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Declini spaventosamente sincroni
Provo una certa amarezza se penso che l'autore è morto soltanto un anno prima della pubblicazione di questa sua opera, annoverata tra i grandi capolavori italiani, narrante un importante periodo storico della nostra terra.
"Il Gattopardo" è un pó l'affresco della nascita del Regno d'Italia, della caduta borbonica, dell'ascesa di Garibaldi, della fine dei casati e dei feudi italiani. Questo affresco prende vita osservando le vicende di casa Salina, casato nobilissimo, e nella persona del principe Fabrizio "il Gattopardo" Salina, ispirato al bisnonno dell'autore. Il suo stile accurato anche se non facilmente fruibile, ci racconta in maniera romanzata la nascita dell'Italia e la fine della sua nobiltà, come casta.
Il principe Salina è un nobile purosangue, uno che ci tiene alle tradizioni, alle buone maniere, all'educazione, alla cultura. Uomo autoritario, statuario. Egli è la rappresentazione della nobiltà italiana di quel tempo, il suo declino rappresenta alla perfezione quello della parte di società a cui appartiene. Garibaldi combatte le sue battaglie, e questo dà inizio al silenzioso declino del Principe ma un nuovo inizio per un popolo; un inizio che buono o malvagio che sia, dipende dai punti di vista.
Il principe di Salina però, non è un uomo da farsi da parte così facilmente, da abbandonare senza combattere quello che nei secoli uomini come lui, anche della sua stessa famiglia, hanno conquistato col sudore con il sangue. Ed è un uomo che sa quando accettare i compromessi, e per un certo tempo ci riuscirà. Inutile a dirsi però, quel che è andato su dovrà inevitabilmente scendere, come sempre, e la caduta di un uomo, anche di uno come Salina, è la vecchiaia. Sarà pauroso osservare come il declino carnale di quell'uomo proceda parallelamente a quello di un'epoca. Spegnendosi insieme con lo stesso lento e doloroso passo.
Un finale angoscioso, per quella che in fin dei conti è parte della nostra storia.
"[...] noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.”
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preciso, puntuale ed utile come sempre Valerio!