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giustino roncella nato boggiolo
" Tutti.. non ebbero più occhi che per quel marito in marsina, lucido,quasi di porcellana smaltata; occhiali d'oro, barbetta d'oro a ventaglio; un bel paio di baffi affilati i capelli tagliati a spazzola, pari, pari."
Ho voluto iniziare questo commento con la descrizione che ci fa Pirandello del protagonista del romanzo, perchè penso che questa scelta sarebbe piaciuta molto anche a Giustino Boggiolo.
Vanesio oltre ogni limite, egoista, insensibile verso i bisogni degli altri, quest'ometto acquista notorietà sfruttando le capacità letterarie della moglie. Silvia Roncella, dotata nello scrivere, ma poco interessata al successo, lascia che sia il marito a gestire il suo successo. Con lui si trasferisce a Roma, lo accompagna nei salotti più noti. Accetta una specie di segregazione sulle montagne del torinese col figlio appena nato. Acconsente anche ad abbandonare il suo piccolo con una balia e la nonna, quando il marito ritiene sia ora di tornare al lavoro.
Nei mesi trascorsi nel suo esilio, la timida Silvia, quasi infastidita dal successo si rende conto che qualcosa non va con Roncella, prima di tutto come marito e poi come agente. Grazie alle maligne insinuazioni di alcuni componenti del bel mondo di Roma capisce che lo scopo principale di Giustino è quello di affermare sè stesso. Non importa che per fare questo si debba rendere ridicolo, o debba minimizzare il ruolo della moglie nel successo dei suoi scritti. Amicizie non sempre disinteressate, frottte di corteggiatori e un Giustino sempre più assente la portano a fare finalmente delle scelte in merito alla sua vita.
La ribellione della donna non può che essere totale e incompresa da quell'uomo incapace di guardare al di là delle prorpie ambizioni.
Un libro, interessante, pieno di spunti, sia sulla vita di coppia che sul ruolo pubblico della donna. Non semplicisimo da seguire, perchè concepito agli inizi del 1900. Risente quindi della ricchezza di linguaggio di quel periodo, diventando a trattti non del tutto scorrevole. Naturalmente questo è un limite mio, non di uno dei maggiori esponenti della letteratura del novecento. Trovo, che invece la trama potrebbe essere tranquillamente trasposta ai giorni nostri.