Dettagli Recensione
IL SENSO ESTETICO
Narrazione ridondante e solenne, ricercata sin nei minimi particolari, D'Annunzio in quest’opera ci fa percepire sin dall'inizio l'idea di una fine: lenta, impalpabile, inavvertibile. Sin da subito ci si immerge nelle descrizioni di una Roma aristocratica di fine '800, un mondo chiuso in sé stesso, arrogante, tronfio dei propri trascorsi e delle sue glorie, privo di valori concreti e destinato al proprio abbattimento e alla propria devastazione, un'autodistruzione annunciata. Andrea Sperelli, il protagonista della storia, rievoca un perfetto dandy, un Dorian Gray, l'esteta dedito al culto di ogni forma di bellezza e vanità, i suoi modi rispecchiano la leggerezza del carattere, porta a trattare le cose serie con frivolezza e le cose frivole con più serietà di quelle che non meritino, di immane vuotezza interiore, ostenta un’alta opinione di sé stesso, dei propri meriti e delle proprie doti fisiche e amorose: è il perfetto modello del nobile decadente!
Con stile enfatico, solenne, dignitoso e ricercato, l'autore rappresenta le azioni, gli oggetti, le sensazioni provate dal protagonista come dettagli non secondari di un’esistenza in uno sforzo particolarmente intenso verso la perfezione, vissuta nell’incessante tentativo di appagare ogni desiderio e qualsivoglia piacere. Anche il linguaggio scritto sembra cessare la semplice funzione di mezzo comunicativo e diventa elemento integrante di questa ricerca estetica. Le descrizioni dei luoghi, della natura, dei colori e dei profumi, su cui D'Annunzio si sofferma puntualmente, ne sono la prova più evidente, così come le numerose e travagliate vicende amorose di Sperelli, lontane dall'essere guidate da reali sentimenti, offrono la visione di un'esistenza vacua, condotta al solo scopo di soddisfare i sensi, e saranno per il giovane la vera causa dello sgretolarsi di ogni sogno.
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Effettivamente il libro rappresenta la figura di un esteta e nel contempo i limiti del suo estetismo, in particolare l'essere succubi delle passioni, pertanto la mancanza di forza volitiva.
Come dici tu, la carenza di valori e di autenticità fa riflettere: necessariamente, sotto la superficie vi è un vuoto esistenziale, di senso, che esclude la gioia di vivere.