un avverbio di tempo che pare specificare quale sicilianità Tomasi di Lampedusa stia cercando di ritrarre: «i Siciliani (di allora)». Questa precisazione invece -da buon paradosso- non fa che estendere al di là di ogni limite temporale la valenza di un'opera incentrata sul concetto di inevitabile trasformazione. L'autore sfogliando cinquant'anni di storia umana (1860-1910) fissa sì lo sfogliarsi, petalo dopo petalo, dell'aristocrazia siciliana, ma di fatto trascende il complesso -e forse impossibile- mutamento dei siciliani in italiani.
A differenza di quanto si potrebbe immaginare infatti, nel romanzo, il rapporto fra componente storica e narrazione vede la prima al servizio della seconda; questo poichè tutta l'opera è in fondo un'allegoria esistenziale della condizione umana. Agli occhi del lettore il Gattopardo (il protagonista Don Fabrizio Corbera Principe di Salina, figura possente nel corpo e nello spirito) è legittimato ad essere grande per discendenza, ceto, rappresentanza, meriti, ma diviene immortale in quanto consapevole della propria caducità.
Una sicilia impervia nei luoghi e nello spirito fa da sfondo alle poetiche e malinconiche descrizioni che rendono il romanzo nostalgico come nostalgica è la disillusione. E allora per Tancredi e Angelica figli del compromesso storico l'amore «si richiudeva nel silenzio, striato solo dal galoppo dei topi al di sopra dei soffitti, dallo strisciare di una lettera centenaria dimenticata che il vento faceva errare sul pavimento: pretesti per desiderate paure, per un aderire rassicurante delle membra».
La scrittura di Tomasi è limpida, le sue similitudini intense. Durante le otto parti del romanzo nulla è mero riempitivo: ogni personaggio financo un cane, ogni comparsa, ogni luogo, ogni stanza, gesto, dettaglio, raggio di luce è posto dalla parte giusta della bilancia per far quadrare un meccanismo letterario possente.
Così una caratterizzazione dei personaggi tra le più vivide della letteratura italiana dai tempi dei Promessi Sposi, si unisce a un gusto narrativo simile (a mio avviso migliore in quanto magico nell'autenticità) a quello che di recente ha trovato consenso di ampio pubblico fra le pagine di Gabriel García Márquez.
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Libro indubbiamente notevole. Mi è capitato di rileggerlo in una versione per la scuola, con alcuni tagli : mi è piaciuto ancora di più (qualche episodio, come la visita del sacerdote alla propria famiglia d'origine, è un po' un racconto a sé): tutto scorreva senza lungaggini, una meraviglia. Questa affermazione so che non piacerà ai più, ma anche alcuni altri grandi libri sopporterebbero bene qualche sapiente piccola sforbiciata.