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Piccolo mondo moderno
Piccolo Mondo moderno – Fogazzaro
Se il passato, quando ancora è presente appare così duro e difficile non si può non trovare una speranza nel futuro che apparirà allora così roseo e ricco di doni per i figli e solo quest'illusione potrà dare la forza di vivere e sopportare, ma forse è bene portarsela nella tomba quest'illusione.
Con questa sensazione ho chiuso il volume, naturale continuazione di “Piccolo mondo antico”, in cui è narrata la vita di Pietro Maironi, figlio di Franco e Luisa.
Il tratto autobiografico che Fogazzaro ha dato a tutta la vicenda non riesce a donare quella vivacità che invece risulta esserci nel precedente volume; i personaggi seppur numerosi e interessanti sono risultano incisivi e i protagonisti, Pietro e Jeanne appaiono superficiali, pur volendo interpretare sentimenti molto profondi.
Ciò che si va a rappresentare è un mondo moderno pieno di intrighi e meschinità, ma ricco e agiato che si pone in netta contrapposizione con un mondo antico in cui la povertà dilagava, ma la forza delle idee e dei valori vinceva su tutti, vera colonna vertebrale di una società che si stava formando.
Sono molti i livelli sul quale si svolge la narrazione, politico, sociale, personale, ma nessuno di questi appare ispirato, così come nessun tema risulta davvero importante, anzi sembra che tutto venga oscurato dalla crisi del protagonista che cerca in modo disperato la propria strada senza trovarla, combattendo con sentimenti contrastanti.
Le parti del racconto che sfiorano la poesia e che trasmettono emozioni sono quelle in cui si ritrovano le atmosfere di Oria, il piccolo cimitero con le lapidi, la corrispondenza tra Franco e Luisa, il resto appare freddo, lontano, inutile.
Analizzando più in profondità questa scelta stilistica, così lontana dal precedente non può non sorgere il dubbio che l'autore abbia voluto sottolineare il degrado a cui il mondo tende, allo stillicidio di valori che non potrà essere fermato se non con la fede.
Molte volte durante la lettura si scorge la volontà di analizzare gli animi dei personaggi, ma è chiaro che qualcosa non funziona, non riescono a far breccia nell'immaginario; tutto il mondo politico, per esempio, appare soltanto meschino, triste e ancora una volta inutile.
Non si può non consigliarne la lettura perché in ogni caso, emozioni a parte racconta uno spaccato della nostra storia ed è anche attraverso di esso che si può forse imparare a comprendere un po' meglio il nostro presente.
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Commenti
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Mentre lo leggevo mi chiedevo proprio come fosse possibile, eppure era così, il figlio Pietro idealizza la vita dei genitori, il loro rapporto e il loro piccolo mondo, che era ( a noi lettori appare chiaro avendo letto i due volumi nello stesso tempo) tutt'altro che ideale!
Non ho letto questo libro, che risulta non molto riuscito dal punto di vista letterario. L'interesse pare puntato su altri aspetti. Se consideriamo che è stato pubblicato nel 1901, quindi prima dell'Età Giolittiana, a ridosso quindi della 'crisi di fine Ottocento' , non è difficile immaginare lo scoramento dell'autore stesso.
Mi sa che dovrò leggere anche "il santo" e "leila" per rispetto all'autore, è giusto avere un quadro completo, a differenza del precedente credo che questo volume non abbia molto sendo letto da solo.
Ferruccio
Lo stile così verboso non aiuta e le tematiche sembrano raccontate più che trasmesse, non so se riesco a spiegarmi, se in Piccolo mondo antico si percepisce che l'età di cui si racconta è lontana nel tempo e quindi avvolta da un manto di mistero, qui tutto si perde e la meschinità è palese, ma non ha un impatto sul lettore, proprio per il motivo che diceva Pierpaolo, sembra che ogni epoca urli a gran voce "si stava meglio quando si stava peggio"
Sull'utilità formativa di un autore come questo, sicuramente vi è, ma è un dato oggettivo che la percezione di taluni autori che abbiamo letto in età adolescenziale è nettamente diversa alla percezione che ne avremo dopo 20 anni. E' un processo normale.
personalmente ho iniziato ad appassionarmi alla lettura proprio scegliendo tra i grandi classici, talora frastornata dalla pesantezza che percepivo. Dopo 20/25 anni ho scelto di farne una rilettura ed è scontato dire con più consapevolezza ed esperienza alle spalle.
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