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Il Gattopardo
 
Il Gattopardo 2014-08-27 05:25:06 giov85
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
giov85 Opinione inserita da giov85    27 Agosto, 2014
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Lo specchio di un'epoca storica

In questo romanzo Tomasi di Lampedusa, narra la storia del principe Fabrizio, capostipite del casato siciliano dei Salina, il cui stemma è un Gattopardo, nel periodo dell’Unità d’Italia. Il crocevia storico non era di certo proprizio per il ceto nobiliare che viene minato dalla graduale ma inesorabile ascesa della borghesia. La decadenza della famiglia Salina in questo romanzo è specchio della decadenza di tutta la nobiltà sotto i colpi della Storia.
Il vero punto di forza dell’intero romanzo è il personaggio del Principe Salina. Una personalità complessa: aristocratico di razza, legato al proprio stemma, di grande cultura, amante della scienza, unico modo per riuscire a sentirsi dominatore di un mondo che sempre più sfugge al controllo, ed allo stesso tempo consapevole che il nuovo corso che gli eventi storici avevano preso, con la fondazione del Regno d’Italia e con la spinta innovatrice tanto declamata dai “conquistatori” piemontesi, si sarebbe ben presto risolta in un nulla di fatto. La disillusione del principe fa sì che possa acconsentire al matrimonio del nipote Tancredi, da lui fortemente ammirato, con la bella Angelica, figlia dei Sedara, appartenenti al nuovo ceto di arrampicatori sociali.
Memorabili due passi del romanzo: il colloquio del Principe con il Cavaliere piemontese Chevalley che era venuto ad offrirgli un seggio di Senatore d'Italia, rifiutato dal Salina in quanto si considera troppo colluso con quell’aristocrazia che nel corso dei secoli è stata la responsabile dell’immutabilità della situazione siciliana (“Vengono per insegnarci le buone maniere, ma non lo potranno fare perché noi siamo dei”); e, negli ultimi capitoli, l’agonia del principe, che esegue un bilancio della propria esistenza fra l'orgoglio della propria nascita, le piccole soddisfazioni e la consapevolezza della vacuità delle cose (“Ho settantatrè anni, all'ingrosso ne avrò vissuto, veramente vissuto, un totale di due tre al massimo. E i dolori, la noia quanti erano stati?...Tutto il resto:settant'anni”).
Un libro fantastico che è utile, inoltre per comprendere come alcune dinamiche storiche in atto nel corso dell'Unità di Italia, siano ancora oggi responsabili dell'attuale stato di cose.

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I viceré
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Commenti

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Bel commento. interessante 'lettura storica' .
Hai ragione: si tratta di un libro splendido, uno dei libri meglio scritti tra quelli che ho letto.
Molto bella la tua recensione, che tocca i giusti "nervi scoperti" indicati dall'autore. E condivido in pieno anche l'accostamento con "I vicerè", di cui però ho visto il film senza leggere il libro.
In risposta ad un precedente commento
giov85
29 Agosto, 2014
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Grazie!
In risposta ad un precedente commento
giov85
29 Agosto, 2014
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Grazie mille!
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