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Sogni infranti
Può sembrare davvero difficile entrare a fondo nel cuore di quest’opera perché la prima sensazione è di essere investiti da un’abbondanza di dettagli e di particolari sbalorditiva, quasi soffocante. Matilde Serao non ci accompagna per mano per le vie di Napoli ma ci catapulta in un vortice di miseria, di colori forti e odori pungenti, di caos e tradizioni. Sono tanti i personaggi che si avvicendano con le loro storie di dolore e di sofferenza. Per nessuno c’è misura, per nessuno c’è pietà.
La cifra narrativa consiste nella denuncia sociale del gioco come causa della rovina materiale e morale dell’individuo. Un tema, se vogliamo, attualissimo ancora oggi, magari non nella sua declinazione di superstizioni, fattucchiere e assistiti opportunisti, ma come non pensare alle tristi slot machines che sono la deriva delle fantasie di facile arricchimento delle miserie moderne?
Matilde Serao, con una profondissima capacità di analisi psicologica, affolla le pagine con i sogni della gente: di ricchezza, di rivalsa sulla vita, di felicità. Il guantaio sogna carne tutti i giorni e lussi intravisti, invidiati da lontano, e intanto si gioca la sola lira di guadagno facendo morire i propri figli di fame. Il borghese sogna di ingrandire la sua bella pasticceria di via Toledo e si gioca il frutto della laboriosità dei propri avi. La sigaraia sogna di riconquistare il suo amore, che la disdegna perché povera ma non lesina di chiederle qualche moneta. Il nobile decaduto sogna una cornucopia che gli restituisca un lustro e un prestigio ormai perduto, se non nel suo cuore orgoglioso.
Speranze diverse e un unico destino di delusione. Una delusione che va ad alimentare ancor di più il fuoco del desiderio, che incenerisce ogni forma di controllo e di ragione e conduce inesorabilmente alla deriva: nelle mani di famelici sfruttatori e usurai, in una spirale di violenza, verso la follia.
Matilde Serao è un’autrice davvero quasi dimenticata eppure la passione e l’efficacia espressiva di queste pagine meriterebbero una diversa considerazione, non solo per la capacità di descrivere la città partenopea con una ricchezza dalla valenza quasi documentaristica ma soprattutto per il coraggio, di giornalista e donna moderna, di addentrarsi nel nero delle anime e nelle piaghe della società, senza paura di scavare a fondo e di dare voce a scomode verità.
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Grazie mille per aver letto il mio commento. Ciao.
Sarei però curiosa di sapere cosa ne pensi tu della raccolta di racconti L'infedele. Se hai un ebook lo puoi scaricare gratis da Internet :-)
bel commento Manuela, mi ritrovo perfettamente!
In questo caso le tue parole sono ancor più importanti per me perchè è proprio leggendo la tua bellissima recensione che ho scelto questo titolo...:)
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