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INTIMO CONFLITTO INTERIORE
Sarebbe interessante condurre un'indagine sociologica su un campione di "vecchi" e mettere a nudo i loro pensieri più reconditi, quelli inconfessati, spesso anche a se stessi e forse inconfessabili.
Il racconto di Svevo, interrotto dalla sua morte in seguito ad un incidente, per cui incompiuto, mi pare proprio una confessione dell'autore ormai vecchio e come sempre ossessionato dal tema della senilità, nelle sembianze del suo vecchio protagonista, il signor Aghios.
Gli si presenta l'occasione di un corto viaggio in autonomia, senza la moglie da Milano a Trieste, in treno. E il piccolo romanzo incompiuto è il racconto di un viaggio, apparente fuga dal ménage quotidiano, che diventa poi un qualcosa di più intimo. Gli incontri fortuiti con vari personaggi si alternano a soliloqui e dialoghi interiori che confermano tante tematiche sveviane.
Vecchiaia come età difficile da vivere, dualismo vecchio-giovane, rappresentato qui dalla conflittualità nascosta nel rapporto tra il protagonista e il figlio, e quello che più mi ha toccato: il tema dell'incomunicabilità assoluta. Ma non tra generazioni, bensì tra membri della stessa famiglia: marito- moglie, padre- figlio o ancora con gli estranei e in genere con il tessuto sociale, il "consorzio umano". O, laddove viene riconosciuto un degno statuto alla comunicazione, questa perde di validità perché intrisa di ipocrisia e mai pervasa da assoluta verità .
Ritornano altri temi cari a Svevo in quella che sembra una degna sintesi della sua attività letteraria . Non nego che la lettura, benché breve, sia complessa non tanto per la trama quanto per il fardello pesante di considerazioni e di riflessioni che ti porta a maturare, scoprire, definire meglio perché, seppure sia una visione fortemente negativa, mi pare sia comunque universale.
Durante la lettura può venire l'istinto di allontanare tutto ciò da noi ma poi, nonostante le varie facce che ha assunto la senilità oggi, mi pare che qualcosa di irrisolto ci sia ancora: un intimo conflitto interiore al quale, presto o tardi siamo chiamati tutti.
"Libero veramente il pensiero non può essere che quando si muove fra fantasmi."
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Commenti
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chissà, se fosse rimasto in vita, quale direzione avrebbe preso...
Per il resto, mi è entrata così dentro che non riesco a smaltirla ancora e il nuovo libro che ho in mano, senza che lo sapessi, mi sta riportando a quelle considerazioni.
Grazie per gli apprezzamenti
Vedo che anche tu, a suo tempo, rispondendo a Domitilla dicevi che in qualche modo consideravi la novella conclusa. Certo è solo un'ipotesi, ed il fatto che Svevo sia morto poco dopo non ci permette di confermarla, ma è un'ipotesi affascinante, anche perché leggendo altre novelle ne ho trovate di "compiutamente incompiute" come questa.
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non ho mai letto quest'opera incompiuta di Svevo, se mi capita lo farò