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Le poche certezze dell’identità umana
Un romanzo che si racchiude fra le due minicertezze di un personaggio, esempio di inettitudine: l’incipit “Una delle poche cose, anzi la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal” ed il finale “Caro mio … io sono il fu Mattia Pascal”.
In mezzo il percorso di vita di un uomo che trova, in circostanze fortuite, la possibilità di liberarsi del peso della propria squallida condizione di vita e di assumere una nuova identità, vista come momento liberatorio, come conquista, salvo poi scontrarsi con l’impossibilità di dare alla nuova “maschera” una pienezza esistenziale. Il nuovo “io” è in realtà come un’ombra che lo segue, che “aveva un cuore, ma non poteva amare; aveva denari, ma chiunque poteva rubarglieli; aveva testa, ma per pensare e comprendere che era la testa di un’ombra”.
Dopo un’immersione in anni lontani nella lettura di Pirandello con le “Novelle per un anno” avevo staccato, omettendo proprio il romanzo in cui si trova tutta l’essenza del suo pensiero: il contrasto tra la realtà e l’illusione, tra il volto individuale e la maschera sociale; l’umorismo inteso come “sentimento del contrario” (la scelta che avrebbe dovuto dare la libertà a Mattia Pascal ha in realtà liberato la moglie da cui voleva staccarsi, mentre lui è rimasto prigioniero della nuova identità); il senso dei limiti della percezione umana della realtà universale, inserita nel contesto del romanzo con la “filosofia del lanternino”, esposta da Anselmo Paleari, il padrone di casa di Pascal/ Meis, la cui presenza consente allo scrittore il modo per inserirsi nel racconto, fatto in prima persona dal protagonista, con proprie considerazioni.
Lo stile brillante, di gran pregio, si unisce alla profondità del pensiero, alla lucida provocazione (non siamo come l’albero … a noi uomini è toccato un triste privilegio, quello di sentirci vivere), all'argomentare sottile. Il contesto ambientale è appena accennato, quasi claustrofobico, mentre la narrazione è focalizzata sulla tormentata psicologia di Mattia Pascal. Il risultato è un’opera fondamentale della letteratura, un romanzo la cui analisi ha generato un’enorme bibliografia di saggi critici.
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Laura
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