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Malombra
Dopo “Piccolo mondo antico” Malombra è il titolo forse più conosciuto della produzione letteraria di Fogazzaro.
Se pensiamo che l'anno di pubblicazione è lo stesso de “I Malavoglia” di Verga, per chi legga entrambe le opere si manifesteranno le radicali differenze, portando alla luce un periodo letterario in cui scorrono in parallelo tante correnti.
Ogni autore percepisce il presente in base alla propria sensibilità e si fa portavoce dell'attualità e del contesto sociale alla propria maniera.
In Malombra l'autore vicentino infonde uno spirito prettamente decadente, innestando ad un nucleo
narrativo centrale più sotto-nuclei, generando un intreccio corposo ed un po' barocco, complicato e arzigogolato.
La forza trainante del romanzo sta tutta nel tormento amoroso, destinato a sfociare come un fiume in piena in follia, in tragedia, in annullamento psico-fisico.
I personaggi camminano sul filo sottile che divide lucidità e ottenebramento, sia esso dovuto a passione o a fede in un ideale, religioso o politico.
Non è agevole seguire i sentieri tratteggiati da Fogazzaro, uscire da una storia di vita ed entrare in altre, entrare in comunione con protagonisti diversi tra loro e travolti ciascuno da un destino inesorabile piuttosto cupo.
Cupe anche le ambientazioni, la natura, i paesaggi ed i palazzi, come fossero specchio dell'interiorità degli uomini che le vivono.
Oggi la percezione che si ha di un simile romanzo è fatta di numerose sfumature.
In primis è innegabile il valore di un simile scritto per ricordare un segmento importante della nostra storia della letteratura.
Interessante desumere dalla lettura la sensibilità di un autore che scava nelle passioni dei suoi personaggi, percorrendo le vie del cuore e della mente, attratto dal tema dello spiritismo e del mistero, senza tralasciare il sentiero tracciato dalla fede religiosa, esplodendo in un connubio dalle fattezze intricate.
Qualche passo del romanzo mostra una penna che perde di lucidità, assumendo connotati pomposi e ridondanti, quasi sentinella di una perdita di controllo della trama narrativa.
Ma contestualizzando il periodo socio-storico di cui è figlio, rimane un lavoro da conoscere e da apprezzare per gli aspetti letterari e sociali che può riportare alla luce.
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Commenti
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Anche a me il libro, nell'insieme, è piaciuto abbastanza: ha un suo fascino, così pervaso da una brezza di follia e collocato in un'atmosfera decadente su una sponda lacustre.
Recensione riuscita perché tocca i punti salienti.
come afferma Renzo, Fogazzaro è un autore po' dimenticato, ma non può non essere annoverato tra le penne che hanno fatto grande il nostro bagaglio letterario.
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Ferruccio