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Senilità
 
Senilità 2015-10-04 11:18:30 aislinoreilly
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    04 Ottobre, 2015
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L'inetto che anticipa Zeno.

Scritto nel 1898, è il secondo romanzo di Svevo e precede “La coscienza di Zeno” che potrebbe essere definito quasi un sequel.
Il protagonista di Senilità è un uomo, Emilio Brentani, che vive la sua vita tra passione e gelosia, in compagnia della sorella Amalia, verso la quale prova sentimenti diversi e contrastanti.
Emilio incontra così una giovane ragazza, Angiolina, bella, fresca ed intrigante e nel giro di poco, perde la testa per lei. Inizialmente sembra che tutto il suo amore venga ripagato ma, nel proseguire della vicenda, scoprirà che lei non è affatto la pura e casta ragazza che egli crede e si troverà più e più volte a cercare di far finire la loro storia, senza riuscirci mai del tutto.
Emilio ha anche un caro amico, Stefano Balli, con carattere e personalità del tutto diversa dalla sua: Emilio è un intellettuale fallito che lavora come impiegato, Stefano è uno scultore energico che piace alle donne. Sono due figure completamente opposte e pare quasi che Stefano sia l’alter ego di Emilio, incarnandone la mancata realizzazione artistica e la sua capacità di vivere la vita con più spensieratezza.
La sorella Amalia, risulta essere una donnina grigia, dedita alle faccende di casa con rassegnazione e poco amichevole con il fratello. Ha un carattere chiuso, tipico di chi non è abituato a molta compagnia. Si innamorerà del Balli ed Emilio farà di tutto per disilluderla, cercando di tenerla lontana da una delusione certa.
Purtroppo, i suoi tentativi di non farla soffrire saranno vani: la fine del romanzo ci rivelerà una sofferenza celata ed una esistenza tormentata da questo amore impossibile.

Emilio è l’inetto che precede Zeno, inetto anch’egli, ma con una coscienza. Il nostro protagonista, infatti, non è spesso cosciente di ciò che sta facendo e ciò lo dimostra nei suoi repentini cambi di umore e di atteggiamento nei confronti della sorella, di Angiolina e del suo amico Stefano. Emilio è “vittima” dell’amore, non riesce a liberarsene, ne soffre ma ne gode in altrettanta misura. Ama fino all’odio e odia fino ad amare e si rende conto della sua inadeguatezza rispetto al Balli, per questo ne è geloso e affascinato allo stesso tempo. Emilio non riesce a smettere di amare Angiolina come Zeno non riesce a smettere di fumare ed entrambi procrastinano il più possibile la loro separazione da un vizio che sono coscienti di dover abbandonare.

Non mi ha entusiasmato molto questo romanzo, forse ho sbagliato a leggere prima “La coscienza di Zeno” che ho trovato molto più semplice e leggibile. È stato pesante finire perché in alcuni punti la narrazione diventa prolissa, rallentandosi eccessivamente. Inoltre, mi innervosiva oltre ogni ragione il continuo cambiare di opinione e atteggiamento di Emilio. L’ho trovato un personaggio veramente “pesante” e poche volte ho approvato il suo comportamento. Il Balli è fatto per piacere al lettore ed io, per l’appunto, l’ho trovato di gran lunga più interessante del protagonista stesso. Purtroppo (ma credo anche volontariamente) non è molto approfondito, forse per non far sfigurare troppo il protagonista; credo che lo scopo fosse anche solo far capire il contrasto tra i due, di modo che fosse più semplice rendersi conto che il vero inetto fosse proprio Emilio.
Per il resto mi piace come è scritto, Svevo è Svevo, però credo anche che non sia il genere di scrittura che possa piacere a tutti. Detto questo, lo consiglio come antipasto a “La coscienza di Zeno”, aiuta ad inquadrare meglio la figura dell’inetto e a digerirla con meno difficoltà.
Non è una lettura leggera leggera, ma non è nemmeno eccessivamente pesante. Resta il fatto che bisogna leggerlo con continuità, le pause prolungate tra una lettura e l’altra non contribuiscono a rendere più chiara la situazione.

Buona lettura. :)

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