Dettagli Recensione
Estetismo
Premetto che durante lo studio della letteratura italiana e straniera sono rimasta affascinata dagli ideali estetici dell’epoca Decadente, conseguenza di un periodo storico in cui l’intellettuale e l’arte hanno ormai perso la propria “aura” in una società basata sul consumismo e gli interessi economici. Dopo aver letto “Il ritratto di Dorian Gray” decisi di acquistare “Il piacere”, romanzo che appartiene al periodo più decadente della poetica D’Annunziana. Il protagonista Andrea Sperelli rappresenta l’alter-ego dell’autore e di conseguenza l’esteta, il dandy, colui che ricerca la bellezza e la perfezione in quanto vuol “fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”, motto che Andrea apprese dal padre. Egli è infatti il frutto della società aristocratica (e corrotta) della fine dell’Ottocento:tenta di trovare l’appagamento interiore attraverso il culto della Bellezza e cogliendo gli attimi e le occasioni della vita.
Bellissimo il contrasto tra Elena Muti, la femme fatale, amore sensuale e impossibile di Andrea, causa di dolore e di limite per la propria personalità da “super-uomo”, e Francesca, una “donna-angelo” che ristabilisce in Andrea una sorta di calma interiore, riavvicinandolo anche alla natura, accuratamente descritta da D’annunzio, e ai propri interessi quali l’arte e la scrittura.
Tuttavia, alla fine del libro, la femme fatale si impone sulla donna-angelo e Andrea Sperelli rimarrà sconfitto dal proprio desiderio stesso.
Ho apprezzato molto Il piacere, sia per quanto riguarda i contenuti e le tematiche, sia per lo stile adottato dal D’annunzio, uno stile aulico che ricerca la raffinatezza e la perfezione.