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Siamo canne, e la sorte è il vento
Attraverso pagine intrise di lirismo e poesia, Grazia Deledda ci porta nel cuore della Sardegna, in una società arcaica in cui il fascino della natura si fonde con miti e superstizioni, con la morale della religione e, soprattutto, con i volti e le passioni degli uomini.
Una vita rurale e dal sapore antico, quella del vecchio Efix, che serve con umile e ostinata fedeltà le sorelle Pintor, simbolo di una nobiltà ormai decaduta ma ancora orgogliosa. Una vita semplice: una cipolla consumata in una cadente capanna, terre da coltivare con fatica, tramonti che scandiscono le giornate. E notti di luna abitate da folletti e spiriti erranti, proiezione di angosce ed errori che non danno tregua.
Le parole di Grazia Deledda hanno suoni, colori e linee ben definite che vanno a disegnare vivide immagini: la vecchia casa Pintor che va in pezzi così come le antiche regole che hanno intessuto la società, la musica della fisarmonica di Zuannantoni che risale la montagna, il ballo alla festa del Rimedio vibrante di femminili speranze e le canne del fiume piegate dal vento, simbolo dell’ineluttabilità di un destino che non dà pace. E le parole sono capaci di penetrare allo stesso modo anche nelle pieghe dell’anima di un’umanità che appare fragile e inquieta, e in questo senso modernissima. Sono uomini corrosi da colpe e rimorsi, ossessionati da passioni infelici e debolezze inconfessabili, animati da rancori, dubbi e speranze. Sono uomini alle prese con la scelta di come proseguire il proprio cammino e trovare così la propria strada di espiazione e perdono: nel rapporto con gli altri, nel lavoro, nella propria coscienza. Perché un riscatto potrebbe essere ancora possibile, anche se forse dal sapore amaro.
Ammetto che lo stile lirico ed enfatico mi è risultato a tratti di difficile lettura, ma il fascino di questo mondo antico, che ti si imprime negli occhi con la sua forza descrittiva e la sua potenza introspettiva, merita sicuramente lo sforzo.
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Commenti
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Io ne ho letti diversi e alcuni dei cosiddetti titoli minori mi sono piaciuti di più
Ti consiglio Cenere
Grazie, come sempre, per il tuo commento.
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Anche a me questo libro è piaciuto molto : è un classico che ormai ha superato brillantemente la dura selezione del tempo : rimane vivissimo e di grande fascino; chi non lo legge sicuramente si perde l'occasione di una bella lettura.