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I promessi sposi
 
I promessi sposi 2015-07-12 22:40:37 leogaro
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leogaro Opinione inserita da leogaro    13 Luglio, 2015
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Un pilastro della letteratura

Il testo contiene spoiler.

Lombardia, 1628-1630, al tempo della dominazione spagnola. Renzo e Lucia vivono nei pressi del lago di Como. Don Rodrigo, invaghito di Lucia, scommette con il cugino Attilio che riuscirà a possederla e manda due seguaci (“i bravi”) a minacciare don Abbondio affinché non li sposi. Il pavido prete cede e imbastisce delle scuse a Renzo per rinviare il matrimonio. Renzo, però, parlando con Perpetua, intuisce la verità e chiede consigli all’avvocato “Azzecca-garbugli”: questi, compresa l’identità del nemico di Renzo, rifiuta. I tre si rivolgono a fra’ Cristoforo, loro padre spirituale, fervente convertito dopo un fortuito omicidio. Il frate affronta don Rodrigo nel suo palazzo, ma viene cacciato in malo modo. Agnese propone un matrimonio a sorpresa, pronunciando davanti al curato le frasi rituali alla presenza di due testimoni. Intanto, don Rodrigo manda i bravi in casa di Lucia a rapirla, ma non trovano nessuno poiché Lucia, Agnese e Renzo sono da don Abbondio per tentare il matrimonio con l’inganno: ma falliscono, il prete da l’allarme e nel villaggio scoppia il trambusto, tanto che i tre debbono scappare da fra' Cristoforo. Il frate espone il suo piano: Renzo si rifugerà dai cappuccini di Milano, mentre Lucia andrà al convento di Monza. Così, attraversano l’Adda su una piccola barca meditando l'addio ai monti natii. Giunta al convento, Lucia viene accompagnata da Gertrude, la "signora" di Monza: figlia di un feudatario, destinata dalla nascita a entrare in convento, la sua educazione fu tutta orientata a convincerla del desiderabile destino di monaca. Divenuta adolescente, Gertrude dubitò di tale scelta poi, per timore del padre, acconsentì. In convento subì le attenzioni di Egidio, entrando in una relazione che culminò con l’omicidio di una novizia che aveva scoperto la tresca. Renzo entra in Milano durante i tumulti scoppiati per il rincaro del pane; nella folla, egli critica la giustizia che sta sempre dalla parte dei potenti. Tra i suoi ascoltatori vi è uno sbirro in borghese, che lo segue nell’osteria ove Renzo pernotta. Ma Renzo si ubriaca e rivolge nuovi attacchi alla giustizia: l’oste lo mette a letto, poi corre a denunciarlo. Al risveglio, Renzo viene arrestato, ma riesce a scappare approfittando della sommossa e fugge nel bergamasco, nella Repubblica di Venezia, dove suo cugino Bortolo lo ospita e gli procura un lavoro sotto falso nome. Intanto, la polizia fa credere che sia uno dei capi della rivolta; frattanto, Attilio, tramite un potente zio, fa trasferire fra' Cristoforo a Rimini. Don Rodrigo brama Lucia e chiede aiuto all'Innominato, sanguinario signore che da tempo medita sul senso della propria vita; costui fa rapire Lucia, con l'aiuto di Egidio e la complicità di Gertrude, e la fa portare nel suo castello. Lucia, terrorizzata, supplica l'Innominato di lasciarla libera e lo esorta a redimersi. Nella notte, Lucia fa voto di castità alla Madonna perché la salvi, e l’Innominato è preda di rimorsi finché, udendo le campane a festa, scopre che il Card. Borromeo è in visita pastorale nel paese. Spinto dai tormenti, si reca a parlare con il cardinale; il colloquio sconvolge l'Innominato che si converte, impegnandosi a cambiare vita. Per prima cosa libera Lucia, che viene ospitata presso don Ferrante e donna Prassede, due milanesi amici del Cardinale. Scendono in Italia i Lanzichenecchi, mercenari tedeschi nella guerra di successione al Ducato di Mantova, che saccheggiano i paesi e diffondono la peste. Molti, tra cui don Abbondio, Perpetua e Agnese, trovano rifugio nel castello dell'Innominato. Gli errori delle autorità sanitarie, la voluta disinformazione e l'ignoranza superstiziosa della gente fanno sì che la peste diffonda velocemente. Si ammalano anche Renzo, che guarisce, e don Rodrigo, portato al lazzaretto a tradimento. A Milano, la peste falcidia la popolazione, colpendo adulti e bambini, con l’apice nella straziante morte della piccola Cecilia, consegnata alle autorità sanitarie dalla stessa madre morente. Renzo torna al paese per cercare Lucia, ma non la trova: viene indirizzato a Milano, dove apprende che ella è convalescente al lazzaretto. Qui ritrova anche padre Cristoforo, indomito nel servizio sebbene segnato dalla pestilenza, che scioglie il voto di Lucia e invita Renzo a perdonare don Rodrigo, ormai in fin di vita. I fidanzati tornano al loro paese dove don Abbondio, avuta conferma del decesso di don Rodrigo, celebra le nozze. Si trasferiscono infine nel bergamasco, dove Renzo acquista un’azienda tessile e Lucia si occupa dei figli.

Un romanzo che è un caposaldo della letteratura italiana, da cui derivano tantissimi modi di dire entrati nel parlare quotidiano. Personaggi, scavati nel profondo dalla penna ironica del Manzoni; tutti memorabili, con le loro umane incertezze, paure, contraddizioni. Uno stile impeccabile, che stupisce a ogni pagina con un ritmo e una musicalità davvero unica. Sì, ci sono alcune lunghe digressioni, è vero: ma non tolgono valore a un libro che ognuno deve, ripeto deve, leggere almeno una volta nella vita, per intero....meglio ancora se dopo i 20-25 anni, con una maggiore maturità e senza la costrizione scolastica!!

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Verga, Umberto Eco, Tolstoj, Victor Hugo...
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